Metro, un piano per la sicurezza

Cronaca

Mercoledì 11 Aprile 2012 – 09:41

Metro, un piano per la sicurezza
Colonnine Sos e telecamere nei treni

Anche una sala-bunker per coordinare 3 mila occhi elettronici. L’ad Tosti: così potenzieremo i controlli

di Giuseppe Recchia

20120411_metro-teelcamera.jpgROMA – Telecamere intelligenti all’interno dei treni della metropolitana e delle linee di superficie considerate più a rischio, in grado di analizzare le criticità – dai pacchi sospetti alle aggressioni ai furti di rame – e di trasmettere le immagini in tempo reale. Più di 100 colonnine Sos nelle stazioni della linea A e B con cui i viaggiatori potranno richiedere un intervento. E tutte le informazioni che convergeranno verso la nuova centrale operativa, una sala bunker ad alta tecnologia che verrà realizzata al di sotto della fermata di piazza Vittorio.

Queste dunque le principali novità del progetto con cui Atac si propone di ammodernare, entro la fine dell’anno, il dispositivo di sicurezza sull’intera rete. «L’obbiettivo è di trasformare l’attuale modello di vigilanza, sostanzialmente statico, in un modello misto-dinamico», spiega l’amministratore delegato dell’azienda capitolina, Carlo Tosti. Il che vuol dire che la segnalazione delle emergenze non verrà affidata alla sola presenza fisica di vigilantes e personale di sorveglianza, ma verrà integrata con un sistema capace di presidiare 24 ore su 24, grazie alla tecnologia, i luoghi a più alta criticità, individuati attraverso analisi che permettono di redigere una vera e propria mappa del rischio. Cuore di questo sistema sarà la centrale operativa, «che dovrebbe aprire entro il 2012 – precisa Tosti – nella nuova sede di piazza Vittorio con l’implementazione di tutte le nuove tecnologie».

Sarà una struttura sotterranea, limitrofa alla stazione metro, «bunkerizzata e rispondente ai requisiti di una sala operativa simile a quella delle forze di polizia, per garantire la conservazione certa delle immagini e la centralizzazione delle informazioni video», spiega il direttore della sicurezza Atac, Pierluigi Pelargonio. Il quale parla di «una piccola cittadella, non più un semplice stanzone con i monitor. Una moderna struttura con una sala crisi, un’area logistica che permette di operare h24, una sala regia che metterà a disposizione in real time le immagini a chi dovrà assumere decisioni».

Questo modello di «sicurezza centralizzata» verrà reso operativo già entro la fine di aprile, man mano che entreranno in funzione i dispositivi tecnologici, sfruttando per il momento la sala operativa della stazione Termini. Poi ci si trasferirà a piazza Vittorio. Le immagini arriveranno dalle oltre 3mila telecamere che Atac sta progressivamente installando nelle stazioni, a bordo dei convogli della Metro, sui mezzi pubblici di superficie e nei depositi: strumenti intelligenti che non si limitano a registrare, ma grazie a software di analisi segnaleranno eventi a danno di autisti e viaggiatori o altre emergenze. Il sistema è come quello adottato dalle telecamere fisse sulle banchine della metro. «Sono dotate di un software capace di individuare se un pacco ripreso dalla telecamera è stato abbandonato», spiega Pelargonio. O ancora: «Nelle aree della metropolitana dove è interdetto l’accesso ci sono tappettini con dei sensori che se calpestati segnalano il passaggio e lanciano un allarme».

L’adozione di questi sistemi non prescinde dal presidio umano, «incrementato in alcuni punti critici come la stazione Termini», sottolinea ancora il dirigente Atac, ma il lavoro del personale di sorveglianza «sarà reso più efficiente, con l’aumento di pattuglie itineranti che interverranno là dove necessario a seguito delle informazioni video ricevute in tempo reale. Informazioni che è possibile condividere immediatamente con le forze dell’ordine, accelerando gli interventi». Sulla centrale operativa convergeranno anche le segnalazioni che gli utenti invieranno mediante le oltre 100 colonnine Sos, dotate di pulsante per l’allerta e telecamera. Il progetto messo in piedi da Atac rappresenta un work in progress, teso a offrire nuovi standard già entro l’anno ma che si svilupperà compiutamente nel tempo: è stato reso possibile grazie all’utilizzo di fondi del ministero delle Infrastrutture finalizzati alla sicurezza, cui si aggiungono le risorse dell’azienda che solo per le tecnologie ha stanziato, nel 2012, circa 4 milioni di euro.

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=190458&sez=HOME_ROMA

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