Palazzo di Giustizia più sicuro, la vigilanza alle forze dell’ordine

Cronaca

15/08/2015

Palazzo di Giustizia più sicuro, la vigilanza alle forze dell’ordine

L’«effetto Milano»: dopo la strage di aprile in tribunale, a Torino si pensa di togliere la security alle guardie giurate e affidarla a polizia e carabinieri

Massimo Numa

È ancora un’indiscrezione ma i primi passi concreti sono già avviati: la sicurezza e la tutela del Tribunale «Bruno Caccia» dovrebbe ritornare – come in passato – sotto il totale controllo delle forze dell’ordine. La gestione del Palazzo, entro l’autunno, passerà al ministero della Giustizia. Esce così di scena il Comune che sino ad ora ha avuto in carico servizi e altri importanti aspetti tecnici e burocratici, compresa la controversa vicenda del bar, chiuso da mesi, anche se la gara d’appalto (pare che una grande azienda nazionale sia sul punto di aggiudicarselo, dopo il ritiro degli altri due concorrenti) potrebbe essere una delle ultime azioni promosse dal Comune. Nessun contraccolpo occupazionale: i dipendenti pubblici verranno ridistribuiti in altri uffici.

Ma la vera novità riguarda la sicurezza del palazzo. Il raid pluri-omicida compiuto da Claudio Giardiello ad aprile nel Tribunale di Milano, dove il portierato era affidato a un’azienda privata di security, superato lo choc emotivo, ha innescato un profondo processo di revisione delle procedure di controllo degli ingressi (non solo quelli pubblici) e, più in generale, della tutela dei frequentatori delle strutture giudiziarie. Attualmente, la parte più rilevante della vigilanza è affidata alla Puma Service. Le guardie giurate sono ai detector all’ingresso principale e ai varchi secondari, dove possono passare solo gli addetti ai lavori. I carabinieri si occupano della sorveglianza delle aule, dei piani dove ci sono gli uffici dei magistrati e della vigilanza esterna del grande fabbricato, in collaborazione con le altre forze di polizia. Il piano ancora riservato del ministero è semplice, in linea con i propositi del «dopo Milano»: un progressivo riaffidamento alle forze dell’ordine, in particolare polizia penitenziaria e carabinieri, del controllo dei varchi d’ingresso, delle centrali operative e di tutti gli aspetti legati alla prevenzione. Il segretario regionale del sindacato Osapp, Gerardo Romano, precisa che «l’alta professionalità degli agenti è la più adatta a svolgere questo servizio. Di certo avremo difficoltà con gli organici, del tutto inadeguati».

Nel frattempo aumenterà comunque il livello di vigilanza nel Tribunale, dove si svolgono processi che comportano seri problemi di ordine pubblico, con imputati e pubblico protagonisti di episodi di intolleranza e di violenza. Le guardie giurate da qualche tempo sono a conoscenza dei «rumors» su un possibile cambio di consegne e temono di perdere il posto di lavoro. «Siamo una trentina, divisi in turni, la nostra azienda ha vinto da poco l’appalto ma del nostro futuro sappiamo poco. In teoria potrebbero licenziarci tutti», spiega preoccupato uno degli addetti. In realtà, alla fine dell’operazione, potrebbero mantenere un ruolo, sia pure ridotto e meno responsabilizzato, nel nuovo sistema di tutela. La vulnerabilità del palazzo era stata messa in evidenza tempo fa anche da un’incursione da parte di anarchici che si erano avvicinati agli uffici dei magistrati ritenuti loro nemici per compiere atti vandalici.

D’altra parte i carabinieri hanno svolto per decenni il ruolo di «tutori» dei Tribunali. Sarebbe un parziale ritorno al passato, nel segno della prevenzione ma anche del risparmio. Le vigilanze private costano – infatti – molto care.

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Palazzo di Giustizia più sicuro, la vigilanza alle forze dell’ordineultima modifica: 2015-08-16T11:15:48+02:00da sagittario290