La crisi arriva al centro commerciale

(05 maggio 2009)

Ormai troppi i punti vendita in tempi di riduzione dei consumi

La crisi arriva al centro commerciale
affari scarsi e canoni sempre più alti

Alessandra Paolini

Nel settore lavorano oggi 15mila persone, a cui si aggiunge l´indotto. La formula dell´outlet invece funziona perché garantisce sconti fino al 70 per cento

Carrefour.jpgPer una sciagurata congiuntura, i centri commerciali sono esplosi proprio quando è arrivata la recessione, e con essa la frenata dei consumi. Così come del resto sono andati in crisi i negozi tradizionali. Un esempio per tutti: via del Tritone. Una strada a intermittenza dove le vetrine illuminate ormai si alternano a saracinesche abbassate. Per il commercio romano il 2009 sarà un anno da dimenticare con la crisi economica che in questo settore ha già mandato a casa 8.000 persone e lo spettro di 25.000 licenziamenti, secondo la Confesercenti, se ad abbassare la saracinesca – come si prevede – saranno tra i 4 e i 5mila negozi, solo a Roma. «I bilanci sono ormai impossibili da far quadrare – spiegano alla Confcommercio – e gli affitti dei locali con la bolla immobiliare sono diventati esorbitanti».

Adesso la crisi sta mordendo anche i centri commerciali, esempio di un commercio all´americana che fino ad ora non aveva mai ceduto il passo ma si è infranto inevitabilmente sul calo dei consumi, con l´aggravante che l´offerta complessiva si era moltiplicata esponenzialmente. «Il fatturato è sceso del 25-30% rispetto a un anno fa», racconta Claudio Petrocchi, ex presidente dei “Granai” una delle prime cattedrali dello shopping romano e oggi titolare di un negozio a EurRoma 2, sulla Cristoforo Colombo. Proprio questo centro, inaugurato solo un anno fa, conta già dieci negozi chiusi e una quarantina sul piede di guerra.

Sotto accusa, nel caso dei centri commerciali, sono soprattutto le spese in più che un punto vendita qui deve subire rispetto a un negozio tradizionale, e che si aggiungono alla contrazione del giro d´affari. «Le condizioni sono troppo onerose perché alla società di gestione viene dato un minimo garantito e una percentuale sul volume d´affari», conferma l´avvocato Bizzarri specializzato in diritto commerciale. «Purtroppo però col calo dei consumi i titolari non riescono a garantire nulla. E se non si troverà una soluzione, molti resteranno strozzati dai debiti». Anche per questo l´Assicentri, l´associazione delle imprese dei centri commerciali di Confcommercio ha inviato una lettera alla società Generale Immobiliare Italia che gestisce Euroma2 per chiedere una riduzione del canone, «perché la crisi economica si ripercuote – vi si legge – in modo gravissimo proprio sugli operatori che assistono giorno dopo giorno ad una rilevante contrazione dei consumi. Tale, per cui il fatturato medio non riesce neppure a coprire i costi di gestione. Situazione che mina le aziende e più di tutto i posti di lavoro». Gli affitti in questa cattedrale dello shopping arrivano per 100 metri quadrati di locale a 100.000 euro all´anno. «Un´enormità di questi tempi – spiegano da Confcommercio – senza contare i costi di gestione. Pensiamo solo all´aria condizionata».

A lavorare nei centri commerciali, secondo Assicentri ci sono più di 15.000 persone. «Senza considerare l´indotto», spiegano. Migliaia e migliaia di vigilantes, addetti alla pulizia, vetrinisti. «Un esercito di lavoratori che non può essere mandato per strada». Intanto già si contano i centri commerciali dove i negozi via via hanno chiuso i battenti. Dal secondo piano del Carrefour alla Romanina, al centro di Torre Angela “Cielo Alto” dove a sopravvivere, su 50 negozi iniziali, sono rimasti in tre o quattro».

A Roma le cattedrali dello shopping sono 22. «Potrebbero diventare 45 entro 5 anni – spiega Valter Giammaria, segretario di Confesercenti Roma – grazie alle cubature sanate, quasi tre milioni, sdoganate con l´ultimo condono». Il surplus di offerta sta «divorando» tutto il mondo del commercio, spiega Giammaria, con i piccoli esercizi e le botteghe artigianali costrette a chiudere per la concorrenza spietata mossagli da questi mausolei delle compere. A non sentir la crisi, invece sembrano gli outlet. Quello di Castel Romano del gruppo Mc Arthur, sulla Pontina ha registrato durante il periodo dei saldi il 34% di fatturato in più rispetto all´anno precedente. E il 7% in più a marzo. Questo, grazie ai prezzi stracciatissimi: dal 30 al 70% in meno sul prezzo del cartellino, a cui si aggiunge una serie di altre promozioni. Sempre più sconti su prezzi già scontati.

La crisi arriva al centro commercialeultima modifica: 2009-05-06T11:00:00+02:00da sagittario290