Un patto per la sicurezza partecipata

ROMA

mercoledì 30 luglio 2008, 07:00

Un patto per la sicurezza partecipata

Ventiquattro milioni di euro, un numero verde del Comune di Roma per segnalare situazioni di emergenza e una «mappa del rischio» nella città. Ma anche un centro di coordinamento, individuato nel comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto di Roma che, però, ogni sei mesi dovrà riferire al ministro dell’Interno. E poi l’invio di militari che affiancheranno le forze dell’ordine.
Questi i cardini del nuovo Patto per Roma sottoscritto ieri. Un patto ispirato alla «sicurezza partecipata», che si prefigge di lottare contro ogni forma di degrado pur premettendo che il «primo obiettivo è sempre la lotta al crimine organizzato».
Mappa del rischio. Dovrà individuare le diverse forme di degrado e criminalità nella città. A stilarla sarà il comitato provinciale per la sicurezza presieduto dal prefetto. A questa mappa si farà riferimento per determinare l’uso delle forze armate da affiancare alle forze di polizia. Servirà quindi per affrontare le «criticità» nei municipi.
Sala sistema Roma. Realizzata dal comune, comprenderà anche il numero verde «Sos Degrado e Sicurezza». Qui confluiranno le varie segnalazioni. Inoltre verrà realizzata una rete informatica per migliorare la comunicazione tra le varie centrali operative. Previsto anche un nuovo sistema di videosorveglianza nei punti sensibili della città e le colonnine per l’Sos.
Impiego Forze armate. Il patto prevede il recupero di 300 uomini tra poliziotti, carabinieri, guardia di finanza e corpo forestale dello Stato, conseguente all’impiego delle forze armate sul territorio, circa 1000. I militari verranno utilizzati per presidi fissi e per la vigilanza del Centro di identificazione ed espulsione di ponte Galeria. Sarà comunque il comitato provinciale per la sicurezza presieduto dal Prefetto a stabilire dove impiegare i militari che opereranno in pattuglie miste e con “regole d’ingaggio” diverse da quelle forze di polizia.
Un compito per ogni forza di polizia. Le linee guida del patto individuano come principali obiettivi alcuni reati che «più direttamente» incidono sulla sicurezza e la qualità della vita della città: prostituzione, caporalato, accattonaggio, ambulanti abusivi, spaccio di droga. Al questore spetterà pianificare, anche con l’aiuto della polizia municipale, gli interventi per il contrasto di questi reati. Destinerà a questi compiti 105 uomini. Ai carabinieri, invece, il compito di utilizzare le stazioni mobili nell’arco delle 24 ore. Prima tra tutte quelle della stazione Termini. Alla guardia di finanza il compito di contrastare le “filiere del falso”, combattere il lavoro nero e presidiare zone come Vaticano e centro storico. Per la polizia municipale, che verrà addestrata all’uso delle armi e formata da personale della Questura, è prevista la figura di «vigile di prossimità» per un controllo più attento del territorio.
Vigilantes, tassisti, volontari. Il patto prevede anche una rete di sicurezza sussidiaria. Al questore è affidata l’attivazione di forme di collaborazione con gli istituti di vigilanza privata. Sarà coinvolto anche personale delle società pubbliche di trasporto, del settore radiotaxi, delle associazioni di volontariato: le loro segnalazioni confluiranno nella Sala Sistema Roma.

Un patto per la sicurezza partecipataultima modifica: 2008-07-31T11:45:00+02:00da sagittario290