Giovedi 28 Giugno 2007
Gallarate – L’eccezionale furto compiuto lo scorso anno nell’abitazione di un’anziana signora. Delle opere d’arte, tutte di autori celebri, non c’è traccia
Rubano 72 quadri da un appartamento, presi
Tele d’autore rubate in una notte da un appartamento di Gallarate. Furto straordinario, ma non certo eccezionale se non fosse che i quadri portati via dall’appartamento erano ben 72.
Settantadue tele di autori famosi: Rosai, Gaioni, Crippa, Welters, Ibarra per un valore di oltre 150.000 euro.
I quadri furono rubati da un appartamento in via Statuto 41 a Gallarate il 22 luglio del 2006. Ieri, mercoledì 27 giugno, la Polizia di Gallarate ha arrestato due persone, Mario L.B. di 51 anni di Latronico, in provincia di Potenza, domiciliato in provincia di Novara, a Marano Ticino, e Alessandro B. 41 anni, di Sesto Calende. Entrambi sono pluripregiudicati e autori di furti di opere d’arte e di mobili antichi.
I due a luglio dell’anno scorso erano entrati nell’appartamento dell’anziana signora, che non vive a Gallarate, ma in città ha una casa, all’ultimo piano dello stabile, in cui abita saltuariamente. I ladri si sono calati dal tetto facendo un foro nel soffitto.
Già la notte precedente il furto, una vicina aveva udito rumori sospetti e una guardia giurata aveva notato due uomini, che aveva descritto sommariamente, che fuggivano su un’auto di colore scuro della quale era riuscita a leggere alcuni numeri della targa..
L’intervento della Polizia scientifica e le indagini svolte negli ambiti dei ricettatori di quadri e mobili antichi e l’intensa attività svolta anche con l’ausilio di sofisticate tecniche investigative hanno permesso di individuare nei due arrestati gli autori del furto. I due avevano nel frattempo più volte cambiato indirizzo cercando di far perdere le proprie tracce: Mario L.B. aveva scelto come domicilio una roulotte nei pressi di Mariano Ticino.
Le indagini sono state coordinate dal P.M. Luca Gaglio della procura di Busto Arsizio. I due sono ora rinchiusi nel carcere di Busto Arsizio. Ma l’inchiesta non è chiusa: dei quadri non c’è traccia e la Polizia sta cercando di invidiare i canali usati dai ricettatori per “piazzare” le opere d’arte.