Aggrediti altri controllori: è allarme sui bus

Cronaca

19.10.2014

Aggrediti altri controllori: è allarme sui bus

In piazza Martiri di Belfiore straniero senza biglietto manda all’ospedale due operatori di Brescia Trasporti

La vita sui bus è diventata più dura per i controllori che per i «portoghesi». Sugli autobus dela rete cittadina c’è insomma un’inversione della logica che dovrebbe governarne le corse: spesso non è chi non paga il biglietto che ha da temere qualcosa, ma chi deve verificare se abbia pagato. Per i controllori bresciani la situazione si è fatta davvero pericolosa: come nel resto d’Italia, l’allarme aggressioni è in crescita.

L’EPISODIO. Ieri, due di loro sono finiti all’ospedale Civile per le lesioni subite in seguito all’aggressione di un immigrato senza biglietto. È successo in piazza Martiri di Belfiore, poco dopo le dieci di mattina, sulla linea 17. Un episodio che sta dentro un trend preoccupante. I verificatori si sentono in prima linea, in trincea, e poco difesi.

Ieri hanno provato da soli, a difendersi. E non è finita bene, ma all’ospedale. Lo straniero di origine africana ha reagito alla richiesta di esibire il titolo di viaggio con violenza: ha tentato di strappare dalle mani di uno dei controllori i documenti di indentità appena consegnati, poi lo ha spintonato, e entrambi sono finiti a terra. Il collega si è rotto un dito intervenendo. Il primo ha avuto anche un malore, gli hanno fatto una radiografia alla schiena in reparto: ha avuto sette giorni di prognosi. L’altro per la frattura 21 giorni. Lo straniero è stato denubciato dopo essere stato bloccato da alcuni agenti della Locale che si trovavano nelle vicinanze.

IL FENOMENO. «Il biglietto prego» è diventata una frase che si pronuncia con un certo, giustificato, timore. Non si sa più cosa possa succedere dopo. Gli scoppi d’ira tra i passeggeri sono sempre più frequenti, in particolare la sera tra giovani alterati dall’alcool e tra gli extracomunitari che usano molto i mezzi pubblici, utenti da corsa unica più che da abbonamenti. Se scoperti i trasgressori, più che arrampicarsi sui vetri con scuse da studentelli colti in flagrante, non è raro che si affidino alla forza fisica e a buone gambe. È che ad andarci di mezzo sono i lavoratori di Brescia Trasporti, che mai avrebbero pensato di mettere in gioco l’incolumità fisica facendo i verificatori. Nei requisiti per svolgere questo mestiere non c’era quello di essere anche dei Rampo.

Ci sono corse più temute delle altre, pare. La 5 ad esempio che va e viene da via Milano è tra le più temute, se non la più temuta. Per gli autisti passi, bulli e ubriachi può dar fastidio averli dietro la schiena mentre si guida, ma non ti tocca chiedergli il biglietto non sapendo cosa ti aspetta. Per i controllori è diverso. A Torino, consapevoli dello stesso fenomeno, il Comune, in accordo con l’azienda dei trasporti, fa circolare su autobus e metropolitana pattuglie di agenti con cani lupo dedicate a scoraggiare violenze. A Palermo per fronteggiare l’escalation hanno invece seguito un’altra strada molto… siciliana per la verità. Hanno aumentato il personale, assumendo 80 addetti che pur non avendo la qualifica di verificatori contribuiranno a stringere le maglie dei controlli. Brescia per ora non ha preso nè la strada di Torino nè quella di Palermo, e i controllori di Brescia Trasporti si sentono alla mercè di improvvise e non sempre prevedibili angherie.

LA PROPOSTA. La Lega Nord sta preparando una proposta di legge per arginare questo fenomeno che è dei nostri giorni. L’obiettivo è rendere obbligatorie alcune misure: telecamere di controllo all’interno dei mezzi pubblici, guardie giurate di supporto al personale viaggiante almeno su alcune tratte, come hanno scelto di fare altre città. Una proposta che potrebbe prevedere anche il ritorno di una «gabbia» a difesa del conducente.

«Non deve restare tutto affidato alla buona volontà delle aziende di trasporto – dice il consigliere regionale del Carroccio Fabio Rolfi, annunciando l’iniziativa che potrebbe concretizzarsi in una decina di giorni – ma è comunque vero che le aziende devono fare di più investendo nella tutela del personale. Assumersi questa responsabilità mi pare una priorità assoluta. Vale anche per Brescia Trasporti, dove c’è unja crescente insoddisfazione tra i controllori e gli autisti sul fronte della sicurezza per l’inerzia dell’azienda».

«Del resto – sottolinea Rolfi – la società bresciana è molto cambiata, c’è molta più maleducazione e balordi, sia tra gli immigrati che tra gli italiani. E il personale degli autobus non può essere lasciato solo». E ricorda anche l’idea, avanzata durante la scorsa amministrazione quando era entrata in funzione la metropolitana, di creare squadre, anche in borghese, allo scopo di tutelare la sicurezza sulla rete pubblica.

Eugenio Barboglio

http://www.bresciaoggi.it/

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