Semilibertà in vista per un bandito della Uno Bianca

24/03/2007

Semilibertà in vista per un bandito della Uno Bianca

Gugliotta, membro della gang responsabile di 24 omicidi e 102 ferimenti, potrebbe usufruire dei benefici della Gozzini

Pietro Gugliotta, uno dei poliziotti della Questura di Bologna condannati per i crimini della banda della Uno bianca, vuole godere dei benefici previsti dalla legge Gozzini e ha presentato un'istanza di permesso premio al Giudice di sorveglianza di Bologna Maria Longo. Contrari alla concessione del provvedimento che consentirebbe la semilibertà sono però la Procura, le associazioni dei famigliari delle vittime e la figlia dell'ex agente.

La giovane in una precedente intervista rilasciata lo scorso agosto al Resto del Carlino aveva detto di non voler perdonare il padre, anzi di non volerlo neppure mai più vedere, e ieri a Repubblica on line ha ribadito che «deve restare in carcere».

La legge Gozzini stabilisce la possibilità del permesso premio per i condannati che abbiano già scontato parte della pena, abbiano tenuto una buona condotta e partecipato attivamente ai programmi di riabilitazione. Se concesso, potrebbe aprirsi per l'ex poliziotto la via alla semilibertà o all'affidamento in prova, grazie anche agli effetti dell'indulto. Don Nicolini, che ha creduto alla sincerità del pentimento di Gugliotta, sarebbe pronto ad accoglierlo nella sua struttura di volontariato, offrendogli la possibilità di lasciare il carcere. Una prospettiva che fa inorridire la figlia 21enne, costretta persino a cambiare nome per lasciarsi alle spalle quell'insostenibile memoria. «Un permesso premio? Per andare ad aiutare gente che soffre? Ma – protesta – è una barzelletta. Lui non è mai stato cattolico, ho paura che usi questa scusa, sì, insomma, la possibilità di andare da don Nicolini, solo per uscire dal carcere. Un premio a chi era complice di gente che sparava e uccideva?».

Pietro Gugliotta è stato condannato a 20 anni di carcere (ne ha scontati una dozzina) per diverse rapine compiute dalla banda, tra cui quella alle poste di via Mazzini con decine di feriti, ma non per omicidio. Lui, durante i colpi, non ha mai ammazzato (ed è per questo che dei 6 è l'unico che non ha avuto l'ergastolo), ma è stato complice attivo al fianco di feroci assassini che hanno fatto 24 morti, 102 feriti mettendo segno 103 azioni criminali, quasi tutte sanguinose. Anche Gugliotta era un poliziotto della questura di Bologna.

Come il capobanda Roberto Savi, che aveva il grado di assistente capo ed era in forza alla squadra volante. Savi, pluriassassino, l'hanno scorso ha fatto domanda di grazia. E poliziotti erano anche Marino Occhipinti, Luca Vannicelli e Alberto Savi, fratello minore di Roberto, altri tre spietati assassini del gruppetto criminale. Solo aspirante poliziotto il terzo dei fratelli Savi, Fabio, anche lui condannato all'ergastolo per la lunga catena di delitti. Quella dei componenti della banda della Uno Bianca, infatti, è una strage durata sette anni e mezzo: tanto ci volle perchè questi poliziotti infedeli ed efferati criminali venissero identificati e arrestati. La loro attività cominciò, nel 1987, con rapine ai caselli autostradali, poi a distributori di benzina e banche. In tutte le loro azioni sparavano, a freddo e per il gusto di uccidere. Fecero 24 morti e 102 feriti, uccisero passanti, guardie giurate, loro colleghi poliziotti. Sino a impegnare conflitti a fuoco, per divertimento, con pattuglie delle forze dell'ordine, come il 14 gennaio del 1991, quando attaccarono una pattuglia di tre carabinieri massacrandoli tutti. E' la strage del Pilastro, dal nome del quartiere bolognese dove si consumò l'eccidio, uno degli episodi più feroci della carriera di 6 assassini che ora rischia di concludersi all'italiana, a taralluci e vino.

Semilibertà in vista per un bandito della Uno Biancaultima modifica: 2007-03-25T12:03:40+02:00da sagittario290