Uccise un ladro dopo un furto in un bar: definitiva condanna per un vigilante a 14 anni

Cronaca

22 giugno 2019

Uccise un ladro dopo un furto in un bar: definitiva condanna per un vigilante a 14 anni

TREPUZZI-TORCHIAROLO (LECCE/BRINDISI) – È definitiva la condanna a 14 anni di reclusione per la guardia giurata Crocefisso Martina, 66 anni, di Torchiarolo, che la notte del 23 gennaio del 2007 sparò e uccise Marco Tedesco, 27enne, di Brindisi. Il giovane era uno dei presunti componenti di una banda che, pochi minuti prima, aveva messo a segno una spaccata ai danni del bar del distributore Q8 all’altezza di Trepuzzi sulla superstrada Brindisi-Lecce. I giudici della quinta sezione della Corte di Cassazione hanno confermato la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Taranto respingendo l’istanza dall’avvocato Antonio Savoia di derubricare l’accusa di omicidio volontario in eccesso colposo in legittima difesa. Istanza che lo stesso sostituto procuratore generale aveva chiesto l’accoglimento con rinvio della sentenza. Sono stati confermati anche i risarcimenti ai familiari (il padre Giuseppe, la madre Maria Dalmateno e i quattro fratelli Cosimino, Tonio, Maurizio e Teresa) parte civile con gli avvocati Giuseppe Lanzalone, Daniela D’Amuri, Loredana Massari e Antonella Ingrosso.

Il sigillo della Cassazione è arrivato a 12 anni di distanza dai fatti. Dopo le condanne in primo ed in secondo grado, ad ottobre di tre anni fa, i giudici della Corte di Cassazione annullarono la sentenza con rinvio alla Corte d’Assise d’Appello di Taranto perché valutasse se si trattava di omicidio volontario o come sosteneva anche allora la difesa, di eccesso colposo in legittima difesa. L’intenzione di uccidere fu confermata il 25 novembre dello scorso anno dai giudici d’appello di Taranto e nelle scorse ore dalla Cassazione.

La morte del giovane brindisino risale al 24 gennaio 2007. Tedesco, insieme ad altri complici, aveva appena compiuto un furto nel bar della stazione di servizio. La banda, a bordo di due auto (una Lancia Y10 e una Fiat Panda) saccheggiò l’attività commerciale depredando stecche di sigarette e denaro contante. La fuga, però, finì in tragedia. Sul posto si fiondarono due guardie giurate. Crocifisso Martina non era solo. Era in compagnia di un collega poi prosciolto.

Il vigilante esplose sei colpi di pistola quando i ladri si trovavano ancora all’interno del bar. Una ricostruzione avvalorata dalle immagini del sistema di videosorveglianza. Un solo sparo, sempre secondo gli investigatori, sarebbe stato sparato a scopo intimidatorio. Tedesco venne ferito a morte dal frammento di uno dei proiettili che si conficcò all’altezza del collo mentre un secondo colpo bucherellò il finestrino dell’auto.

Inizialmente il sostituto procuratore Maria Cristina Rizzo (attuale Procuratore della Repubblica dei Minorenni) dispose il rinvio a giudizio del vigilante per omicidio colposo per eccesso di legittima difesa. Il primo colpo di scena, in questa complessa vicenda giudiziaria, arrivò ad istruttoria appena avviata. L’allora giudice del Tribunale di Campi Salentina, Stefano Sernia, dispose la modifica del capo d’imputazione in omicidio volontario.

Un’ordinanza fondata su alcune valutazioni. Crocefisso non avrebbe sparato a scopo intimidatorio o per difendersi ma per uccidere. Ad altezza uomo con tutti i rischi connessi. Una tesi sostenuta con forza dal sostituto procuratore Carmen Ruggiero (attualmente in forza alla Dda) nel processo di primo grado che, sulla scorta di perizie balistiche, riscontri oggettivi e testimonianze, chiese la condanna con l’accusa di omicidio volontario per il vigilante poi confermata dopo un tortuoso iter processuale.

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Uccise un ladro dopo un furto in un bar: definitiva condanna per un vigilante a 14 anniultima modifica: 2019-06-23T11:30:21+02:00da sagittario290