Indagini sull’agguato vicino a Roma

Cronaca

(08 luglio 2012)

CRIMINALITA’

Indagini sull’agguato vicino a Roma
Spari in strada, uomo in fin di vita

A Villalba di Guidonia. La vittima è Patrizio Furini, 53 anni, ritenuto il complice della banda che lo scorso marzo mise a segno il colpo al caveau di Macerata. I rapinatori indossavano le maschere di D’Alema e Scalfaro. Le sue condizioni sono disperate

di FEDERICA ANGELI

124234622-3d7d908a-014d-42e1-bce0-2805ceb87621.jpg La malavita torna a sparare alle porte di Roma. Sabato pomeriggio alle quattro, a Villalba di Guidonia, Patrizio Furini, procacciatore d’affari di 53 anni, ritenuto uno dei complici della banda che lo scorso marzo mise a segno una rapina al caveau della Fitist, istituto di vigilanza di Piediripa (Macerata), è stato vittima di un agguato. In due, in sella a uno scooter, si sono affiancati alla macchina, guidata dal figlio, e hanno aperto il fuoco, a bruciapelo. Uno dei proiettili del revolver usato dai killer è entrato dal gomito, è passato per il torace ed è uscito dal gluteo. Ora le sue condizioni sono disperate. Portato dal figlio all’ospedale di Tivoli è stato trasferito subito dopo all’Umberto I. Gli agenti della squadra mobile, diretti dal primo dirigente Renato Cortese, intervenuti sul posto hanno ascoltato a lungo il figlio dell’uomo che, al momento, sembra non collaborare. Non ha saputo indicare il luogo dell’esecuzione. Non una parola su chi potesse avercela col padre.

Ma i poliziotti qualche elemento lo hanno e stanno concentrando lo sforzo investigativo sui precedenti di Furini. Lo scorso marzo un vigilante della Fitist lo tirò in ballo per il colpo al caveau ma poi il gip di Macerata, non ritenne di convalidare l’arresto. Fu un colpo che fece molto clamore. Non solo per il bottino da 25 milioni di euro, ma anche perché i quattro arrestati – Giuseppino Coppola, 48 anni, di Pomezia, Massimo Morresi, 49, di Castel Madama, Maurizio Meucci, 54 anni, di Tivoli, e Attilio Clementi, 53 anni, di Guidonia – indossavano le maschere di Massimo D’Alema e Oscar Luigi Scalfaro. Armati di due pistole scacciacani, avevano immobilizzato tre metronotte, preso il denaro dal caveau e stavano fuggendo su due furgoni della Fitist quando sono stati bloccati da polizia e carabinieri che, grazie alle telecamere dell’istituto, avevano notato in diretta la strana irruzione dei finti D’Alema e Scalfaro.

Patrizio Furini, dopo essere stato coinvolto dal metronotte (considerato a sua volta la “talpa” della banda) aveva reso delle dichiarazioni spontanee che, insieme ai documenti presentati dal suo legale difensore, avrebbero convinto il gip a non convalidare l’arresto. I quattro banditi, che facevano parte di una banda specializzata negli assalti a portavolari, invece ora sono tutti in carcere. Troppo presto collegare la sparatoria di ieri ai precedenti del cinquantenne. Ma certo le modalità dell’agguato non lasciano dubbi: chi ha sparato si è voluto vendicare di uno sgarro subito. La malavita agisce proprio così.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/07/08/news/citt_violenta_un_nuovo_agguato_spari_in_strada_uomo_in_fin_di_vita-38727076/

Indagini sull’agguato vicino a Romaultima modifica: 2012-07-09T11:30:00+02:00da sagittario290