Edizione SALERNO
26/09/2009
Colpo da seimila euro. I dipendenti: rapina studiata, il venerdì c’è un alto giro di affari
Banditi armati al mercato ittico
Un contabile tenta di reagire: colpito alla testa con il calcio della pistola
GIANLUCA SOLLAZZO «È stato un attimo, non ci siamo accorti di niente». Hanno commentato così i due contabili vittime della rapina di ieri. Un colpo di pistola sparato dai rapinatori in fuga ha destato poi l’attenzione di tutti i dipendenti del mercato ittico. Una coda di mattinata fatta di terrore, segnata da uno choc palpabile fino alle 13 di ieri. Il quotidiano che diventa incubo, in un venerdì di punta per i carichi di lavoro. «Tanto quotidiano non era, il venerdì è il giorno più intenso dal punto di vista delle contrattazioni», fa sapere un impiegato. Uno dei pochi presenti davanti al capannone rapinato. Tutto studiato, allora. Studiata anche la violenta minaccia ai due poveri dipendenti del mercato della zona industriale. «Se non avessero sparato quel colpo in aria non ci saremmo accorti di niente», dicono i presenti. In via Gracco, al mercato del pesce accanto al centro agroalimentare, non si lavora più dopo mezzogiorno. Prima delle 13 il capannone è desolatamente vuoto. Negli sguardi dei pochi dipendenti ancora sul posto restano solo l’immagine di Giovanni Calabrese, l’impiegato del posteggio 7, con la testa insanguinata e lo choc di Vittorio Civale, il ragioniere minacciato con la pistola. Davanti al retrobanchina 7 c’è ancora una macchia di sangue lasciata da Giovanni dopo il ferimento. All’entrata dello stabilimento ecco uno dei responsabili mormorare a pochi colleghi, ancora increduli per l’accaduto. «Giovanni pensava si trattasse di uno scherzo, mi ha detto che non voleva crederci quando Vittorio gli ha chiesto di dargli subito i soldi». Vittorio Civale, il ragioniere del mercato ittico, era nel retrobanchina poco dopo le 7.30. «Mi ha detto che ad un tratto si è sentito braccato – dichiara il responsabile del centro ittico – ma che non è riuscito a vedere in faccia chi lo stava minacciando». Vittorio, l’uomo dei conti, così lo chiamano i suoi colleghi, si è trovato solo davanti a un pericolo di vita. E pensare che Giovanni, l’addetto del posteggio 7, aveva pensato in un primo istante a una burla. «Capita di scherzare dopo una nottata di lavoro, ma mai avrebbe pensato che non fosse una messa in scena», dice l’unico degli addetti del mercato disponibile a riavvolgere il nastro di un inizio thriller di giornata. Dopo le 8 sia Giovanni che Vittorio hanno lasciato via Gracco per andare in ospedale. Giovanni alla fine se l’è cavata con qualche punto alla testa, è tornato a casa e sta bene. Vittorio ha avuto solo tanto spavento. Alle 13 il mercato chiude. E dopo la rapina c’è ancora più fretta di farlo. «È la prima volta che accade un evento del genere, c’era la sorveglianza ma chi ci ha rapinato ha agito davvero in pochi attimi», confessa Raffaele Annarumma, direttore del centro agroalimentare di via Gracco. «Una rapina è sempre una rapina, siamo rimasti tramortiti, vorrà dire che ci muoveremo di conseguenza». Come? «Potenziando l’impianto di videosorveglianza e assumendo un VIGILANTES che stia all’entrata fino all’orario di chiusura in supporto ai cinque vigili urbani che stazionano tra i due mercati», taglia corto Annarumma. Si chiudono i battenti in via Gracco. La manutenzione entra in possesso degli stabilimenti. All’interno due operatrici intente a scaricare alcuni cartoni, buste varie. «Erano pronti a uccidere – parlottano – sennò come si spiega quel colpo sparato con la pistola, per fortuna è finita bene». È passata l’una in via Gracco, la giornata è ancora lunga e la paura si dirada.