Omicidio al bar di Vigevano, l’assassino: “Sono impazzito di gelosia, voleva che vivessimo in tre con l’altro”

Cronaca

11 marzo 2014

Omicidio al bar di Vigevano, l’assassino: “Sono impazzito di gelosia, voleva che vivessimo in tre con l’altro”

Tra loro c’erano degli uomini ma a loro due andava bene così. Lui, Francesco Albano, il pensionato di 71 anni che sabato mattina ha ucciso la ex convivente, li tollerava. Sapeva che i sentimenti non c’entravano. Almeno sino a quando Tina gli aveva rivelato di avere una storia importante con una guardia giurata

di Umberto Zanichelli

Vigevano (Pavia), 11 marzo 2014 – Tra loro c’erano degli uomini ma a loro due andava bene così. Lui, Francesco Albano, il pensionato di 71 anni che sabato mattina ha ucciso la ex convivente Assunta “Tina” Sicignano, 43 anni con una decina di coltellate nel loro bar di corso Cavour a Vigevano, li tollerava. Sapeva che i sentimenti non c’entravano. Almeno sino a quando Tina, madre delle sue due figlie di 19 e 16 anni, gli aveva rivelato di avere una storia importante con una guardia giurata di 38 anni e gli aveva proposto addirittura di andare a vivere tutti e tre insieme.

Sarebbe stato allora che l’uomo avrebbe perso il controllo. L’ultima litigata, quella di sabato, è stata fatale. Su come siano andate le cose sono ancora in corso gli accertamenti dei carabinieri del capitano Rocco Papaleo. La versione che Albano, che si è costituto subito dopo il fatto, ha fornito agli inquirenti presenterebbe infatti alcune zone d’ombra. Da quello che sarebbe emerso dalle dichiarazioni dell’omicida la ex convivente avrebbe avuto altre storie, almeno tre quelle fisse accertate. Storie che lui accettava da quando, dopo una operazione al cuore, era diventato impotente.

Ma quando Tina gli aveva rivelato di voler cambiare vita, il suo universo era crollato. I litigi si erano fatti sempre più frequenti, anche davanti ai clienti del Bar Psycho di corso Cavour che gestivano da sei mesi. Poi l’epilogo di sabato: la donna, stando al racconto di Albano, lo avrebbe apostrofato pesantemente. Sarebbe nata l’ennesima discussione. A quel punto il racconto dell’omicida e i riscontri dei carabinieri non sarebbero più in linea: l’uomo avrebbe parlato di un tentativo di aggressione nei suoi confronti.

E lui, invalido al cento per cento e dal fisico gracile, avrebbe reagito prendendo la prima cosa che ha trovato. Un coltello. Una versione che la difesa vorrebbe cavalcare per invocare la legittima difesa. Una versione che non si accorderebbe con le ferite evidenziate sul corpo della vittima, alcune delle quali agli avambracci, sarebbero quelle classiche da difesa. I fendenti, almeno dieci, avrebbero provocato ferite mortali. Ma quando Francesco Albano ha lasciato il bar, per recarsi alla caserma di via Castellana, la donna era ancora viva. Ed era ancora in vita, qualche minuto dopo, all’arrivo dei carabinieri e dei soccorritori. è deceduta subito dopo.

Questa mattina intanto il reo confesso sarà ascoltato dal Gip di Pavia che dovrà convalidare l’arresto. Per domani invece, ma non è ancora ufficiale, è fissata l’autopsia presso l’istituto di Medicina legale dell’università di Pavia. Sulle modalità dell’aggressione Albano avrebbe riferito di aver colpito una prima volta la ex convivente al fianco destro ma, visto che la donna continuava ad avanzare verso di lui, avrebbe perso la testa colpendola a ripetizione.

http://www.ilgiorno.it/pavia/cronaca/2014/03/11/1037169-omicidio-bar-vigevano.shtml

Omicidio al bar di Vigevano, l’assassino: “Sono impazzito di gelosia, voleva che vivessimo in tre con l’altro”ultima modifica: 2014-03-12T10:45:16+01:00da sagittario290