Cronaca
7 ottobre 2012
GLI AGENTI POLFER
Protesta Polfer: non siamo vigilantes
Contestato il nuovo accordo con le Fs
Le Ferrovie: scorta ai treni e controlli nelle stazioni pagati solo se concordati
MILANO – I treni da scortare? Da concordare con i dirigenti delle ferrovie. I luoghi delle grandi stazioni da vigilare e il modo in cui farlo? Anche questi, da concordare con i responsabili della sicurezza delle Fs. In caso contrario, ai poliziotti non verranno pagate le nuove indennità. Questo prevede la convenzione firmata tra i vertici della polizia e le Ferrovie dello Stato lo scorso 12 luglio. Quell’accordo, che sta entrando in applicazione in questi giorni, prevede ad esempio che i «servizi di vigilanza dovranno privilegiare», tra le altre zone, le «piattaforme, in particolare quelle dedicate all’Alta Velocità di Trenitalia».
LA PROTESTA– Questa nuova disciplina sta creando una protesta diffusa in tutti compartimenti di Polizia ferroviaria delle 14 grandi stazioni interessate (Milano, ma anche Genova, Torino, Venezia, Roma, Napoli e così via). Secondo i sindacati, si sta profilando un pericoloso slittamento che almeno come principio avvicina il ruolo della polizia nelle stazioni a quello di guardie giurate, con gli agenti che si ritroveranno a ottenere le indennità per il loro servizio solo se svolgono determinati servizi concordati con le esigenze di una società per azioni pubblica come le Fs. «La Polizia ferroviaria fa parte della polizia di Stato – spiega Pasquale Cafagna, della segreteria provinciale del Siulp – e pertanto è al servizio di tutti i cittadini, sia di quelli che pagano un biglietto cento euro, sia di quelli che lo pagano due euro. E soprattutto la Polfer è responsabile della sicurezza delle stazioni, perché deve concordare o farsi dettare le gestione dei servizi da un’azienda ferroviaria?».
LE SCORTE AI TRENI– Il discorso diventa ancora più evidente per le «scorte» sui treni, e cioè per le pattuglie della polizia che «accompagnano» i convogli che, per diversi motivi, vengono ritenuti a rischio. Fino ad oggi le Ferrovie dello Stato hanno versato alla Polfer un’indennità di 1,22 euro l’ora per ogni agente in servizio di scorta (con i treni da vigilare decisi in totale autonomia dai dirigenti di polizia in base alle esigenze di sicurezza). Con la nuova convenzione l’indennità viene maggiorata a 3,5 euro per le ore del giorno e a 6 euro per i turni di notte. Ma la decisione di quali treni saranno da scortare spetterà a un Comitato territoriale di cui fanno parte dirigenti sia di polizia, sia della security delle Fs (i responsabili di «Protezione aziendale»).
IL NODO DELL’INDENNITA’– Se il dialogo e lo scambio di informazioni tra le strutture è sempre esistito, da oggi sarà il comitato a decidere i servizi. E così, per fare un esempio, se il comitato individuerà 10 treni «critici» e la polizia li scorterà tutti, gli agenti avranno l’indennità di 3,5 o 6 euro. Se invece venissero scortati 8 treni «critici» e due ordinari, l’indennità per tutti sarà quella base di 1,22 euro. «L’obiettivo della polizia di Stato è uno solo, la sicurezza – continua Cafagna -, mentre con questo accordo si individuano obiettivi da concordare con le ferrovie. E solo al raggiungimento di quegli obiettivi si vincola il pagamento delle indennità».
IL RUOLO DELLA POLIZIA– Il problema non è lo scambio di informazioni, ma quello di una almeno parziale subordinazione delle forze di polizia. E così, si chiedono molti agenti, per quale motivo si deve comunque fare una vigilanza fissa ai binari da dove partono i treni dell’Alta Velocità? E se in base all’esperienza quotidiana ci fossero altri treni regionali, magari molto più a rischio, bisognerebbe comunque privilegiare l’attenzione alla clientela business di Trenitalia?
Gianni Santucci