FOGGIA, sabato 2 agosto 2008 – ORE 14.10
Torre Guiducci, operativo l’albergo diffuso
La raccolta dei pomodori è iniziata. I campi si colorano del nero dei braccianti africani, del biondo di quelli slavi. L’Africa e l’Est Europa sono i principali fornitori di manodopera a buon mercato, di quella da utilizzare nelle campagne del foggiano. Ettari ed ettari di terra e pomodori, di solidarietà e caporalato. Il morto, il primo morto, la cronaca lo ha già registrato. La pietà, quelle poche volte che fa capolino tra le baracche dove trovano precario rifugio i braccianti, tra panni stesi ad asciugare e avanzi della cena, spera sia l’ultimo. Qualcosa si muove, però, qualche segno di novità si comincia a notare. Da meno di un mese è operativo il centro d’accoglienza di Torre Guiducci, uno dei due alberghi diffusi messi in campo dalla Regione a Foggia e Cerignola. Per la terza struttura annunciata, quella di San Severo, bisognerà ancora attendere, almeno fino a settembre. 45 posti letto, 35 per gli uomini, 10 per donne ( ma alla bisogna c’è posto anche per 50 persone), a Torre Guiducci la media degli ospiti è di una ventina il giorno. In questi ultimi giorni, però, gli ospiti sono soltanto sette. La distanza dai campi ed i costi dell’ospitalità, forse, non aiutano. Cinque euro il giorno per usufruire di un posto letto, del bagno, della doccia. Nel prezzo è compresa anche la possibilità di usufruire di una postazione internet e della sala TV. Con un supplemento di tre euro è possibile anche cenare. Prezzi più che contenuti, ma forse troppo alti per chi guadagna – se tutto va bene – una ventina d’euro il giorno. Quattro i mediatori culturali che vi lavorano, per conto di una cooperativa che ha la gestione del centro. C’è poi il custode, albanese con la famiglia, e una guardia giurata, presente 24 ore su 24. Un centro che è la misura della civiltà di un territorio, che ha molto da farsi perdonare sui temi dell’accoglienza.
Vincenzo D’Errico