Paura nei negozi e nelle case: è caccia alle telecamere


MODENA

EMERGENZA SICUREZZA

Paura nei negozi e nelle case: è caccia alle telecamere

Non solo spray al peperoncino… Rivenditori di impianti e agenzie di vigilanza: “Baristi e tabaccai vogliono tutelarsi dalle rapine”. Boom di sistemi elettronici

183205-SISTEMI_.jpgModena, 13 febbraio 2009. NON SOLO spray al peperoncino. Se è bastato fare qualche domanda nelle armerie della città per scoprire che sono in aumento i cittadini che fanno incetta di strumenti di autodifesa, come appunto gli spray urticanti anti-aggressione, è altrettanto vero che basta spostarsi negli istituti di vigilanza o nelle rivendite di impianti elettrici per verificare ancora di più quanto stia crescendo la sensazione di insicurezza tra i modenesi. Sono in aumento le vendite di sistemi di allarmi e soprattutto di telecamere a circuito chiuso a difesa dei negozi. Spesso c’è anche la richiesta di collegare le videocamere ad istituti di vigilanza (nella foto a destra), che intervengono con l’ausilio delle forze dell’ordine per sventare furti o rapine. E se una volta il sistema di videosorveglianza era scelto soprattutto dalle grandi aziende, adesso anche i piccoli negozianti si informano. La telecamera a circuito chiuso la vogliono anche loro, perché non si sa mai.

«Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad un excalation di richieste — dicono Massimo Donadio e Luca Zaccaria (nella foto a sinistra) titolari della Coel, azienda specializzata in impiantistica — Solo ieri abbiamo venduto sei impianti con telecamere a circuito chiuso. Ma anche la richiesta di allarmi è in aumento. C’è un vero e proprio boom di piccoli negozianti, come tabaccai o baristi: a volte si accontentano di una sola telecamera che sorvegli il bancone, che riprenda tutto quanto succede in negozio. In caso di rapina, il cd con le immagini sarà a disposizione delle forze dell’ordine, e per loro sarà più facile individuare i rapinatori. Il prezzo è accessibile, dai 250 euro in su». C’è anche chi gioca d’astuzia: «Qualcuno ci chiede la telecamera finta. Fuori installa il cartello con la scritta ‘locale videosorvegliato’. A volte può funzionare anche solo come deterrente: si spera che l’eventuale rapinatore, per paura di essere ripreso, scelga un altro obiettivo più facile».

NEGLI istituti di sorveglianza la musica è la stessa: «Anche noi — dice il titolare di un agenzia di vigilanza modenese — rileviamo un aumento di richieste per montare telecamere a circuito chiuso. Noi forniamo anche dei sistemi video collegati con la nostra centrale operativa: un nostro addetto controlla i monitor, e appena vede qualche movimento anomalo entra in azione. Alcuni schermi sono programmati in modo che, in caso di furto durante la notte, lampeggiano per attirare l’attenzione del vigilantes alla centrale operativa e fissano già delle immagini che restano in memoria».

Anche agli istituti di vigilanza risulta che il boom di richieste è tra i piccoli negozianti: «C’è paura nei bar, nelle tabaccherie e nelle farmacie. Una volta il sistema di videosorveglianza era tipico delle grandi aziende. Adesso sono i più piccoli ad avere paura».

di ROBERTO GRIMALDI

Paura nei negozi e nelle case: è caccia alle telecamereultima modifica: 2009-02-14T11:15:00+01:00da sagittario290