PORTI, LA BATTAGLIA DELLE GUARDIE GIURATE

Politiche Marittime

07 agosto 2013

IL CASO

PORTI, LA BATTAGLIA DELLE GUARDIE GIURATE

TERMINAL%20SECH%20GENOVA%20(9)-knUE--220x286@ShippingWEB.jpgGenova – Assiv, l’associazione nazionale delle guardie giurate, chiede l’applicazione del decreto 154/2009 sulla security nei porti. È la legge contestata di cui Assoporti, quando fu approvata, affermò che «rischia di bloccare a lungo termine l’intero settore marittimo-portuale nazionale».

Il testo, approvato nel 2009 quando era ministro Altero Matteoli, è rimasto nel cassetto per quattro anni, durante i quali gli operatori portuali hanno continuato a chiedere chiarimenti senza ottenere risposte dai ministeri che dovrebbero farla applicare, ossia quello delle Infrastrutture-Trasporti e quello dell’Interno. Adesso qualcosa si sta muovendo, ma i nodi che erano stati denunciati all’epoca da Assologistica, Assiterminal, Assoporti e Confetra, restano tutti da sciogliere. Le questioni sono in particolare tre: l’obbligo di utilizzare un servizio di guardie giurate in ogni terminal, lo spostamento di competenze dalla Capitaneria di porto alle questure, la confusione terminologica rispetto ad altri testi di legge preesistenti.

Il tema più spinoso riguarda proprio le guardie giurate. Nei giorni scorsi Assiv ha ottenuto un incontro al ministero dei Trasporti a cui hanno partecipato il direttore dei porti del ministero e il comandante responsabile per la security e la safety del comando generale delle Capitanerie di porto. Secondo Assiv, le guardie giurate private potranno essere impiegate a pieno titolo come forze sussidiarie e complementari alle forze dell’ordine anche nei porti, in base al decreto del ministero dell’Interno 154/2009. L’associazione segnala che il decreto è rimasto lettera morta per la mancata circolare applicativa sull’addestramento del personale dedicato ai controlli di sicurezza. Lo scopo dell’incontro è stato appunto quello di confrontarsi sulle criticità applicative del decreto. Come spiegano dall’Assiv, «i rappresentanti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si sono resi disponibili ad approntare la questione e accogliere le istanze dell’associazione, compatibilmente con il rispetto delle norme primarie nazionali e del regolamento europeo 725/2004, relativo al miglioramento della sicurezza delle navi e degli impianti portuali». Dall’incontro è emerso anche che il ministero dell’Interno ha aperto un tavolo tecnico per rendere le disposizione del decreto pienamente operative. L’iniziativa di Assiv, che ha sollecitato l’incontro con il ministero per rilanciare il decreto, è anche conseguenza della prolungata crisi economica che sta mettendo alle corde gli istituti di vigilanza. Per alcuni sarebbero in arrivo pesanti tagli degli organici. L’associazione ha sottolineato durante l’incontro l’opportunità di mercato che la piena operatività del decreto può creare per il settore della vigilanza privata.

Dal canto loro le aziende portuali non condividono questa impostazione. I terminalisti fanno notare che il decreto 154 si sovrappone al regolamento 725, che a sua volta aveva recepito l’Isps Code dell’Imo (l’organizzazione marittima delle Nazioni Unite). Le regole del 725 sono entrate in vigore qualche anno prima del 154 e hanno imposto una stretta nella gestione della sicurezza dei porti, introducendo l’obbligo di applicare un piano di sicurezza in ogni terminal. Per questo i terminal si sono già dotati di personale proprio dedicato alla sicurezza. Rendere obbligatorio l’utilizzo di guardie giurate, secondo i terminalisti, metterebbe a rischio il lavoro del personale assunto con le stesse mansioni, oltre a costituire un aggravio dei costi.

Inoltre viene fatto notare come il decreto sia stato scritto senza tenere conto della normativa precedente. Così si fa riferimento a funzioni e figure professionali differenti nei due testi, generando confusione sull’ambito di applicazione delle due norme. Anche per questo Assiterminal e Assologistica hanno chiesto più volte al ministero un incontro chiarificatore. Visto il ritorno di interesse su questo tema, gli operatori portuali si aspettano di poter essere ascoltati in tempi brevi. Un altro punto contestato riguarda le competenze sulla sicurezza. Una parte di queste vengono assegnate dal decreto alle questure, creando, secondo chi critica il testo, un conflitto di interesse con le Capitanerie di porto a cui sono state finora assegnate quelle stesse funzioni.

Alberto Ghiara

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