Attualità
8 marzo 2023
Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari, Filcams Cgil e Fisascat Cisl: rinnovare bene e al più presto il Contratto Nazionale scaduto nel 2015
Nei giorni scorsi lanciata la Class Action finalizzata alla disapplicazione delle tabelle retributive, un’azione collettiva che potrebbe avere un effetto risolutivo della lunga vertenza.
In un comunicato congiunto le due federazioni ripercorrono la travagliata storia della trattativa, connotata da veri e propri colpi di scena che, ad oggi, non hanno portato alla positiva conclusione del negoziato
Roma, 8 marzo 2023 – La travagliata storia di questa trattativa ci ha purtroppo abituato in questi lunghi anni – CCNL scaduto il 31 dicembre 2015! – ad assistere a dei veri e propri colpi di scena che, al di là di inutili teatralità e molto folclore, non hanno all’oggi portato ad una conclusione positiva del negoziato e all’atteso risultato, che rappresentano la soluzione più adeguataper risolvere i problemi delle lavoratrici e dei lavoratori, senza esclusioni, del settore.
Però, considerate le ricostruzioni creative e le strumentalizzazioni che a vario titolo stanno circolandosoprattutto nelle ultime ore, vale la pena ricordarci e ricordare alcuni dei passaggi di maggior rilevanza che hanno caratterizzato questa lunga e difficile trattativa.
Nel 2013 FILCAMS e FISASCAT, hanno siglato il Contratto nazionale, che per la prima volta ha unificato due contesti importanti del mondo del lavoro, introducendo il comparto dei servizi fiduciari, con l’obiettivo, condiviso anche dalle associazioni datoriali e definito nel testo contrattuale, di favorire l’emersione del settore.
Settore che è storicamente caratterizzato dalla forte presenza di lavoro irregolare e precario e nel qualeregole e contratti continuano spesso ad essere pura immaginazione, a vantaggio delle imprese più scaltre che penalizzano i lavoratori e le aziende virtuose, creando una situazione insostenibile nelle gare di appalto.
Per questi motivi, nel testo del Contratto l’intendimento e l’affidamento sono stati di poter poi affrontare nel corso della sua durata, a dicembre 2015,”le opportune rivalutazioni”, prevedendo in tal senso l’avvio di una fase di confronto in tema.
Le Associazioni Datoriali disattendendo quanto sottoscritto, hanno di fatto generato, nel corso di questi anni, una situazione divenuta intollerabile.
Queste sono le ragioni per cui abbiamo deciso di affrontare il problema non limitandoci alla gestione di cause individuali ma intraprendendo una class action, un’azione collettiva quindi, che, a condizioni date, potrebbe avere un effetto risolutivo. A differenza di una disdetta del contratto collettivo, che tra l’altro continuerebbe ad essere applicato dalle aziende come abbiamo potuto constatare in analoghi casi, abbiamo scelto questo innovativo strumento per agire in maniera più puntuale sul problema senza lasciare pericolosi spazi di manovra alle imprese che avrebbero in caso di disdetta sindacale mani libere vista l’assenza di una regolamentazione rappresentativa.
A nostro modo di vedere, infatti, a crescere devono essere le retribuzioni dell’intero settore non di una sola parte, come crescono le attività delle imprese dell’intero settore della sicurezza privata.
Siamo anche in attesa di una nuova convocazione da parte del Ministero del Lavoro, che è un’altra azione da noi intrapresa, per sollecitare le controparti a non tergiversare, prendendo ogni volta pause di riflessione che durano mesi.
Come abbiamo continuato a mobilitarci a tutti i livelli, con strumenti diversi, diversificati a seconda delle esigenze, per far capire in modo chiaro che non è nostra intenzione arrenderci.
Ad oggi, nonostante gli enormi sforzi e sacrifici sostenuti da delegati e lavoratori – che hanno consentito sì degli avanzamenti, ma non ancora soddisfacenti – non siamo riusciti a siglare il rinnovo del Contratto, e nello scenario complicato di questo Paese, in cui ci sono ormai un migliaio di contratti depositati al CNEL, nessun altro è riuscito a farlo, neanche coloro che dovrebbero forse prestare maggior attenzione alla spregiudicata condotta di parte delle imprese e delle associazioni datoriali piuttosto che inscenare di continuo teatralità e folclore appunto (sia ben chiaro, con il massimo rispetto per l’una come per l’altro!).
È facile parlare e scrivere qualsiasi cosa per giunta con una certa sventatezza, è facile rivangare il passato e distorcere l’accaduto, ed è ancora più facile ricordare quello che ci piace e dimenticare quello che non ci piace. È tutto molto facile, ed è ancora più facile fare polemica e esprimere giudizi.
La realtà deve invece portare ad altra conclusione, che non può certo essere quella delle chiacchiere e delle contumelie, ma, piuttosto, quella di un ulteriore sforzo e di un impegno ancora maggiore, auspicabilmente unitari e nei fatti più che nelle parole, per raggiungere il nostro obiettivo: RINNOVARE, BENE E AL PIÙ PRESTO, IL CONTRATTO NAZIONALE!
https://www.fisascat.it/news/Vigilanza_privata