LA FABBRICA DELLE TENSIONI

Edizione BENEVENTO 

12/01/2008

LA FABBRICA DELLE TENSIONI

Non si placano le contestazioni sui corsi di aggiornamento Bloccati i Tir carichi di merci per rifornire lo stabilimento

dab2e2242b1d936b87ccf8f04783ed67.jpgPINO NERI Pomigliano. Copertoni bruciati per sbarrare il passo a chiunque, la Fiat cinta d’assedio da operai inviperiti. Ieri il blocco della fabbrica è iniziato alle cinque del mattino. Le tute blu, sostenute da Fim, Fiom, Uilm, Ugl, Fmlu, Cobas e Slai hanno risposto così alle di sospensioni dal servizio che ha investito, tra mercoledì e giovedì, nove dipendenti. In tutto quattro sindacalisti e cinque operai, iscritti alle varie sigle, sospesi «per aver – sostiene la Fiat – denigrato l’azienda». A Pomigliano la rabbia covava da settimane, da quando, a dicembre, l’amministratore delegato Marchionne ha annunciato la chiusura temporanea delle produzioni dal 7 gennaio al 2 marzo. Motivo: rilanciare l’impianto con investimenti e con i corsi di aggiornamento per operai, impiegati, quadri e dirigenti. Ma poco prima di Natale una parte dell’indotto è finita in cassa integrazione. Nel frattempo decine di dipendenti hanno ricevuto le lettere di licenziamento per essere inseriti in mobilità forzata finalizzata al pensionamento. Poi, durante i corsi di formazione, sono fioccate centinaia di lettere di contestazione. Mercoledi un esperto dell’Ugl, Angelo Valentino, e una giovane operaia sono stati sospesi: un diverbio con i VIGILANTES. Giovedì la presenza dei VIGILANTES, messi accanto agli operai nei reparti, ha fatto scattare lo sciopero e i primi blocchi «per la difesa dello statuto dei lavoratori e del contratto nazionale». In serata altri sette, tra sindacalisti e iscritti al sindacato, sono stati sospesi. E poiché sospensione dal servizio vuol dire, nella maggioranza dei casi, licenziamento in pochi giorni, ieri, all’alba, si è scatenata la seconda offensiva a cui hanno partecipato i dipendenti sospesi: Mario Di Costanzo, delegato Fiom, Aniello Niglio, esperto della Fiom, Luigi Aprea, delegato Slai, e gli operai Andrea Prete (Cobas), Ciro Colella (Slai), Francesco Mazzella (Slai) e Milena Giammatteo (Fim). Davanti ai cancelli anche il senatore del Prc Tommaso Sodano. La protesta ha avuto ripercussioni sulle attività programmate mentre all’esterno la fila dei Tir carichi di merci destinate all’impianto ha raggiunto lunghezze chilometriche. Nel pomeriggio i dimostranti hanno montato una tenda sul varco principale, lunedì in programma un attivo sindacale per ulteriori iniziative di lotta: «Ormai se respiri quando non te lo ordinano ti licenziano: sorveglieremo questo posto giorno e notte».

LA FABBRICA DELLE TENSIONIultima modifica: 2008-01-13T12:46:29+01:00da sagittario290