Vedova fa causa alla prefettura «Al killer fu dato il porto d’armi»

Martedì 31 Ottobre 2006

VICENZA

A una guardia giurata assassina, che ha già scontato la pena ed è tornata libera, era stata concessa la licenza

Vedova fa causa alla prefettura «Al killer fu dato il porto d'armi»

I carabinieri di Arzignano e Valdagno e l'Ulss inizialmente avevano dato parere negativo, poi furono cambiate le carte. La famiglia chiede 800 mila euro. A breve la sentenza

di Ivano Tolettini

A un individuo con un vizio di mente e che aveva abusato di sostanze psicotrope poteva essere rilasciato il porto d'armi? Perché dopo che inizialmente sia i carabinieri di Arzignano e Valdagno avevano dato parere negativo alla concessione della licenza, e lo stesso delegato dell'Ulss l'aveva ritenuto non idoneo per scompenso psicotico con prognosi definitiva di "dipendenza da solventi in depresso", qualcuno cambiò le carte in tavola e a Giorgio Garbin, 46 anni, di Arzignano, fu messa in mano una pistola con la quale, da guardia giurata, uccise il collega Silvano Pellizzari?

Garbin (difeso da Giuseppe Fucito) fu condannato a 8 anni con rito abbreviato perché gli venne concessa l'attenuante della seminfermità e pertanto ottenne la riduzione di metà della pena. Ha pure scontato la misura di sicurezza a Montelupo Fiorentino e da giugno è tornato libero.

La famiglia Pellizzari, per il grave lutto subito, finora ha ricevuto un risarcimento irrisorio tenuto conto di quello che è accaduto e di ciò che ha patito. Per questo il suo avvocato Ferdinando Cogolato ha promosso una causa civile di 800 mila euro che è giunta alle battute conclusive davanti al tribunale di Venezia. Sono stati citati il ministero degli Interni, la prefettura di Vicenza e l'Ulss numero 5 Ovest Vicentino perché ognuno di loro, ad avviso della famiglia della guardia Ancr Pellizzari, ha compiuto errori di valutazioni nella concessione del porto d'armi. Del resto, il 27 dicembre 1995 i carabinieri di Arzignano a proposito della buona condotta di Garbin avevano dato parere negativo al rilascio del porto d'armi perché «lo stesso potrebbe abusare della richiesta autorizzazione». A firmare l'annotazione di servizio era stato il comandante Jurlo, memore del precedente di Garbin che risaliva al '91 quando era stato prosciolto con la formula del "non doversi procedere" dal pretore di Arzignano dall'accusa di furto perchè era intervenuta l'amnistia.

Il pollice verso venne confermato il 10 gennaio '96 dalla compagnia di Valdagno che ritenne Garbin soggetto «non in possesso del requisito di ottima condotta e inoltre che, per equilibrio, non dia pieno affidamento di non abusare della richiesta autorizzazione».
In entrambi i casi i timori dell'Arma si rivelarono fondati. Tuttavia, la prefettura il 17 gennaio 1996 disattendendo i pareri negativi dei carabinieri, attestò «che Garbin – come si legge nell'atto di citazione – era comunque in possesso dei requisiti previsti dall'articolo 138 del testo unico della legge di pubblica sicurezza dichiarandolo idoneo allo svolgimento dell'attività di guardia particolare giurata». Successivamente, il comando compagnia di Valdagno modificavano radicalmente il parere precedente dell'allora comandante di stazione Jurlo, affermò che «Garbin risulta di normale condotta in genere». In realtà, Garbin aveva una preesistente infermità psichica, come ha sostenuto il dott. Bonifacio, che avrebbe dovuto impedire il rilascio del porto d'armi.

Quando la prefettura fu chiamata in causa, in diritto con l'avvocato dello Stato Schiesaro sostenne anche che la citazione era nulla perché aveva cambiato nome, essendo diventata Ufficio Territoriale del Governo. La questione, ovviamente, era di lana caprina, tanto che il giudice respinse quello che in gergo si chiama «difetto di legittimazione passiva», non essendo cambiato nulla da quando c'è stato solo il cambiamento nominale. La prefettura, comunque, ha respinto ogni atto illegittimo sul suo comportamento perchè, a dire del suo avvocato, a ingannarla era stato il comando compagnia di Valdagno. Il suo personale, ha sostenuto, era stato diligente. Anche il ministero degli Interni e l'Ulss 5 dicono di non avere sbagliato. Però Garbin ha ucciso.

Qualcuno gli aveva messo in mano la pistola. Gli eredi della vittima devono subire due volte per la colpa altrui? La parola al tribunale.

Vedova fa causa alla prefettura «Al killer fu dato il porto d’armi»ultima modifica: 2006-11-01T12:31:04+01:00da sagittario290