12 luglio 2009 | Simone Schiaffino
Furti in casa, come difendersi
Chi l’ha subito non ha dubbi: il furto nella propria abitazione è una vera violenza. Tocca la sfera personale, una sorta di sfregio ai luoghi in cui va in scena la vita privata di ognuno, è lo scempio del contesto dell’esistenza quotidiana. Senza contare l’effettivo danno patrimoniale in termini di oggetti e denaro rubati. E per questo tale tipo di reato è quello che maggiormente crea allarme sociale e fa crescere il bisogno di sicurezza in un territorio.
Il levante e l’entroterra sono un contesto in cui l’allarme furti è evidente. Secondo le stime elaborate incrociando i dati annuali delle forze dell’ordine (polizia e carabinieri) che si impegnano per contrastare il fenomeno, in riviera viene denunciato un furto ogni tre giorni, dieci casi al mese. E questo nonostante uomini che vestono diverse uniformi impegnino gran parte del loro tempo e dei loro mezzi per contrastare l’attività del predatori di denaro, gioielli di famiglia, o apparecchi di alta tecnologia. È cambiato, col tempo, anche il tipo di furti che vengono commessi, è mutata la “metodologia” adottata dai ladri. Lo sanno bene le autorità, ma anche chi, privatamente, mette a disposizione professionalità e mezzi a tutela della proprietà di ognuno. Come gli istituti di vigilanza, che offrono, sempre più a prezzi accessibili, strumenti per difendere le nostre case. Come la Sicurglobal Spa, una delle società di guardie giurate più rappresentativa del settore della vigilanza privata (www.sicurglobal.it) e ben rappresentata in riviera. Dispone di una centrale operativa sempre in funzione e due postazioni, a Chiavari e Rapallo, da cui far partire una dozzina di auto pattuglie ad ogni allarme, collegato alla centrale, che si attiva nell’istante in cui avviene un’intrusione. «Un tempo i ladri preferivano ville e dimore in cui la refurtiva può essere decisamente consistente; ora qualsiasi appartamento anche un modesto bilocale viene “visitato”, perché si è diffusa un’altra tipologia di banditi e quindi di furti – spiega il maresciallo Elio Esposito, responsabile del levante genovese per la Sicurglobal -. Con una maggiore presenza di persone che hanno poco o nulla da perdere, la figura del ladro di oggi è ben lontana dal profilo dei “professionisti” di un tempo. Oggi i malintenzionati forzano, scassinano, rischiano per pochi spiccioli. E forse anche la loro reazione, in caso vengano scoperti, è più pericolosa e aggressiva». Si sta diffondendo un tipo di furti che non presuppone l’assenza degli inquilini. Spesso le persone vengono derubate mentre dormono. Oppure, svegliandosi per il rumore, mettono in fuga i ladri, rischiando, appunto, una loro reazione di difesa. Già, ma cosa si può fare? «Qualche istituto di vigilanza, come il nostro, ha abbattuto i costi degli impianti di videosorveglianza e antifurto, con la formula del comodato d’uso – spiega il maresciallo Esposito -. In pratica diamo gratuitamente gli apparecchi, salvo un piccolo costo di installazione. E poi chiediamo un canone mensile, che varia da 50 a 100 euro al mese. Così il cittadino non deve acquistare le apparecchiature».
Esistono diversi sistemi, adatti alle caratteristiche delle abitazioni. Dagli impianti perimetrali, dotati di sensori anti intrusione, ai sistemi con telecamere. In molti casi il sistema è collegato alla polizia, ai carabinieri, o all’istituto di vigilanza. Esistono poi altri dispositivi, che si possono aggiungere a questi sistemi: ad esempio apparecchi a basso costo che, durante l’assenza dell’inquilino, attivano casualmente interruttori o tapparelle elettriche: in questo modo si fa credere ai ladri che la casa sia abitata. «Ancora una raccomandazione – dice Esposito – non collegate l’allarme a numeri di telefono di amici o parenti: li si espone al rischio di un faccia a faccia coi ladri o, in caso di falso allarme, si può incorrere, con la chiamata al 113, alla denuncia per procurato allarme».