«Affondo il coltello», la minaccia impunita a due sindacalisti

LatinaOggi

Cronaca

22/12/2021

Il fatto

«Affondo il coltello», la minaccia impunita a due sindacalisti

Latina – L’incontro sulle tutele negate finisce con una frase terribile. Società sospesa dalla Prefettura ma riabilitata al Tar

Due sindacalisti dell’Ugl minacciati mentre difendono i diritti violati dei lavoratori di un’azienda della sicurezza privata. Succede mentre sono in videocollegamento, una storia che non ha fatto notizia nonostante sia accaduta ben prima della entrata in vigore del decreto che impone lacci stringenti alla divulgazione delle notizie di cronaca. E così è rimasta nel limbo a testimoniare cosa accade in basso, nelle trattative sulle tutele basilari, in un territorio dove si fa molta fatica a rispettare le regole minimali. Il racconto di quanto accaduto adesso è dentro gli atti interni dell’Ugl, sindacato che, comunque, ha evitato di fare rumore su una storia che ha tutto di sballato.

Comincia quando un gruppo di agenti della security di un’impresa di settore chiedono venga loro riconosciuto il minimo sindacale, ossia divise, custodia delle armi, stipendi pagati con regolarità. Segue la convocazione di un incontro con i delegati dell’Ugl e nel corso della riunione il titolare della ditta di lascia andare. «… io vado in giro col coltello in bocca e se foste qui in presenza vi farei vedere come affonda un coltello…». La riunione più o meno finisce lì, parole che fanno paura. Nel giro di qualche giorno le segreterie del sindacato rappresentano alla questura di Latina, in via informale ma con preoccupazione, quanto è accaduto. Sul piano penale al «signor coltello» non accade nulla, ma dalle verifiche obbligatorie per le società che eseguono il servizio di vigilanza privata emerge che quanto denunciato dai lavoratori risponde al vero e all’esito dei riscontri la Prefettura di Latina emette un provvedimento di sospensione della licenza che verrà impugnato al Tar e sospeso dai giudici amministrativi. Nel frattempo uno dei due sindacalisti minacciati viene sostituito dall’Ugl. Fine. Ad oggi i lavoratori dell’impresa di vigilanza sono ancora con gli stipendi in ritardo, le loro divise non vanno bene, le macchine nemmeno, ci sono problemi nella sala operativa e nella custodia delle armi ma la licenza è in essere per via della sospensiva. Nessuno ha contestato la gravità delle affermazioni minatorie sul coltello. E non si sa se anche questi parametri contribuiscano in qualche modo a quelle pessime classifiche sulla qualità della vita che riguardano la provincia di Latina, né si può dire se questa vicenda diventerà mai una di quelle notizie che per essere pubblicate hanno bisogno dell’avallo della Procura.

Ciò non toglie nulla alla celebre frase in streaming: «… ti faccio vedere come affonda il coltello». Quale dialogo sindacale si può intavolare in un luogo della periferia profonda d’Europa se c’è un coltello di mezzo? Negli ultimi anni il dibattito economico e sindacale in provincia si è molto concentrato sulla condizione di schiavitù di migliaia di braccianti ed è giusto che sia stato così. Ed è intervenuta l’illusione che altrove, fuori dal perimetro dell’agricoltura, le cose andassero meglio. Non era vero, se è vero che persino un’impresa soggetta ai controlli di pubblica sicurezza può permettersi di minacciare i sindacalisti senza che questi siano difesi da alcuno. Giusto per la cronaca nel 2021 c’è stata la prima (e per ora unica) sentenza del Tribunale di Latina per comportamento antisindacale e non è dato sapere se altri ricorsi analoghi vi siano mai arrivati. E’ plausibile pensare di no.

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«Affondo il coltello», la minaccia impunita a due sindacalistiultima modifica: 2021-12-23T11:00:30+01:00da sagittario290