Mascherati come in Point Break E spunta l’ipotesi di un basista

Cronaca

10 marzo 2012

Mascherati come in Point Break E spunta l’ipotesi di un basista
Fermato un quinto elemento

Rapina alla Fitist: i quattro arrestati sono entrati grazie a un badge

maschere.pngMacerata, 10 marzo 2012 – PROPRIO come i banditi-surfisti di Point Break, che rapinavano le banche mascherati da presidenti d’America, anche i quattro rapinatori della Fitist Security di Piediripa si sono ispirati alla politica per il fallito colpo che li ha visti passare — in meno di 24 ore — dall’illusione di una ricchezza incalcolabile alla realtà di una cella carceraria.

Indossavano le maschere di Massimo D’Alema ed Oscar Luigi Scalfaro i banditi arrestati alle 19.30 dell’altro ieri dalla polizia di Macerata e dai carabinieri, mentre tentavano la fuga a bordo di due furgoni carichi di 35 milioni di euro. Al fresco (tre a Montacuto, uno a Fermo) sono finiti Giuseppino Coppola di 48 anni, residente a Pomezia; Massimo Morresi, 49 anni, di Castel Madama; Maurizio Meucci, 54 anni, di Tivoli e Attilio Clementi, 53 anni, di Guidonia. «Si tratta di soggetti legati alla malavita romana — ha detto il capo della Mobile Alessandro Albini — conosciutissimi dai colleghi della capitale per i numerosi precedenti penali, specialmente per reati contro il patrimonio e in materia di armi». Un’attività redditizia che avrebbe fruttato al quartetto — tutti teoricamente disoccupati — residenze faraoniche disseminate nel nord est della provincia romana. Giovedì sera, evidentemente, avevano programmato il grande salto, il colpo della vita. Definito nei minimi dettagli e, probabilmente, con l’aiuto di un basista interno.

MUNITI di badge e, forse, di codice, a telecamere parzialmente spente, i rapinatori sono penetrati all’interno del caveau: due di loro hanno cominciato a caricare i sacchi colmi di banconote da 500 euro nei furgoni della Fitist; gli altri hanno immobilizzato i tre metronotte, gli unici, presenti a quell’ora in azienda. I dipendenti sono stati legati mani e piedi alle sedie, sotto la minaccia di un’arma tenuta nascosta in tasca, ma ben consapevoli di una bomba — così era stato detto loro — nascosta nello zaino e pronta a esplodere. Quando le telecamere si sono riattivate, dalla centrale operativa della Fitist di Jesi è scattato l’allarme.

Carabinieri e polizia sono arrivati in forze: dieci auto tra volanti, mezzi della Squadra mobile e ‘gazzelle’ dei carabinieri, che hanno bloccato i due furgoni a bordo dei quali, oltre ai soldi, erano stati caricati gli hard disk dell’impianto di videosorveglianza con le immagini della rapina. Sequestrati anche una ricetrasmittente e alcuni telefoni cellulari, utilizzati forse per tenersi in contatto con possibili complici all’esterno. Le indagini, coordinate dal pm di Macerata Andrea Belli, proseguono per verificare se il commando abbia collegamenti con la banda che il primo febbraio scorso tentò un assalto a mano armata a un furgone della Fitist in transito lungo la superstrada a Corridonia. Anche allora il gruppo si era dovuto allontanare a mani vuote, ma dopo una violenta sparatoria, per fortuna senza feriti.

FERMATA IN MATTINATA UNA QUINTA PERSONA

E’ stata fermata una quinta persona per il colpo sfumato alla Fitist Security. In mattinata un quinto elemento è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto a carico perché gravemente indiziataofar parte del gruppo criminale che ha agito nella tentata rapina.

Sono attualmente in corso indagini per l’identificazione di ulteriori partecipanti al sodalizio criminale.

http://www.ilrestodelcarlino.it/macerata/cronaca/2012/03/10/678722-fitist-piediripa-colpo-caveau-macerata-maschere.shtml

Mascherati come in Point Break E spunta l’ipotesi di un basistaultima modifica: 2012-03-11T11:45:00+01:00da sagittario290