«Rapinatori pronti ad uccidere»

Edizione SALERNO

28/10/2010

Nocera Inferiore La guardia giurata Gerardo Citarella vittima dell’assalto all’Unicredit di Casoria

«Rapinatori pronti ad uccidere»

Salvatore De Napoli

HE10_3345.jpgNocera Inferiore. «I vili assassini hanno sparato appena hanno visto le due GUARDIE GIURATE: avevano già stabilito di ucciderle». L’avvocato Paride Annunziata, che assiste l’istituto di vigilanza «Ipervigile», ha analizzato la dinamica della tragica rapina all’agenzia Unicredit di Casoria, dove è morto il quarantasettenne vigilantes Gerardo Citarella di Nocera Inferiore, ed è stato gravemente ferito il trentanovenne agente Giuseppe Lotta, residente a Scafati. «Dal primo esame della dinamica dei fatti – ha aggiunto Annunziata – i rapinatori sono andati sul posto con la precisa intenzione di far fuoco contro le GUARDIE GIURATE per rapinare il denaro che trasportavano. Avevano messo, cioè, in conto di ucciderle e anche di provocare una possibile strage, avendo sparato all’impazzata. Questi vigliacchi non sono dei semplici rapinatori ma vili assassini che hanno agito in puro stile talebano». E intanto, sotto la sede dell’Ipervigile, molti colleghi hanno appeso al cancello d’ingresso dell’istituto di vigilanza un drappo nero e un lenzuolo bianco su cui c’è scritto: «Gerardo resterai nei nostri cuori. I tuoi colleghi», e qualche altro ha aggiunto «Pino vive». Per l’azienda e per gli altri agenti, Citarella era una persona veramente perbene, attaccato al suo lavoro, diventato un eroe per adempiere al suo dovere. Intanto, questa mattina sarà conferito l’incarico al medico legale per eseguire l’autopsia sul cadavere di Citarella. A questo punto i suoi funerali potrebbero tenersi a Nocera Inferiore venerdì o sabato, anche se, visto che centinaia di colleghi di Gerardo vogliono partecipare al rito funebre, essendo impegnati in lavoro del comparto sicurezza che non possono lasciare se non in giornate festive, questo potrebbe essere celebrato domenica prossima, sempre che negli enti pubblici preposti prevalga il senso di umanità su eventuali problemi tecnico-giuridici. Intanto, le condizioni di Giuseppe Lotta, ieri mattina, sembravano peggiorare, poi, dopo mezzogiorno sono tornate stazionarie, tendenti a un lieve miglioramento. La guarda giurata scafatese (anche se nativo di Torre Annunziata) è stata gravemente ferita a un polpaccio e alla spalla destra. Fedele al suo nome, il vigilantes combatte strenuamente per ritornare presto da sui familiari. L’intera città di Nocera è sotto choc. Molti conoscevano il «gigante buono», come in tanti definivano Gerardo Citarella, un uomo di grosse dimensioni fisiche come lo era anche il suo cuore. Persona estremamente buona, dedito alla famiglia, Gerardo era tutto per sua moglie Rosa e i due suoi figli, uno alunno del liceo scientifico e un altro della scuola media Solimena. Otto alunni della classe della scuola media, accompagnati dal preside Giuseppe Pannullo e dall’insegnate Antonella D’Amato, sono andati a trovare a casa il loro sfortunato compagno per dargli un minimo di conforto. Una trentina di minuti dove gli studenti hanno fatto compagnia al loro amico, cercando di farlo distrarre dalla tragedia che lo ha colpito. «Gerardo Citarella e sua moglie sono persone perbene e hanno sempre avuto un rapporto rispettoso e collaborativo con la scuola – ha affermato il preside Pannullo – In tutto l’istituto c’era un’aria di tristezza. Saremo vicino al nostro allievo per dargli la possibilità di superare questo momento difficile». Non mancano gli attestati di stima e di affetto di decine di dipendenti dell’Ipervigile. «Il giorno prima della sua morte – ricorda un suo collega, Raffaele Iapicco – ci eravamo incontrati proprio a Casoria, non lontano dal luogo della rapina per un incombenza di lavoro. Gerardo era tranquillo e si è dimostrato disponibile come al solito. Era un uomo dalla battuta pronta, un simpaticone, uno con il quale ti fermi spesso e volentieri a parlare. Era un appassionato dei giochi on line di facebook, e invitava gli amici a giocare con lui».

«Rapinatori pronti ad uccidere»ultima modifica: 2010-10-29T11:45:00+02:00da sagittario290

I vigilanti licenziati, indagini e polemiche

Edizione CASERTA

25/10/2010

Grazzanise

I vigilanti licenziati, indagini e polemiche

Fabio Mencocco

HE10_2274.jpgL’acutizzarsi dell’emergenza rifiuti in Campania lascia strascichi, polemiche e filoni di inchiesta che inglobano l’intero indotto creato dal ciclo dei rifiuti. Proprio negli ultimi giorni quattordici VIGILANTES facenti capo all’istituto di vigilanza «Sicurezza di Caserta» sono stati ascoltati dai carabinieri di Grazzanise che stanno indagando su alcune assunzioni avvenute tramite una società privata che, dopo aver vinto una gara d’appalto promossa dal Consorzio unico dei rifiuti, ha assunto quattordici persone.

I VIGILANTES erano stati assunti con il compito di sorvegliare i siti di stoccaggio nella zona del basso Volturno. Ed infatti le persone che sono state ascoltate provengono tutte da quell’area geografica della Campania, e la maggior parte di loro è residente a Grazzanise.

Ad attirare l’interesse degli inquirenti sarebbero state non sono le assunzioni ma anche i licenziamenti avvenuti dopo circa dodici mesi lavorativi; tempo in cui i VIGILANTES avrebbero provveduto ad esplicare le proprie mansioni di sorveglianza dei siti di stoccaggio, con interesse anche ad un eventuale sversamento abusivo di rifiuti, ma non avrebbero invece percepito regolarmente le mensilità.

A quanto pare di dodici mesi lavorativi solo due stipendi sono stati versati alle quattordici persone. Sulla questione è intervenuta anche l’opposizione consiliare di Grazzanise, la quale già poco dopo le elezioni aveva parlato della questione di «strane assunzioni nel periodo che ha anticipato le elezioni di marzo».

Ora Federico Conte, capogruppo di Nuovi Orizzonti, torna sull’dell’argomento: «Non sappiamo ancora a che punto sono arrivate le indagini, ora c’è bisogno di tranquillità. Quello che ci auguriamo – continua – è che la verità venga fuori». Al momento sulle indagini vige il più ristretto riservo da parte delle autorità competenti che stanno comunque continuando ad indagare sulla questione.

I vigilanti licenziati, indagini e polemicheultima modifica: 2010-10-26T11:45:00+02:00da sagittario290

Commercio, più usura che racket

Edizione CIRC_SU2

20/10/2010

Portici L’esito del questionario distribuito agli imprenditori

Commercio, più usura che racket

Il 68 per cento dei negozianti ha ammesso di essere caduto nelle maglie dei cravattari

Gennaro Punzo

HE10_4961.jpgPortici. Allenta la pressione del pizzo, mentre sono in aumento gli imprenditori ostaggio degli usurai. È questo lo scenario emerso dal sondaggio proposto ai negozianti di Portici dall’Ascom Confcommercio della Provincia di Napoli in collaborazione con l’Ascom cittadina e il Comune. Mille questionari anonimi distribuiti ad altrettanti negozianti per comprendere quale sia la percezione dei fenomeni criminali, ma soprattutto contribuire a scardinare il muro di omertà dietro il quale troppo spesso si nascondono le vittime dei fenomeni estorsivi. Ieri presso la sede della Confocommercio di Napoli sono stati presentati alla stampa i risultati emersi. Il 68 per cento degli intervistati ha dichiarato di non aver mai ricevuto minacce o intimidazioni per finalità estorsive, contro il 24 per cento che invece, ha confermato di essere stato oggetto di pressioni almeno una volta e l’8 per cento che si è dichiarato vittima del racket. Mentre l’81 per cento dei commercianti ha rivelato di aver chiesto denaro agli usurai. La causa principale, secondo il 45 per cento degli intervistati, è stata il rifiuto da parte della propria banca di concedere crediti. Insomma, dal questionario emerge un quadro preoccupante, direttamente legato alla crisi economica: sempre più negozianti finiscono nella rete dei «cravattari». «È necessario – dice Tullio Nunzio, commissario Confcommercio di Napoli – che istituzioni e associazioni di categoria si accordino per avviare una politica di sensibilizzazione nei confronti degli istituti di credito». E non solo, anche se il fenomeno del racket è in diminuzione, è importante non abbassare la guardia. Ecco perché tutti i soggetti hanno il dovere di adottare iniziative anche clamorose, come quella dell’Ascom di Napoli: «Abbiamo inteso inserire – prosegue Nunzi – all’interno dello statuto della nostra associazione una clausola che prevede l’obbligo per la stessa di costituirsi parte civile ogni volta che un commerciante si presenta da noi con un problema di racket e usura». Dai questionari, però, emerge un altro dato significativo: solo il 2 per cento delle vittime del racket decide di rivolgersi alle forze dell’ordine, mentre tutte le altre sono ricorse a strumenti di protezione alternativi, come la VIGILANZA PRIVATA (35 per cento), la stipula di un’assicurazione (6 per cento) e l’istallazione di un sistema di videorsorveglianza (l’8 per cento). E proprio le iniziative legate alla sicurezza rappresentano quelle che gli intervistati ritengono maggiormente più efficaci. Il 39 per cento dei commercianti, infatti, ha detto che si sentirebbe più sicuro se ci fosse una maggiore certezza della pena, mentre il 29 per cento se fosse garantita una maggiore protezione del territorio da parte delle forze dell’ordine. «I dati – ha detto il presidente dell’Ascom di Portici Giuseppe Cangiano – dovranno essere sottoposti all’attenzione delle forze dell’ordine locali e alla prefettura che hanno il compito di promuovere strategie per il controllo del territorio». Solo il 30 per cento degli intervistati, infatti, ha dichiarato che negli ultimi 2 o 3 anni sono migliorati i livelli di sicurezza per le proprie attività. Ma mentre sono in diminuzione i furti, le rapine e le estorsioni, aumentano dunque, i crimini legati all’usura: un’ennesima conferma che sempre più commercianti finiscono nella rete degli usurai. Infine, solo il 10 per cento degli intervistati ha dichiarato di conoscere bene la legge in materia di antiracket e di aiuto ai soggetti a rischio usura.

Commercio, più usura che racketultima modifica: 2010-10-21T11:30:00+02:00da sagittario290

Accoltellato in centro dopo una lite

Edizione BENEVENTO

19/10/2010

Il movimentato episodio in via dell’Università

Accoltellato in centro dopo una lite

Carmen Fusco

HE10_1999.jpgSan Giuseppe Vesuviano. Una coltellata sferrata al culmine di una lite per un tamponamento durante un sorpasso. Aveva solo 28 anni Giuseppe Pizza ed è morto sul colpo. Il fendente non gli ha lasciato scampo, un solo colpo mortale gli ha squarciato il cuore, le altre coltellate lo hanno colpito alla spalla e al braccio ma solo perchè Giuseppe ha tentato, invano, di difendersi. I carabinieri lo hanno ritrovato in una pozza di sangue che ha bagnato l’asfalto di via Croce Rossa. Era accanto alla sua auto, Giuseppe: così lo ha trovato il vigilante che ha dato l’allarme facendo accorrere sul posto i carabinieri ed i mezzi di soccorso. Chi ha ammazzato il giovane di Piazzolla di Nola però si è dileguato ed ora si cercano le sue tracce. L’omicidio è avvenuto all’una, nella notte tra domenica e lunedì. Nemmeno molto tardi considerando che la strada in cui si è consumata la tragedia è uno dei posti della movida cittadina. Eppure sembra non ci siano testimoni. Qualcuno dice di aver sentito il suono continuo di un clacson e poi delle urla ma nessuno ha visto nulla. Le telecamere dell’impianto di sicurezza piazzate su un negozio vicino potrebbero aver registrato il volto dell’assassino. Gli investigatori stanno passando ai raggi X i fotogrammi registrati nei minuti in cui si è consumata l’assurda vicenda e non si esclude che le sequenze possano rivelare particolari utili all’individuazione del colpevole. Di chi sia la mano che ha impugnato il coltello però non si sa ancora. E resta un’ipotesi anche la causa di un gesto così violento. La pista più accreditata è quella della lite per motivi di viabilità. Ma i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata, diretti dal capitano Luca Toti, lavorano sodo per mettere a posto ogni tassello. Sulla carrozzeria della Mercedes Classe A di Giuseppe Pizza, i segni di graffi recenti lasciano pensare a un tamponamento. Un incidente stradale, insomma, dopo il quale sarebbe scattata la lite tra Giuseppe ed il suo misterioso assassino. Si cercano le tracce di un altro mezzo e del suo conducente ma non si esclude il coinvolgimento di altre persone. Il corpo senza vita di Giuseppe Pizza si trova adesso all’obitorio del Policlinico di Napoli in attesa dell’autopsia. È infatti dall’esame che sarà effettuato sul cadavere dal medico legale che potrebbero venir fuori altri particolari utili all’indagine. A cominciare dall’ora esatta della morte del giovane che, secondo le prime ricostruzioni sarebbe avvenuta intorno all’una di notte. Pochi minuti dopo, infatti, il cadavere è stato notato dalla GUARDIA GIURATA che, dopo essersi reso conto che per Giuseppe ormai non c’era nulla da fare, ha subito avvisato le forze dell’ordine. Giuseppe Pizza, incensurato, è nato a Piazzolla di Nola, dove viveva insieme con i genitori e con due sorelle. Guardiano in una fabbrica di pomodori nell’area industriale di Caivano, Giuseppe è descritto da chi lo conosceva bene come un bravo ragazzo, senza grilli per la testa. A via Costantinopoli, dove abitava insieme con la famiglia, da ieri c’è un viavai di persone. Amici, parenti e conoscenti si sono stretti alla famiglia che da ieri non sa darsi pace. Giuseppe Pizza stava tornando a casa ma è rimasto vittima della follia criminale di un assassino che non si è fatto scrupolo di ammazzarlo per una banalità. A Piazzolla di Nola si attende con commozione l’arrivo della salma ma la data della cerimonia funebre non è stata ancora fissata. Tutto dipenderà dall’autopsia che potrebbe essere effettuata tra oggi e domani. Intanto resta la rabbia per la morte di un ragazzo che ha avuto il solo torto di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Accoltellato in centro dopo una liteultima modifica: 2010-10-20T11:30:00+02:00da sagittario290

Furti al Panorama, indagati 3 vigilantes

Sabato 16 Ottobre 2010,

Ed: VENEZIA
Pagina: 18

Furti al Panorama, indagati 3 vigilantes

La segnalazione ai carabinieri dalla stessa agenzia per cui lavoravano

panoramaB.jpgA far scattare le indagini dei carabinieri di Mestre è stata la segnalazione della responsabile operativa dell’Agenzia Fbi, con sede in Corso del Popolo, che gestisce il servizio di security all’interno del Panorama. C’era il sospetto che tre vigilantes alle sue dipendenze potessero essere gli autori di alcuni furti all’interno del centro commerciale, trasformandosi dunque come dire, da guardie a ladri. Di qui la decisione del loro allontanamento preventivo circa un paio di mesi fa. I riscontri effettuati in seguito dai militari dell’Arma si sono conclusi con la denuncia a piede libero di quelli che sono ormai diventati degli ex dipendenti della Fbi: tre quarantenni residenti in città. 

Nelle loro abitazioni sono stati ritrovati computer, tv, playstation, condizionatori e altro materiale per un valore complessivo di circa ventimila euro. Secondo gli investigatori si tratterebbe di merce che i tre addetti alla sorveglianza avrebbero sottratto dal Panorama proprio durante i loro turni di lavoro. Parte della “refurtiva” era ancora imballata, altra invece come alcuni pc già in uso agli stessi sorveglianti infedeli. Va precisato che gli accertamenti investigativi sono ancora in corso per chiarire fino in fondo circostanze e responsabilità.

«La Fbi in tutta questa vicenda – sottolinea l’avvocato Gabriele Annì, legale di fiducia – è parte lesa e ho già ricevuto mandato di costituzione di parte civile nel procedimento a carico dei tre indagati. Non vorremmo che qualcuno stia facendo delle azioni ad hoc per minare la credibilità e l’affidabilità dell’impresa». (m.and.)

Furti al Panorama, indagati 3 vigilantesultima modifica: 2010-10-17T10:45:00+02:00da sagittario290

Ipervigile: giudizio immediato per i vigilantes e il poliziotto

Edizione SALERNO

15/10/2010

Il supercolpo fallito

Ipervigile: giudizio immediato per i vigilantes e il poliziotto

HE10_3294.jpgNOCERA INFERIORE. Tentata rapina al caveau dell’Ipervigile del giugno scorso: disposto il giudizio immediato per i sette imputati, tra cui due vigilantes, due ex loro colleghi e un poliziotto campione sportivo con le Fiamme Oro. Il sostituto procuratore Giancarlo Russo ha chiesto ed ottenuto che vengano processati: Clemente Mirra (32 anni di Sant’Egidio del Monte Albino anche se residente a Pagani) e Mario Ruggiero (39 anni di Nocera Superiore) guardie giurate della Ipervigile in servizio; Gianluca Arcucci (37 anni di Nocera Superiore) e Bruno Giordano (43 anni di Roccapiemonte), ex vigilantes dello stesso istituto privato; Raffaele Esposito di 21 anni, di San Giorgio a Cremano ma residente a Castel San Giorgio; Aniello Califano, 40 anni di Nocera Superiore e Davis Landi, trentottenne poliziotto residente a Roma, pluricampione di nuoto pinnato. I sette imputati sono accusati della tentata rapina al caveau dell’Ipervigile, avvenuta a Nocera Inferiore il 10 giugno scorso. Il giudice Vincenzo Ferrara del tribunale di Nocera ha disposto che il processo inizi il prossimo 24 marzo, anche se i difensori di alcuni degli imputati stanno presentando la richiesta di rito abbreviato per i loro assistiti e quindi il dibattimento potrebbe anche non essere avviato per tutti o gran parte degli accusati. Secondo l’accusa, quel 10 giugno, i rapinatori volevano farsi aprire i cancelli dell’Ipervigile fingendo il sequestro della GUARDIA GIURATA Mirra e arrivare fino al caveau per rapinare i 15 milioni di euro. Il vigilantes di servizio alla centrale operativa, appena visto Mirra, si accorse che qualcosa non andava e fece scattare l’allarme: mentre un altro vigilantes arrivò dall’esterno e sparando in aria fece scappare i rapinatori. sa.dn.

Ipervigile: giudizio immediato per i vigilantes e il poliziottoultima modifica: 2010-10-16T12:00:00+02:00da sagittario290

Ex cutoliano arrestato in un appartamento di Striano

Edizione CIRC_NORD

14/10/2010

Ex cutoliano arrestato in un appartamento di Striano

Pino Cerciello

Copia-di-panepinto-salvatore.jpgSan Giuseppe. La squadra anticrimine del commissariato di San Giuseppe Vesuviano ha arrestato un ex cutoliano su cui pendeva un mandato di cattura del tribunale di Napoli. Salvatore Panepinto, sessantadue anni, pregiudicato di origini siciliane, è stato scovato in un’abitazione al centro di Striano. L’uomo, pedinato da giorni dai poliziotti al comando del dirigente, Maria Rosaria Napolitano, non ha opposto resistenza.

Su di lui diversi capi di accusa e un mandato specifico del tribunale di Napoli. Il pregiudicato, già noto alle forze dell’ordine, in precedenza viveva a San Gennarello di Ottaviano, dove risiedono alcuni suoi parenti.

Negli ultimi tempi, per far perdere le proprie tracce, si era trasferito a Striano, in un appartamento del centro, con la speranza di mimetizzarsi tra la gente normale. Gli uomini dell’anticrimine non gli hanno, però, dato tregua. Negli ultimi mesi hanno fatto terreno bruciato intorno a lui. Grazie ad accurate e mirate indagini, ieri mattina all’alba, sono riusciti a stanarlo e ad assicurarlo alla giustizia.

Secondo gli investigatori, l’uomo rappresentava un livello alto della criminalità organizzata. Un suo figlio fu anche coinvolto nell’omicidio di una GUARDIA GIURATA avvenuto a Napoli qualche anno fa.

Ex cutoliano arrestato in un appartamento di Strianoultima modifica: 2010-10-15T11:15:00+02:00da sagittario290

Truffe bancomat, scoperto un nuovo trucco

Edizione SALERNO

10/10/2010

Scafati Allo sportello della Banca di Credito Cooperativo

Truffe bancomat, scoperto un nuovo trucco

Daniela Faiella

HE10_3626.jpgScafati. Truffe agli sportelli bancomat, nuovo allarme per la banca di credito cooperativo. Ieri mattina, ben nascosti nel quadro display dello sportello bancomat della filiale di via Alcide De Gasperi, in località San Pietro, i carabinieri hanno rinvenuto i «soliti» dispositivi elettronici per la registrazione e la lettura dei dati delle carte bancomat e dei relativi codici pin. Si tratta di una micro-telecamera posizionata sotto la parte alta del quadro-display per registrare la sequenza dei numeri digitati dalla vittima di turno e rilevare così i codici pin della carta, e di un lettore, detto skimmer, installato in corrispondenza della fessura in cui viene inserita la tessera per captare ed archiviare in memoria i dati della banda magnetica della carta stessa, durante la «strisciata», nel momento in cui viene inserita la tessera. La scoperta è stata fatta ieri mattina. Sarebbe stata una GUARDIA GIURATA a far scattare l’allarme, dopo aver scorto uno strano forellino nella parte alta del quadro-display del bancomat. Sono stati successivamente i carabinieri della locale stazione, intervenuti sul posto, a constatare l’effettiva presenza di quel marchingegno e a rimuoverlo tempestivamente. Non è al momento possibile stabilire da quanto tempo quello sportello bancomat fosse «monitorato». Non da più di due giorni, ritengono i carabinieri, considerando che quel sistema di captazione della banda magnetica e del codice pin delle carte bancomat ha, solitamente, un’autonomia massima di ventiquattro ore. La direttrice della filiale avrebbe contattato già ieri mattina tutti i clienti della banca che hanno prelevato contanti o eseguito altre operazioni allo sportello bancomat di via Alcide De Gasperi per verificare se fossero state contabilizzate operazioni sospette in uscita sui loro conti correnti. Qualche prelievo «non autorizzato» sarebbe stato già denunciato. Già ad aprile scorso la banca di credito cooperativo finì nel mirino dei truffatori i quali, anche allora, installarono la stessa tipologia di marchingegno nel quadro-display dello sportello bancomat della filiale centrale, in via Pietro Melchiade.

Truffe bancomat, scoperto un nuovo truccoultima modifica: 2010-10-11T11:45:00+02:00da sagittario290

Un quarto d’ora di sangue

Domenica 3 Ottobre 2010,

Ed: PADOVA
Pagina: 2

NOTTE DI TERRORE
Regolamento di conti: uccisi con armi da taglio un marocchino e un tunisino alla Guizza e all’Arcella

Un quarto d’ora di sangue

Marco Aldighieri

1622.jpgDue omicidi in quindici minuti. È accaduto l’altra notte tra l’una e un quarto e l’una e trenta in due quartieri opposti della città. Le vittime sono due nordafricani, morti dissanguati per i colpi di coltello e di cocci di bottiglia. Secondo gli investigatori, un team composto da polizia e carabinieri, al momento non esisterebbe alcun legame tra i due casi.  

ORE 1,15 – GUIZZA   

Il primo accoltellamento mortale all’una e quindici in piazzale Cuoco alla Guizza, tra l’ufficio postale e il bar “2008”. Due amici marocchini intenti a bere birra e liquori seduti su un muretto accanto a uno spazio di verde, per motivi ancora da appurare, sono stati aggrediti a colpi di bastone da almeno cinque connazionali. Un vero e proprio raid punitivo. Ad avere la peggio è stato Khalid Anoir, diciannovenne con regolare permesso di soggiorno per motivi di lavoro, incensurato e domiciliato insieme al fratello in via Testa in zona Terranegra. Il giovane straniero è stato ferito con un coltello, forse da cucina, con due fendenti ai glutei e tre all’interno della coscia sinistra. Uno di questi gli ha reciso l’arteria femorale. Il marocchino ha provato a fermare l’emorragia stringendosi attorno alla gamba la maglietta che indossava, ma dopo pochi minuti è morto. L’amico a terra e dolorante ha chiesto aiuto. Li ha visti un vigilantes della Civis che ha subito chiamato il 113 e il Suem 118. I medici hanno provato a rianimare il nordafricano, ma è stato tutto inutile. Sul posto sono giunti gli agenti della sezione “Volanti” guidati da Michela Bochicchio e gli uomini della Squadra mobile coordinati da Marco Calì. Gli investigatori hanno sequestrato due bastoni, alcune bottigliette di birra e un bicchiere in vetro scheggiato. La polizia scientifica ha effettuato una serie di operazione per repertare eventuali impronte digitali e il dna degli aggressori. Il ferito, trasportato all’ospedale civile non in gravi condizioni ma sotto shock, non ha fornito molti particolari di quanto accaduto alla polizia. Sembra però che la Mobile abbia già individuato la banda. Ieri sera in questura gli investigatori hanno interrogato tre nordafricani. Servirà altro tempo però per capire chi materialmente ha sferrato la coltellata mortale, ma di fatto il cerchio sarebbe chiuso. Gli amici di Khalid lo ricordano come un ragazzo normale, lavoratore e per nulla invischiato nello spaccio di droga. «Gli piaceva giocare a calcetto nel campetto di Santa Teresa, proprio a due passi da piazzale Cuoco» ha ricordato un connazionale. 

ORE 1,30 – ARCELLA 

Il secondo delitto è accaduto all’una e trenta all’Arcella in via Vecellio davanti alla rosticceria “La bocca della Verità” gestita da cinesi, ma al momento chiusa. Khaled Chokri, tunisino di 35 anni con precedenti per spaccio e furto, sembra abbia litigato molto violentemente con un connazionale. Secondo i carabinieri, intervenuti con la compagnia coordinata dal maggiore Dionisio De Masi, il tutto sarebbe scaturito per futili motivi e sotto l’influenza di massicce dosi di alcol.Ma non è esclusa nemmeno la pista di un regolamento di conti per affari di droga. Tra i due la tensione è salita fino a quando Chokri è stato ferito alla gola con un coccio di bottiglia. Un taglio di quasi dieci centimetri che non gli ha dato scampo. L’aggressore, forse insieme a un complice, è scappato facendo perdere le proprie tracce. Alcuni tunisini presenti all’omicidio e portati in caserma a Vigodarzere per essere ascoltati hanno dichiarato di aver visto fuggire un’auto bianca. Sul posto sono arrivati anche i medici del Suem 118 che, come in piazzale Cuoco, hanno provato inutilmente a rianimare il nordafricano. La morte è giunta per soffocamento. Il primo soccorso gli è stato dato da un italiano in transito in macchina su via Vecellio, che con il telefono cellulare ha chiamato il 112. I carabinieri hanno sequestrato diverse bottigliette di birra e il coccio di bottiglia usato come una lama per uccidere. Khaled Chokri da quasi dieci anni Italia, fino a poco tempo fa abitava insieme a una ragazza italiana tossicodipendente in piazza Mazzini. I militari dell’Arma avrebbero già individuato il suo aggressore. Si tratterebbe di un connazionale sposato e padre di un bambino, attualmente irreperibile.

Un quarto d’ora di sangueultima modifica: 2010-10-04T11:00:00+02:00da sagittario290

Complice della rapina, in manette guardia giurata

Edizione CASERTA

02/10/2010

Complice della rapina, in manette guardia giurata

HE10_3026.jpgPiedimonte Matese. Armi in pugno e con il volto coperto dal passamontagna, due malviventi, ieri mattina, si sono fatti consegnare dal personale di vigilanza appena sceso dal furgone portavalori alcuni plichi contenenti denaro contante, da destinare all’ufficio centrale di Poste Italiane, in via Lupoli a Piedimonte Matese. Erano circa le 7 del mattino e gli uffici avevano appena aperto proprio per il disbrigo di tutte le pratiche necessarie all’avvio della giornata lavorativa: appena il furgone blindato è entrato nel piazzale deserto antistante gli uffici, i due banditi si sono avvicinati e hanno atteso con le armi in pugno i vigilantes, che non hanno opposto alcuna resistenza. Pochi minuti sono bastati per farsi consegnare i plichi con il denaro contante: a quel punto, i due si sono dati alla fuga raggiungendo un’auto che evidentemente li attendeva nei paraggi. È scattato quindi l’allarme e sono stati avvisati i carabinieri della locale stazione: sul posto sono giunte in pochi minuti le radiomobili del nucleo operativo della vicina Compagnia. I vigilantes hanno raccontato ai militari ciò che era accaduto ma non è stato possibile calcolare esattamente l’ammontare del denaro trafugato: all’interno dei furgoni portavalori, infatti, i plichi vengono soltanto depositati senza l’indicazione del valore in essi contenuto. Sono scattate quindi le indagini dei carabinieri, ma qualcosa nel racconto dei due vigilantes non ha convito i militari sin dall’inizio. E infatti, in serata, il primo cerchio investigativo si è chiuso con l’arresto di una GUARDIA GIURATA in servizio presso la società Lavoro e Giustizia (la stessa del furgone portavalori), con l’accusa di favoreggiamento: si tratta di Lorenzo Tripaldella, 38 anni, di San Nicola La Strada. Sarebbe stato proprio lui, secondo gli inquirenti, a fornire le indicazioni ai malviventi che, ieri mattina, hanno materialmente effettuato la rapina. Le indagini dovrebbero concludersi nelle prossime ore con l’arresto dei due banditi che avrebbero oramai le ore contate. g.d’and.

Complice della rapina, in manette guardia giurataultima modifica: 2010-10-03T11:45:00+02:00da sagittario290

Furti in negozio, arrestate

Giovedì 30 Settembre 2010,

Ed: PORDENONE
Pagina: 7

Il colpo l’altro ieri da Decathlon. Oggi saranno processate per direttissima

Furti in negozio, arrestate

Nel bottino tute e scarpe da calcio. I carabinieri portano in cella tre nomadi

2302.jpgPORDENONE – Rompevano i dispositivi anti-taccheggio e infilavano la merce nella borsa. Con questo sistema tre nomadi della provincia di Treviso si sono impadroniti di tre tute da ginnastica e di un paio di scarpe da calcio, una spesa di 260 euro. È successo l’altro ieri pomeriggio nel negozio di articoli sportivi Decathlon di Fiume Veneto. In carcere con l’accusa di furto aggravato sono finite Laura Major, 55 anni, di Vedelago; Bruna Major, 32, di Merlengo e Justine Gabrielli, 22, di Riese Pio X. Saranno processate oggi per direttissima, come disposto dal magistrato di turno Daniela Bartolucci. 

2304.jpgGli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Radiomobile di Pordenone, l’altro ieri impegnati in un servizio di prevenzione nella zona dei centri commerciali. Quando hanno notato i vigilantes del Decathlon discutere con una donna, si sono avvicinati per chiedere spiegazioni. «C’è stato un furto e sospettiamo tre donne», hanno riferito i responsabili del servizio anti-taccheggio descrivendo le due donne che si erano nel frattempo erano state perse di vista. I carabinieri le hanno rintracciate mentre tentavano di allontanarsi dal negozio.

Va segnalato che negli ultimi giorni l’aliquota Radiomobile ha sventato un furto ai danni di una nota rivendita d’auto di Pordenone. I ladri stavano cercando di portar via una macchina di grossa cilindrata, durante la notte. L’arrivo della gazzella dei carabinieri li ha messi in fuga.

2306.jpgNumerosi anche i controlli in locali pubblici con l’impiego anche di unità cinofile dell’Arma provenienti da Torreglia e addestrate per la ricerca stupefacenti e armi-esplosivi: hanno contribuito a identificare circa 500 persone. Serrati i controlli anche nel campo della circolazione stradale. Sono state contestate circa 20 violazioni al Codice della strada usando anche etilometro e telelaser.

Ulteriori servizi di prevenzione saranno organizzati per il prossimo fine settimana, con particolare attenzione al Codice della strada, all’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti.

Furti in negozio, arrestateultima modifica: 2010-10-01T11:30:00+02:00da sagittario290