Sventato furto in un caveau a Caserta

Cronaca

03 ottobre 2010

IL CASO

Sventato furto in un caveau a Caserta
Tra i 7 arrestati, uno dei “Testaccini”

Manlio Vitale, legato al boss della banda della Magliana, Maurizio Abbatino. Tra i basisti anche un dipendente del comune di Napoli, addetto al sistema fognario

vitale--140x180.jpgROMA – Gli agenti delle Squadre mobili di Roma e Caserta hanno sventato in extremis un clamoroso assalto ad un noto istituto di credito in pieno centro a Caserta. Sette gli «uomini d’oro» arrestati quando erano arrivati a pochi centimetri dal caveau dove erano custoditi preziosi e denaro per diversi milioni di euro. Tra i protagonisti dell’impresa criminale, personaggi molto noti della malavita organizzata romana con un passato di affiliazione o di contiguità con la Banda della Magliana: tra di loro Manlio Vitale, personaggio molto noto alle cronache giudiziarie, vicino al gruppo dei «Testaccini».

CAROTAGGIO – Da mesi gli agenti della Squadra mobile della capitale seguivano i movimenti e gli spostamenti della banda, fino al pomeriggio di ieri quando, con i colleghi della mobile di Caserta, sono intervenuti per evitare un colpo in preparazione da mesi, con la partecipazione dei più noti esperti romani, conosciuti negli ambienti della malavita organizzata come «cassettari». I sette sono stati sorpresi al lavoro mentre effettuavano il carotaggio di una parete in cemento armato. A pochi chilometri dalla banca, in corso Trieste, nel peno centro cittadino, il gruppo aveva una base logistica: un appartamento dove con radio e scanner venivano ascoltate le frequenze delle forze dell’ordine e dove erano custoditi tutti gli attrezzi del mestiere. Tra gli arrestati anche due basisti che avevano individuato l’obiettivo da assaltare: uno de due è un dipendente del Comune di Napoli, addetto al sistema fognario.

caveau--180x140.jpgCHI E’ MANLIO VITALE – Tra i «sette uomini d’oro» – così è stata chiamata l’operazione – arrestati dopo che la polizia ha sventato un assalto al caveau di una banca a Caserta, c’è Manlio Vitale, 61 anni, che veniva considerato uno dei più stretti collaboratori del boss della banda della Magliana Maurizio Abbatino, noto con il soprannome di «Er Gnappa» (piccoletto in romanesco) e amico di Enrico De Pedis detto «Renatino», capo della componente dei «testaccini». Nei primi anni di vita della banda che terrorizzò la capitale fra la fine degli anni ’70 e la metà degli anni ’80, Vitale, secondo il pentito Abbatino, era soprattutto un acquirente di partite di stupefacenti, che poi smerciava nelle zone dell’Ostiense e della Garbatella, dov’era nato e dove aveva la base operativa. Ma l’attività in cui Vitale era maestro e che gli servì per arrivare ai vertici della banda, era la ricettazione di preziosi. Secondo quanto raccontò Abbatino, Vitale aveva preso parte, l’11 novembre del ’77, al sequestro del duca Massimiliano Grazioli. Arrestato nel ’78, ’80 e ’85, secondo un altro pentito, Claudio Sicilia, Vitale fu coinvolto nell’omicidio di un componente della banda, Amleto Fabiani. Il suo nome fu fatto anche per altri due omicidi, quello di un altro appartenente alla banda, Massimo Barbieri, e di una guardia giurata, Umberto Bozzolen, nel corso di una rapina nel 1982. Nel ’95 gli furono sequestrati beni per 20 miliardi di lire, tra cui appartamenti in Costa Smeralda, negozi e società a Roma e auto di grossa cilindrata. Latitante per due anni in Corsica, nel 1996 fu estradato in Italia e nel ’99 gli fu notificata in carcere l’imputazione di usura perchè continuava da Rebibbia «l’attività» servendosi della moglie e di uno dei figli. Nel 2000 fu accusato di essere uno dei mandanti del furto nelle 147 cassette di sicurezza nel caveau della Banca di Roma della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio nella capitale.

Redazione online

Sventato furto in un caveau a Casertaultima modifica: 2010-10-04T11:30:00+02:00da sagittario290