
Venerdì 4 Settembre 2009,
Ed: PADOVA
Pagina: 3
Il commerciante ferito: «Meno male che non ero dietro il bancone, altrimenti avrei sparato». I banditi sono serbi
Rapinatori inseguiti e presi dai passanti
In tre assaltano la gioielleria Mazzon in largo Europa, due persone li braccano in auto
Un pomeriggio da incubo sul fronte della sicurezza. In largo Europa a Padova un gioielliere, Alfredo Mazzon, è stato aggredito, preso a pugni e calci e rapinato da tre serbi con il volto travisato, che sono poi fuggiti: ma due avventori di un bar hanno intuito cos’era successo e si sono lanciati all’inseguimento costringendo i malviventi a dividersi per tentare di scappare a piedi. Ma in via Beato Pellegrino sono riusciti a bloccarne uno, e hanno fornito indicazioni alla polizia per catturarne un altro. Il terzo complice è ora braccato, ricercato nei campi nomadi del vicentino.
Quasi contemporaneamente, a Camposampiero due rapinatori italiani hanno assaltato una tabaccheria, ma anche in questo caso dopo un lungo inseguimento sono stati bloccati dai carabinieri.
Pistola spianata di nuovo in centro a Padova, quando all’ora di cena una donna è stata affrontata da un bandito che le ha puntato contro l’arma, probabilmente giocattolo, pur di farsi consegnare la borsetta. La vittima ha reagito ed è stata gettata a terra subendo alcune escoriazioni.
PAGINA III
Pestato a sangue e rapinato dei monili esposti in negozio.
In pieno centro, davanti ad una affollata pasticceria. Da un manipolo di “ladroni”, perchè non c’è altro modo di definire i tre serbi che ieri pomeriggio, poco dopo le quattro – proprio mentre in Procura si teneva un incontro con le forze dell’ordine sul pacchetto-sicurezza – hanno assaltato la gioielleria di Alfredo Mazzon, settantenne, in Largo Europa. Niente armi: sono bastati i pugni. Gli hanno fracassato il naso, tramortendolo. Ma due di loro non hanno fatto molta strada. Inseguiti da un commerciante e un vigilante della “Padova Controlli” che stavano prendendo un caffè da “Baessato” e accerchiati da una “volante” della polizia, sono stati acciuffati. Il terzo complice ha le ore contate: gli investigatori della Squadra Mobile gli stanno dando la caccia nel Vicentino.
Gli arrestati sono Zoran Tadic, trentaseienne, e Nevzad Arifovic, trentenne, entrambi con precedenti per reati contro il patrimonio. Il primo risulta presente in Italia fin dal 2005, mentre il secondo da ancora più tempo, e precisamente dal 2002. Sulle loro spalle giacciono ineseguiti più ordini di espulsione.
Un colpo mordi e fuggi, tipicamente predatorio. Hanno visto il negozietto seminascosto dall’impalcatura che ormai da tre anni avvolge palazzo Beldomandi, hanno notato l’anziano commerciante da solo. Una rapina facile, hanno pensato. Un paio di baffi posticci, un cappellino calato sugli occhi, un complice lasciato sotto il portico a fare da “palo”.
Sono entrati come schegge. Non hanno lasciato al gioielliere il tempo di reagire. Lo hanno buttato per terra, quindi gli hanno scaricato una gragnuola di pugni sulla faccia. Sopraffatto dal dolore, Alfredo Mazzon è rimasto intontito sul pavimento, con fiotti di sangue che colavano dal naso. Stavano svuotando le vetrine, infilando i monili in un borsone, quando si è affacciato al negozio un amico dell’orefice. I banditi hanno abbandonato parte del bottino e sono fuggiti. Mentre attraversavano in diagonale Largo Europa, passando accanto alla fontana, si sono liberati del travisamento. È a questo punto che hanno attirato l’attenzione del vigilante e del commerciante seduti ai tavolini della pasticceria. Sono stati visti imboccare Riviera Mugnai, scendere le scalette e lanciare nel canale barbe, baffi e berretti (dove più tardi saranno recuperati dai vigili del fuoco).
Alle urla di aiuto si sono accorti di essere inseguiti. Hanno tagliato la corda a piedi, abbandonando nel parcheggio la Mercedes intestata ad una cittadina serba domiciliata in un campo nomadi nel Vicentino. Si sono divisi. Hanno preso tre strade diverse. Ma per Tadic e Arifovic la fuga è finita dopo poche centinaia di metri. Uno è stato bloccato in via Beato Pellegrino dalla coppia di inseguitori a bordo della Smart della “Padova Controlli”, l’altro è stato catturato dagli agenti di una “volante” in via Cristofori. Il terzo per il momento l’ha scampata.
I monili razziati sono stati per intero recuperati. E anche un migliaio di euro trovato in tasca agli arrestati. In Questura i due serbi non sono stati molto loquaci. Hanno solo detto di essere appoggiati ad un agriturismo nel Bresciano. Al resto penserà il pubblico ministero Sergio Dini.
Gabriele Coltro
Cesare Arcolini