«Immigrati, un Cpt in Veneto no alle ronde coi vigilantes»

(19 maggio 2008)

INTERVISTA AL PREFETTO LEPRI GALLERANO

«Immigrati, un Cpt in Veneto
no alle ronde coi vigilantes»

Felice Paduano

«Difficile introdurre il reato d’immigrazione clandestina perché contrasta con le leggi dell’Unione europea Ora tocca al governo»

Mercoledì il governo varerà il pacchetto sicurezza e se l’introduzione del reato di immigrazione clandestina sembra accantonata, restano aperte questioni assai rilevanti: sanatoria solo per le badanti, come sostiene il ministro Maroni, o anche per altri lavoratori «clandestini»?
C’è grande attesa per il nuovo regime in materia di espulsione degli irregolari e per le deleghe di controllo del territorio: la Lega vuole «istituzionalizzare» le ronde di volontari e vigilantes pagate dagli enti locali, mentre il ministro della Difesa La Russa intende affidare all’esercito il controllo del territorio non solo al Sud ma anche al Nord.
A Padova, da quando è arrivato il nuovo prefetto Michele Lepri Gallerano, (negli ultimi sei anni vice capo del dipartimento Libertà Civili e dell’Immigrazione al ministero dell’Interno) le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli nelle zone «calde», con l’obiettivo di non dare tregua a chi delinque.
Dottor Lepri Gallerano, cosa pensa della possibilità di utilizzare l’esercito a fianco di polizia e carabinieri per controllare il territorio e prevenire i reati?
«Non credo che ce ne sia bisogno. A Padova, per rendere più efficiente l’azione delle forze dell’ordine, servono solo più agenti di Polizia di Stato e più carabinieri. Mi sono insediato a Palazzo Santo Stefano due mesi fa. Ho dato un’occhiata ai numeri e mi sono reso conto che c’è una gravissima carenza di personale».
Signor Prefetto, a Padova s’invoca più sicurezza e maggiore impegno per contrastare il degrado di alcuni quartieri: lei che ne pensa?
«I cittadini hanno ragione. Non è più possibile tollerare che i delinquenti colti in flagranza, arrestati la sera per reati gravi, tornino liberi il giorno dopo. Quindi è giusto rivendicare la certezza della pena. E’ nostro preciso dovere poi garantire una migliore qualità della vita in quelle zone dove si delinque di più. Mi riferisco evidentemente all’Arcella, alla stazione e alla Stanga».
Cosa ne pensa delle ronde con extracomunitari e vigilantes al seguito?
«Apprezzo tantissimo la buona volontà di tutte quelle persone che intendono collaborare con le forze dell’ordine, ma è opportuno aiutare lo Stato nei modi consentiti dalla legge. Ad esempio è già sufficiente effettuare immediatamente la segnalazione del reato alle forze dell’ordine competenti, che hanno la possibilità d’intervenire in tempo reale, ma sarebbe un grave errore incidere sulla libertà altrui perché si andrebbero a ledere i principi di legalità garantiti dalla Costituzione. Quanto poi alle guardie private, possono sorvegliare solo beni immobili e non pattugliare il territorio affiancando le ronde: su questo principio non si può derogare. La legge va rispettata. O prenderemo dei provvedimenti. Su questo non si transige».
Il centrodestra, guidato dall’onorevole Filippo Ascierto, chiede con insistenza la realizzazione di un CPT proprio nella nostra provincia. Lei è d’accordo?
«In linea di principio non sono contrario all’istituzione dei CPT. Purché al loro interno siano tutelati i diritti universali dell’uomo: sono strutture necessarie per garantire la certezza delle espulsioni degli immigrati che non rispettano le nostre leggi, nei paesi di provenienza. Naturalmente ne servirebbe uno solo per tutto il Veneto e non uno in ogni provincia. Anche perché è stato già deciso di potenziare i Centri di permanenza che si trovano nelle regioni limitrofe».
Esiste a Padova un’emergenza-nomadi con gli stessi rischi che ci sono a Milano e Roma e Napoli, dove c’è stata una rivolta di massa guidata dalla camorra?
«Assolutamente no. La presenza dei rom sia in città che in provincia è limitata. Non credo che i nomadi rappresentino un grave problema per la comunità anche perché mi risulta che, negli ultimi vent’anni, l’amministrazione comunale ha sempre un buon rapporto con loro. In pratica il Comune ha garantito un’assistenza di qualità, che ha favorito anche l’inserimento di una parte di essi nel tessuto civile».
Perché il governo trova grosse difficoltà ad introdurre il reato di immigrazione clandestina nel pacchetto sicurezza?
«Aspettiamo di vedere prima cosa deciderà mercoledì il Governo. Al momento posso solo dire che tale ipotesi di reato non potrà mai essere applicato per i cittadini comunitari perché sarebbe in contrasto con le direttive dell’Unione Europea».
E per finire un tema brioso che rappresenta in questo periodo di mezz’estate un vero grattacapo per i residenti del centro: come si potrebbero risolvere i disagi creati dal popolo dello spritz?
«Padova ha una bellissima università con 65.000 iscritti, dei quali circa 35.000 vivono in città per dieci mesi all’anno. Quindi è scontato che in centro, alla sera, si riversino migliaia di giovani, in particolare al mercoledì, venerdì ed al sabato. Non è facile controllarli tutti. E’ doveroso, però, che il loro comportamento in piazza e in strada tenga conto delle esigenze dei residenti, i quali pretendono di dormire sonni tranquilli. Per questo motivo è fondamentale punire solo chi non rispetta le regole e non fare mai di tutte le erbe un fascio».

«Immigrati, un Cpt in Veneto no alle ronde coi vigilantes»ultima modifica: 2008-05-20T12:19:43+02:00da sagittario290