Stop agli straordinari, le guardie giurate in lotta per il contratto

Gazzetta_di_Mantova

Cronaca

23 dicembre 2019

Stop agli straordinari, le guardie giurate in lotta per il contratto

Sul tappeto restano le pretese di quelli che le guardie bollano come “padroni”: niente paga per i primi tre giorni di malattia, un aumento salariale di 25 euro netti e flessibilità esasperata

Igor Cipollina

MANTOVA. Quattro mesi fa si erano dati appuntamento davanti alla prefettura, per denunciare la propria condizione di “schiavi della sicurezza”. Sotto pressione, piegati a turni massacranti in cambio di uno stipendio mortificante, che li costringeva ad accumulare straordinari su straordinari per tirare a fine mese. Indignati per una proposta di rinnovo contrattuale che minacciava di polverizzarne definitivamente i diritti.

Minacciava e ancora minaccia perché, quattro mesi dopo, la situazione è sempre ferma alla stesso punto, mentre l’ultimo contratto collettivo è scaduto nel 2015. Sul tappeto restano le pretese di quelli che le guardie bollano come “padroni”: niente paga per i primi tre giorni di malattia, un aumento salariale di 25 euro netti, flessibilità esasperata con il ricorso a contratti intermittenti di due/tre giorni, mani libere nei cambi d’appalto e la possibilità di dilatare fino a 14 i giorni di lavoro prima del riposo. Ecco perché Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil lanciano adesso il blocco degli straordinari, da oggi fino al 7 gennaio.

«Ennesima forzatura sindacale per richiamare alle loro responsabilità le aziende del settore» la definisce Daniele Grieco (Uiltucs). Forzatura che pesa nelle tasche di guardie e custodi, ai quali i sindacati si appellano: «Noi crediamo fermamente che con una adesione massiccia all’astensione dalle ore straordinarie e supplementari potrà arrivare un segnale forte, visto che gli istituti verrebbero messi in grossa difficoltà con i loro clienti – incalza Grieco – La situazione insostenibile, con una vertenza che dura ormai da più di tre anni, un contratto fermo a un indice di vita che è ormai preistoria, e le associazioni datoriali che dopo tre scioperi non fanno alcun passo avanti».

«Non è possibile firmare il rinnovo contrattuale con queste proposte inaccettabili, specialmente sui profili concernenti l’orario “superflessibile”, con spostamenti del recupero del riposo settimanale fino a 14 giorni dopo il normale godimento e l’introduzione del lavoro intermittente in un settore che ha la sicurezza come tema centrale – argomenta Huber Artioli (Filcams) – Chi si affiderebbe a una guardia particolare giurata che ha svolto il lavoro qualche volta all’anno?». «La vertenza in atto trova ragione d’essere negli sforzi che le parti sociali a tutt’oggi fanno per rinnovare un contratto fermo ormai da parecchi anni, che dia dignità ai lavoratori interessati – rivendica Alessandra Sergi (Fisascat) – Non è più plausibile aspettare e sottostare alla volontà delle controparti».

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