ALLA FERMATA DEL BINGO
Martedì 28 Luglio 2009,
Ed: PADOVA
Pagina: 2
Niente pitt bull nel bus, porta sfasciata
Quattro ragazzi inveiscono contro il conducente, e poi si scatenano
È venerdì pomeriggio della scorsa settimana. E l’autobus numero 4, che percorre la linea in direzione Bragni, ferma in via Tiziano Aspetti davanti al Bingo.
Tra gli altri, ad attendere che l’autista apra le porte per la salita e la discesa dei passeggeri, ci sono anche quattro ragazzi. Abiti rap, tatuaggi, piercing e un pitt bull senza museruola con loro e che vogliono fare salire sul bus.
Proposito che trova la netta opposizione del conducente del mezzo pubblico che non intende fare salire il cane, tra l’altro privo di museruola, a bordo. E allora apriti cielo. I giovani cominciano a inveire contro l’autista che però mantiene la calma e continua a spiegare le ragioni del suo rifiuto in maniera civile. Linea che però non sembra proprio essere apprezzata dai suoi interlocutori sempre più agitati.
Tanto che a questo punto il dipendente Aps decide di prendere il telefonino per avvisare la direzione chiedendo rinforzi. Evidentemente preoccupati che la chiamata fosse indirizzata alle forze dell’ordine, i quattro, con cane al seguito, decidono di desistere e di fare marcia indietro. Non prima però di avere lasciato il segno del loro passaggio.
E così tra gli sguardi sbigottiti e impauriti degli altri passeggeri rimasti a bordo cominciano a prendere a calci la porta centrale, quella d’uscita, dell’autobus. Pedate talmente forti e rabbiose che mandano in frantumi i vetri facendoli esplodere. Terminata la prestazione i “karate-boys”, appagati dalla performance, fuggono a gambe levate naturalmente con il fido pitt bull al seguito.
«Purtroppo a situazioni del genere, anche se magari non così violente come quella capitata al nostro collega, noi assistiamo con una certa frequenza – dicono alcuni autisti – I vigilantes infatti salgono solo assieme ai controlli per “scortare” il loro servizio».
«Durante le ore notturne e nei week end invece – continuano i conducenti – le corse non sono per nulla “protette” e i controlli avvengono di rado. In questo modo quasi nessuno paga il biglietto».
M.B.