“La paga oraria sarà più alta di 4 euro”

Cronaca

05/08/2016

“La paga oraria sarà più alta di 4 euro”

La Cisl dopo la sentenza del tribunale del lavoro. Le richieste sindacali nella piattaforma per il nuovo contratto Sefi

Maurizio Tropeano

il contratto che il tribunale del lavoro di Milano con una sentenza di primo grado ha giudicato incostituzionale perché viola l’articolo 36 della Carta è scaduto alla fine del 2015 e adesso le principali organizzazioni sindacali hanno sottoscritto una piattaforma unitaria che prevede di alzare i minimi retributivi.

Lo annuncia Vincenzo Dell’Orefice, segretario nazionale della Fisascat Cisl, che aveva firmato quel contratto nel 2013. E spiega: «Fino ad allora i trattamenti economici erano regolati da contratti vari e noi abbiamo lavorato per rendere il più possibile comuni le regole fissando tra le altre cose a 40 ore l’orario delle prestazioni».

Ma per il tribunale del lavoro di Milano «una retribuzione che prevede una paga oraria di 4,40 euro lordi manifestamente non è sufficiente al lavoratore per un’esistenza dignitosa». Soprattutto viola la Costituzione che prevede il diritto del lavoratore ad avere una retribuzione proporzionale alla quantità e qualità del suo lavoro».

PIÙ SOLDI CON LE INDENNITÀ

Il sindacalista, però, spiega che tre anni fa la scelta di una parte delle organizzazioni è stata quella di «mettere l’enfasi sulle indennità con la riduzione dell’orario di lavoro e altre voci che avrebbero permesso di valorizzare la professionalità e le mansioni del singolo lavoratore». In quel contratto, poi, era prevista una clausola di armonizzazione nel caso di cambiamento del contratto che avrebbe permesso di salvaguardare il reddito complessivo dei lavoratori». Dell’Orefice ipotizza che alcune aziende possano non aver applicato quella clausola.

Adesso la piattaforma messa a punto da tutte le organizzazioni sindacali punta all’omogeinizzazione dei trattamenti previsti per i lavoratori della vigilanza privata e per quelli dei servizi fiduciari. Uno strumento che dovrebbe permettere di alzare i minimi retributivi. Dell’Orefice, però, difende la scelta fatta nel vecchio contratto di «valorizzare il mestiere attraverso il pagamento delle indennità».

Adesso resta da capire se con il nuovo contratto l’aumento dei minimi non inciderà sulla riduzione delle indennità previste dal vecchio contratto. Quel che è certo è che si tratta di una partita molto complessa. A Torino, ad esempio, la Filcams Cgil , ha perso in primo grado una causa simile, ha fatto ricorso e il tribunale d’appello ha fissato l’udienza nel 2018.

NUOVE CAUSE?

Secondo il giudice che ha scritto al sentenza vinta dall’avvocato Fausto Raffone, però, sono «fortemente incostituzionali contratti come quelli Sefi e Unci (applicato dalla cooperative, ndr.). Ci sono gli spazi per rivendicare il diritto all’equa retribuzione come prevede la Costituzione» ma l’unico modo «di ottenere giustizia è attraverso una causa».

http://www.lastampa.it/2016/08/05/cronaca/nel-nuovo-contratto-la-paga-oraria-sar-pi-alta-di-euro-9r7SzDrB8OZxkdJaRP9UcK/pagina.html

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