Il re delle evasioni:”Non torno in galera dovrete uccidermi”

Cronaca

05/11/2011

SCAPPATO DAL CARCERE DI ASTI, E’ RICERCATO IN ALTO ADIGE

Il re delle evasioni:”Non torno in galera dovrete uccidermi”

Max Leitner, rapinatore, è fuggito per la quinta volta
Un migliaio di fan su Facebook: non farti prendere

POERANGELO SAPEGNO

maxleitner1g.jpgASTI – Non ha fatto tempo a scappare che s’è già trovato un piccolo esercito di amici su Facebook, che tifano per lui come se fosse un eroe del cinema. Ha raccolto più di mille firme: 990 amici, più quasi 300 fan. Gli scrivono di «non mollare», gli dicono «devi essere uno proprio in gamba» e c’è persino qualcuno che quasi si dispera: «Non farti prendere, almeno questa volta». Perché Max Leitner, una faccia da montagna, con il naso un po’ schiacciato e la barba tagliata a pizzo, come appare nel suo sito, per cinque volte è riuscito a scappare dalle prigioni d’Italia e non solo, finendo sempre per tornarci, però. La prima in Austria, nel 1990, dove era stato preso sulla strada per Innsbruck dopo l’assalto a un furgone portavalori: se ne andò durante il trasferimento, si presentò alla frontiera e disse che voleva essere imprigionato in Italia, perché di là «le carceri sono medioevali». L’ultima da Asti, la quinta, l’altra settimana. Dicono che dev’essersi nascosto fra le sue montagne, Elvas, dalle parti di Bressanone, Alto Adige. Una volta erano andati a prenderlo lì, dopo una gigantesca battuta in un campo di mais, vicino a Brunico. L’avevano portato in carcere a Bergamo, e lui non ci aveva messo molto a fuggire di nuovo uscendo dalla cella nella notte, come se fosse casa sua, attraversando tranquillamente il corridoio e poi il cortile. Adesso ha chiamato un giornale, il Tageszeitung, e gli ha giurato che non lo prenderanno vivo: «Piuttosto la faccio finita. Di certo, non tornerò più in carcere».

Allora, su Facebook gli hanno scritto un messaggio in tedesco: «Non devi farti riprendere, siamo tutti con te. Però, non pensare a ucciderti. Tieni duro». Nell’intervista dice che non capisce questo accanimento delle autorità contro di lui: «Io ho solo fatto delle rapine in banca, ma non ho mai fatto del male a nessuno. Non ho ucciso nessuno, non ho ferito nessuno. E nessuno mi ha mai dato una seconda chance, mentre c’è gente che ha dei morti sulla coscienza, che ha ucciso anche più di una volta, ed è già a piede libero. Nessuno s’è mai occupato di me, nemmeno un politico». Poi lancia altre accuse – «le condizioni del carcere italiano sono disumane» – e per questo ripete che per lui sarebbe «meglio morire» piuttosto che tornare dentro. Anche questo è un suo ritornello.

Nel 2001 aveva scritto al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: «O mi date la grazia oppure fucilatemi. Non sono fatto per il carcere». E la volta che l’avevano beccato a Rabat, in Marocco, aveva spedito una lunga lettera all’ambasciata e al governo italiano: «Sono ormai sei mesi che sono qui, rinchiuso in isolamento in una cella grande 3 metri quadrati al cui interno c’è solo una brandina. La cella è sempre al buio ed è piena di sporcizia. Non ho nemmeno un gabinetto come si deve, figuratevi il lavandino. Non ho mai potuto fare una doccia e per oltre un mese mi hanno legato i piedi alla brandina. Il cibo è pieno di parassiti e batteri, ed è mortale. Non mangio e ormai sono magrissimo, solo pelle e ossa. Dopo che mi sono lamentato, mi hanno minacciato di uccidermi. Il governo italiano venga a salvarmi».

Da lì era finito ad Asti. Secondo il cappellano, don Giuseppe Bussolino, era un detenuto modello. Solo che don Giuseppe adesso è indagato per favoreggiamento: era stato lui a portarlo in macchina in Alto Adige per visitare la tomba del padre, morto qualche giorno prima. Alla stazione di servizio di Rovereto, Max Leitner era sparito e il cappellano aveva aspettato a denunciare la sua scomparsa con due giorni di ritardo. Un rapporto dei magistrati dice che «non ci si può fidare di lui». Il fatto è che tutte le volte riesce a convincere qualcuno. Anche quando ripete la sua preghiera: «Voglio solo essere un uomo libero».

http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/428312/

Il re delle evasioni:”Non torno in galera dovrete uccidermi”ultima modifica: 2011-11-06T11:00:00+01:00da sagittario290