Il bandito: «Accuse false Lei vaneggia per gelosia»

IlCentro

Cronaca

18 ottobre 2014

Il bandito: «Accuse false Lei vaneggia per gelosia»

Gli interrogatori dei quattro in carcere da giovedì per le rapine ai portavalori Le difese: non abbiamo commesso i colpi, sono solo supposizioni

PESCARA. Non si sono sbottonati i quattro rapinatori ai portavalori arrestati giovedì né hanno ammesso di aver commesso rapine e furti: interrogati per un’ora ciascuno hanno rigettato tutte le accuse, hanno negato i colpi e di aver fatto parte a un’associazione per delinquere. «La mia compagna è gelosa e non ci sta con la testa: ecco perché ha raccontato quelle cose», si è difeso Roberto De Lido, 47 anni, residente a Pesaro, il fidanzato arrestato della donna che ha raccontato agli investigatori delle rapine che l’uomo stava preparando. E’ stata lei a dare un impulso alle indagini dei carabinieri coordinati dal colonnello Paolo Piccinelli e della Squadra Mobile diretta da Pierfrancesco Muriana che stavano procedendo autonomamente, lavorando su un doppio filone: sia quello delle indagini per l’omicidio di Italo Ceci e sia sulle rapine. Se la donna aveva detto, come ha ricostruito il gip Nicola Colantonio nell’ordinanza di custodia cautelare, di essersi recata spontaneamente dai carabinieri presa dal timore per «la condotta delinquenziale di De Lido», il compagno ha detto invece all’interrogatorio che la donna non sarebbe attendibile, avrebbe parlato solo «per gelosia».

Nella mattinata è stato il turno, poi, degli interrogatori dei tre arrestati del Pescarese che hanno negato di aver commesso le rapine ai portavalori o di aver rubato macchine. Massimiliano Palliotti, 34 anni, residente ad Alanno e assistito dall’avvocato Luca Sarodi, ha ammesso di aver rubato sì una macchina ma di aver restituito le chiavi e di non conoscere Giovanni Misso, il genovese considerato promotore dell’organizzazione ma che non è stato trovato dagli investigatori. Sono state tante le eccezioni di nullità sollevate dall’avvocato Sarodi e, tra queste, l’impossibilità di usare le intercettazioni del fascicolo dell’omicidio di Ceci in questa inchiesta. Il legale ha chiesto alla fine di sostituire o far cadere la misura per Palliotti ma il gip dovrà ancora pronunciarsi. Per tutti gli avvocati l’inchiesta sarebbe «priva di prove ma solo di supposizioni non supportate da riscontri», come ha detto Alessandro Arienzo che, con l’avvocato Antonio Valentini, difende Mario Di Emidio. Il giardiniere di Spoltore è finito nell’inchiesta per l’omicidio Ceci, il negoziante ucciso il 20 gennaio 2012, per cui risulta indagato ed è l’uomo, come viene descritto nell’ordinanza, più vicino a Massimo Ballone, altro nome ricorrente in questa inchiesta dove però non è indagato. Anche Di Emidio ha negato tutto, si è difeso dicendo che non ha commesso la rapina al distributore Shell dove sono stati rubati 4.400 euro né quella al portavalori al Mall di Villanova di Cepagatti da cui sono stati rubati 52 mila euro. I cinque si conoscevano? Secondo un altro arrestato e interrogato, il pescarese Nicola Nocella difeso da Giancarlo Carlone, sì ma solo perché, come avrebbe detto, perché il figlio di Misso avrebbe frequentato la scuola di go-kart di Nocella. Insomma, secondo le difese i quattro arrestati non avrebbero commesso le rapine, una versione molto contrastante da quella dell’accusa del pm Valentina D’Agostino e del gip che hanno arricchito l’ordinanza con intercettazioni e riscontri. Per il momento, i quattro restano in carcere.

http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2014/10/18/news/il-bandito-accuse-false-lei-vaneggia-per-gelosia-1.10144121

Il bandito: «Accuse false Lei vaneggia per gelosia»ultima modifica: 2014-10-19T12:00:30+02:00da sagittario290