Torino, una guerra tra carabinieri della Procura dietro il furto dell’hard disk all’ex carcere delle Nuove

Corriere di Torino

Cronaca

7 ottobre 2022

Torino, una guerra tra carabinieri della Procura dietro il furto dell’hard disk all’ex carcere delle Nuove

di Simona Lorenzetti

E come nuovo testimone spunta l’ex maresciallo dei Ros Riccardo Ravera, più conosciuto con il soprannome di Arciere per aver preso parte all’arresto di Toto Riina

C’è un nuovo testimone nell’inchiesta sul furto all’ex carcere delle Nuove (avvenuto nel weekend dell’8 e 9 luglio 2017) di due hard-disk che contenevano le informazioni relative alle entrate e alle uscite dei dipendenti del Palazzo di giustizia. Il nome citato dal procuratore aggiunto Patrizia Caputo e dal sostituto Francesco Pelosi è quello dell’ex maresciallo dei Ros Riccardo Ravera, più conosciuto con il soprannome di Arciere per aver preso parte all’arresto di Toto Riina. Il processo è quello che ha come protagonista una giovane guardia giurata (difesa dall’avvocato Patrizia Bontempo) accusata della sparizione. Ma cosa c’entra Arciere? A spiegarlo in aula sono i magistrati.

È necessario però fare un passo indietro, al 2017, quando in Procura era in corso un «scontro tra due gruppi di carabinieri». Veleni alimentati da indagini non autorizzate e fascicoli irregolari. Sta di fatto che quell’anno alcuni uomini della polizia giudiziaria iniziano a indagare arbitrariamente su un collega: l’ipotesi (mai dimostrata) era che «lucrasse» sull’orario di lavoro e perciò — senza che vi fosse alcun procedimento — vengono acquisiti i filmati di alcune telecamere per dimostrarne l’assenteismo. In quelle settimane avviene il furto alle Nuove e i carabinieri riferiscono ai propri superiori che secondo loro a commetterlo è stato il collega per far sparire le prove delle entrate e uscite dal Palazzo di giustizia. Manifestano i loro sospetti anche al pm Andrea Padalino, che si fa assegnare il fascicolo e comincia a indagare sul presunto carabiniere infedele senza però iscriverlo nel registro degli indagati: un comportamento costato al magistrato una condanna disciplinare del Csm e ai carabinieri l’allontanamento dalla Procura. «Hanno agito fin dall’inizio per far ricadere la colpa del furto sul collega e si sono serviti dell’odierno imputato, che non è estrano al rapporto conflittuale tra i carabinieri», ha spiegato il pm. La guardia giurata ha sempre negato il furto e anche i rapporti con i carabinieri. Ma l’accusa è convinta del contrario, perché «ci sono elementi per dire che l’imputato è tuttora in contatto con queste persone, le quali stanno seguendo il processo dall’esterno».

L’anello di congiunzione — per i pm — sarebbe Ravera. Nel dicembre scorso, il maresciallo viene indagato nell’ambito di un’altra inchiesta e sul suo computer viene trovata buona parte degli atti del procedimento sulla sparizione dell’hard disk: compresa una consulenza tecnica di cui Ravera sarebbe entrato in possesso prima del deposito. «Chi, se non l’entourage dell’indagato, poteva dargliela?» ha chiosato il pm. C’è di più. I magistrati sostengono che Arciere da anni «nutre profondo astio» nei confronti del militare che avrebbe dovuto essere accusato del furto, mentre coltiva uno «stretto legame professionale» con l’altra fazione di carabinieri. Da qui la richiesta di sentirlo in aula.

https://torino.corriere.it/cronaca/22_ottobre_07/torino-guerra-carabinieri-procura-dietro-furto-dell-hard-disk-all-ex-carcere-nuove-9fb53df0-4615-11ed-a046-56d63cd263b3.shtml

Torino, una guerra tra carabinieri della Procura dietro il furto dell’hard disk all’ex carcere delle Nuoveultima modifica: 2022-10-08T10:45:11+02:00da sagittario290