Tre anni senza contratto, si fermano le guardie giurate

CCNL Vigilanza Privata

01 febbraio 2019 ore 07.50

La protesta

Tre anni senza contratto, si fermano le guardie giurate

Due giorni di sciopero (1-2 febbraio) e manifestazioni a Milano e Napoli dei 70 mila addetti della vigilanza privata. La trattativa per il rinnovo è ferma, grandi distanze su salario e cambi d’appalto. Sindacati: “Da controparti richieste impercorribili”

Due giorni di sciopero per la vigilanza privata. Il contratto è scaduto il 31 dicembre 2015, quindi già da tre anni, e grandi distanze si registrano ancora su temi fondamentali come le retribuzioni e i cambi d’appalto. Una situazione insostenibile per sindacati e lavoratori, che già il 4 maggio scorso avevano indetto un primo stop, con manifestazione nazionale a Roma. Adesso la protesta raddoppia: le 70 mila guardie giurate si fermano infatti oggi (venerdì 1) e sabato 2 gennaio. Due anche le manifestazioni organizzate da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil: oggi a Milano, con un presidio alle ore 10 nei pressi della Prefettura (in corso Monforte), sabato 2 a Napoli con un corteo (partenza alle ore 10) da piazza Mancini a piazza Matteotti.

L’ultimo incontro per il rinnovo del contratto della vigilanza privata, avvenuto il 16 gennaio scorso, si è rivelato improduttivo. “Le associazioni datoriali – spiegano i sindacati – hanno dichiarato di non essere in grado di fornire risposte in merito ai temi all’ordine del giorno, benché la nostra richiesta fosse stata inoltrata prima di Natale”. Tra novembre e dicembre il confronto sembrava essere finalmente decollato, con l’esame nel merito di alcuni temi importanti, ma poi, nell’ultimo vertice, i sindacati hanno assistito “a un nuovo rallentamento e alla riproposizione di richieste impercorribili”.

Nessuna risposta è arrivata “in merito agli aspetti del cambio di appalto, con particolare attenzione alla salvaguardia degli elementi salariali”. E proprio sul salario la controparte ha manifestato un atteggiamento che i sindacati leggono “come ingiustificatamente dilatorio dei tempi della trattativa: in particolare, i datori di lavoro hanno dichiarato la disponibilità a riconoscere un aumento, a ben determinate condizioni, per un valore che però non sono in grado di determinare”.

Un atteggiamento che Filcams, Fisascat e Uiltucs giudicano “irriguardoso” e “sintomo di fragilità strutturale e scarsa sintonia delle controparti datoriali, che insistono nel perseguire una politica incurante delle condizioni del settore e dei problemi dei lavoratori”. Da sottolineare, infine, è il fatto che dal 2008 a oggi il contratto è stato rinnovato una sola volta, così come ferme a quella data sono, ad esempio, le indennità di presenza. Il rinnovo, concludono i sindacati, è “l’unica strada per rispondere alle esigenze di un settore strategico e per superare le gravi problematiche emerse in questi anni”.

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