Cosa brucia alla Ilside?

Cronaca

Gio, 19/04/2012 – 19:17

Cosa brucia alla Ilside?

Ombre sul mega incendio di Bellona. La longa manus della Jacorossi, le autorizzazioni del 2008 e i rifiuti ‘speciali’ riclassificati. Cosa si nasconde nell’impianto?

ilside_fiamme.jpgBellonaCosa brucia dentro la Ilside? Quali sono i reali danni ambientali? Perché mancano ancora pareri ufficiali dell’Arpac? Dov’erano destinati i rifiuti? Come è divampato l’incendio? Perché non vi è nessuna guardia giurata all’interno dell’area? Perché non esiste il muro antifuoco? Perché non erano stati previsti impianti di spegnimento automatico? Domande alle quali nessuno pare intenzionato a fornire adeguate risposte. Cosa si cerca di celare allora?

La Ilside Srl, con sede in località Ferranzano nel Comune di Bellona, si occupa di gestione e trattamento dei rifiuti sia per conto di Comuni ed Enti Pubblici sia per conto di Imprese private in ogni settore rispondendo alle esigenze di ogni tipologia di rifiuti di produzione residenziale ed industriale.

Già nel 2008 l’area era stata indicata nel progetto di svuotamento dell’ex Foro Boario di Maddaloni. Ma cosa è accaduto in quel sito lo ricordano, forse, in pochi. Proprio in quell’anno, nel 2008, alla Progest viene affidato un appalto che inizialmente competeva alla Recam, appalto affidato dal commissariato di governo. La Recam fu costretta a farsi da parte perché non aveva i mezzi per farlo. La gestione dello ‘svuotamento’ fu così portata avanti dalla Progest in associazione con Europetroli, Furia Srl e, per l’appunto, Ilside Srl che, nel frattempo, veniva acquisita dal Gruppo Jacorossi. Sì, proprio quella Jacorossi nei cui confronti, nel 2006, si apre il primo fascicolo della procura napoletana con l’accusa di traffico illecito di rifiuti. Oggi, il presidente della Ilside Srl è proprio Ovidio Jacorossi.

Ma andiamo con ordine. Nel 2008, come detto, fu presentato il progetto di svuotamento dell’ex Foro Boario di Maddaloni. Un progetto destinato a fallire perché in un primo momento i rifiuti ‘seppelliti’ furono classificati come ‘ordinari rifiuti urbani’ e solo dopo una serie infinita di denunce, proteste e azioni legali furono riclassificati come ‘rifiuti speciali’, tipologia ben diversa insomma. A chi fu affidato il lavoro di classificazione? Alla Jacorossi ovviamente che, dopo aver classificato i rifiuti, affida ad altre ditte e quindi a proprie ‘ditte affiliate’ i lavori di gestione e smaltimento degli stessi. E’ il caso, proprio, della Ilside Srl… società figlia della Jacorossi.

Nel 2009 l’inchiesta bis sulla gestione dei fondi pubblici legati alle bonifiche condotte dal gruppo Jacorossi. Per questa inchiesta furono indagati il presidente della regione Bassolino e il prefetto Pansa, i due ex subcommissari Vanoli e Cesarano, Mario Lupacchini, Ovidio Jacorossi, Vincenzo Cocozza, Giuliano Porcaro, Michele Gustavo.Furono anche disposte perquisizioni dalla Procura della Repubblica di Napoli, una di queste riguardava proprio la società Jacorossi imprese spa, con sede a Roma, incaricata fin dal 2001 di eseguire interventi di bonifica lungo il litorale flegreo.

Al terzo giorno di quello che è un autentico disastro ambientale ancora non si fa luce su ciò che realmente si nasconde all’interno della Ilside Srl. Rifiuti di ogni sorta e non ecoballe, destinati all’impianto Stir di Santa Maria Capua Vetere. In merito alla vicenda abbiamo ascoltato anche il sindaco di Bellona Della Cioppa (ascolta l’intervista nel video sopra). In realtà la tipologia dei rifiuti, come testimoniano le immagini, è ben diversa da quella appena descritta dal primo cittadino di Bellona che, nel 2008, fornì le autorizzazioni per le disponibilità del sito di Triflisco nell’ambito dello svuotamento dell’ex Foro Boario. Bidoni di vernice, pneumatici, parafanghi di auto, materassi e tanto altro è bruciato in questi giorni. Quattromila tonnellate di rifiuti.

E vogliamo ancora escludere l’allarme diossina? Ripetiamo, cosa si nasconde dietro la Ilside?

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Cosa brucia alla Ilside?ultima modifica: 2012-04-20T10:45:00+02:00da sagittario290