Nessun ostacolo all’assalto delle banche


TREVISO

Martedì, 21 Novembre 2006

Le porte vengono aperte senza controlli anche quando il metal detector rileva la presenza di oggetti sospetti

La settimana scorsa rapinatori sono entrati nella filiale della Veneto Banca di piazzetta dei Lombardi, in pieno centro a Treviso, si sono fatti consegnare il denaro e poi sono dileguati nelle stradine attigue. E sono scoppiate le polemiche sui sistemi di sicurezza: nemmeno il metal detector all'ingresso ha funzionato. Un caso? Non proprio.

Basta un test empirico a confermarlo. Ieri siamo andati in alcune delle principali agenzie del centro, in spalla uno zainetto con dentro quasi un chilo di ferraglia. Nell'ordine: un set di moschettoni da alpinismo, una pinza, tre chiavi inglesi e una serie completa di chiavi a brugola. Oltre alle solite chiavi di casa ed a una manciata di monete nelle tasche. Tutti arnesi inoffensivi, beninteso, ma che, per peso e volume, sono certo più ingombranti di una pistola o di un coltello.

Ebbene, su quattordici banche "visitate", in un solo caso l'apparecchiatura ha rilevato la presenza del "bagaglio" e la porta non si è aperta. In un altro paio, l'allarme è scattato, ma è bastato attendere immobili qualche secondo perché la "bussola" si spalancasse, senza che nessuno venisse a controllare. In tutte le restanti agenzie, siamo passati via lisci, giungendo indisturbati fino agli sportelli.

Del resto, spesso e volentieri le banche disattivano gli impianti di rilevazione per evitare che i clienti, respinti per aver dimenticato nella giacca un po' di spiccioli, si irritino e se ne vadano: la soddisfazione dell'utente, lamentano gli stessi dirigenti della Questura, vale più della sicurezza.

Cosa che non succede alla Cassa di risparmio di Padova e Rovigo di via Castelmenardo: qui appena all'interno della bussola d'ingresso (del modello adottato da quasi ovunque, a forma di cilindro con una porta che si chiude alle spalle ed una che, in successione, si apre di fronte), una voce registrata intima di depositare tutti gli oggetti metallici e l'apertura scorrevole rimane serrata. Il cicalino non si placa finchè non facciamo marcia indietro. Poi, sistemata la sacca in uno degli appositi cassetti nell'atrio, finalmente otteniamo il "lasciapassare".

Il "refrain", in verità, sorprende anche chi voglia entrare al Banco di Brescia, in piazza della Vittoria. E' sufficiente però pazientare qualche secondo, aspettare che il messaggio termini, e voilà, l'accesso è libero. Stratagemma che ormai molti frequentatori abituali devono aver scoperto, visto che, nel giro di cinque minuti, quattro persone, una dopo l'altra (postino compreso) entrano ignorando placidamente l'avvertimento. Anche alla filiale della Veneto Banca vittima della recente rapina il passaggio rifiuta di aprirsi se prima non si lascia in custodia il "carico indesiderato", ma un cenno interrogativo all'impiegato evita ulteriori "formalità".

In tutte le altre agenzie nemmeno tanto: alla FriulAdria di viale Cairoli, all'Unicredit Banca di viale Burchiellati ed a quella di piazza Aldo Moro, alla limitrofa Banca Treviso, all'Antonveneta di via XX settembre, alla Bnl di piazza Borsa, alla Bipop Carire di Corso del Popolo, alla Banca Intesa di via Indipendenza e di piazza Borsa, alla Popolare di Verona di via Canova. Esistono "bussole" o doppie porte d'ingresso, ma non scatta nessun metal detector. All'Unicredit di via Municipio l'ingresso principale ieri mattina non funzionava: si entrava da una porta secondaria suonando.

Ultima annotazione: la FriulAdria e la sede principale dell'Unicredit Banca erano sorvegliate da una guardia giurata (rispettivamente all'esterno ed all'interno). Entrambe non hanno giudicato il nostro zaino sospetto.

Mattia Zanardo

Nessun ostacolo all’assalto delle bancheultima modifica: 2006-11-22T12:22:07+01:00da sagittario290