Pazienti stanchi di attendere per le visite aggrediscono due medici del pronto soccorso

Cronaca

04 gennaio 2015

Pazienti stanchi di attendere per le visite aggrediscono due medici del pronto soccorso

E’ accaduto al San Giovanni Bosco: i violenti sono fuggiti con schede e referti per non farsi individuare

di ANTONIO DI COSTANZO

Ospedali come saloon. Dove scoppiano risse e dove i medici vengono colpiti a sediate. Oppure assaliti da un folla di persone che rubano un cadavere, come avvenuto l’estate scorsa al Cardarelli. L’ultimo episodio di violenza in un presidio medico è accaduto ieri mattina al San Giovanni Bosco, ospedale di frontiera nell’area nord della città. Pazienti stanchi di attendere il proprio turno si sono scagliati contro un medico, impegnato a chiudere una scheda, colpevole di aver detto «un attimo solo».

L’uomo ha preso la sedia e l’ha scaraventata contro il chirurgo Lucio Paesani. Il medico ha riportato un trauma cranico e contusioni multiple anche a un braccio, ed è stato giudicato guaribile dal medico di guardia al pronto soccorso, Angelo Sorge, in 15 giorni, in attesa della visita ortopedica per capire se ci sono altre conseguenze al braccio. Ha riportato un trauma facciale, invece, Felice Bicchetti, l’altro chirurgo dell’ospedale, intervenuto in difesa del collega e per sedare gli animi, contro il quale altri pazienti in attesa hanno scaraventato oggetti.

Come se non bastasse, gli autori delle violenze, per non farsi identificare, hanno rubato le schede e i referti. Cancellando così la possibilità di risalire ai loro nomi. Sulla vicenda, l’ennesima che avviene in un ospedale napoletano, indagano i carabinieri. Una mano a chiarire il tutto potrebbe venire da alcune telecamere, non all’interno del pronto soccorso, «lì non ci sono perché lo vieta la legge», dice il direttore sanitario Luigi De Paola, ma all’ingresso del nosocomio e all’esterno.

Il pronto soccorso del San Giovanni Bosco, è privo di triage, il sistema utilizzato per selezionare l’accoglienza degli utenti secondo classi di urgenzaemergenza crescenti, in base alla gravità delle lesioni riportate o del loro quadro clinico. E questo per alcuni medici determina una situazione di perenne caos e non sono infrequenti i battibecchi tra i pazienti, le proteste, gli insulti al personale e, purtroppo, anche le aggressioni come capitato ieri. Non la pensa così De Paola che conferma che l’ospedale è momentaneamente privo del sistema, ma sostiene che spesso «è proprio il Triage a determinare l’insofferenza dei pazienti, non a caso gli episodi di violenza avvengono in tutti gli ospedali».

Il servizio di vigilanza è affidato a due guardie giurate armate che lavorano all’ingresso del pronto soccorso. Ogni giorno devono disciplinare l’arrivo di circa 200 persone, spesso accompagnate da numerosi parenti, questo crea spesso confusione e disagi per pazienti e personale. «Non c’è più un presidio fisso di polizia — afferma De Paola — è aperto solo sporadicamente e mai durante la notte».

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