«È l’orco delle ragazzine» Un vigilante a giudizio

Domenica 22 Gennaio 2012,

Ed: TREVISO
Pagina: 16

«È l’orco delle ragazzine»
Un vigilante a giudizio

Roberto Ortolan

3412.jpgSfruttamento della prostituzione minorile e violenza sessuale su una 13enne (all’epoca dei fatti): slitterà di qualche mese la prima udienza del processo nel quale avrebbe dovuto testimoniare la baby vittima degli abusi. Alla sbarra c’è il 56enne Alberto Michieletto, guardia giurata di Loria. L’uomo, assistito dall’avvocato Luca Dorella, avrebbe avuto rapporti sessuali con la 13enne – secondo l’accusa – con la quale avrebbe anche registrato video e scattato foto a contenuto erotico. Accuse che l’imputato ha sempre respinto. Ma alle tesi difensive non hanno creduto né gli inquirenti né, soprattutto, il giudice veneziano Daniela Defazio che, a giugno 2011, lo rinviò a giudizio.

L’inchiesta è stata coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Venezia ed è stata poi trasferita, per competenza, al Tribunale di Padova. Gli abusi sessuali sarebbero avvenuti a Cittadella nel luglio 2009. Ad accusare la guardia giurata è una ragazzina, ora 15enne. Ai carabinieri raccontò di aver frequentato il 56enne e di essere stata indotta a offrire prestazioni sessuali a pagamento. Non solo. La ragazzina, nella prossima udienza, sarà anche chiamata a confermare d’essere stata in una casa in uso alla guardia giurata dove, sempre a pagamento, si sarebbe fatta fotografare e avrebbe girato video senza veli, da sola e con altre ragazzine. Due di loro avrebbero però smentito la 13enne. Tra le vittime, sentite dai carabinieri, anche insospettabili ragazzine di famiglie bene, tra le quali la figlia di un avvocato e di un professionista. Sulla base della denuncia della 13enne i carabinieri effettuarono anche una perquisizione, senza però trovare né foto né video. Nonostante la Procura sia certa di poterne dimostrare la colpevolezza, il 56enne ha scelto di affrontare il processo per dimostrare la propria innocenza. 

Le ragazzine e la guardia giurata – e emerso dalle indagini – si sarebbero conosciuti in un bar nell’area di Cittadella, dove dall’amicizia si sarebbe passati alle prestazioni sessuali a pagamento. Amare la ricostruzione degli incontri nei quali le ragazzine erano pronte a usare sessualmente il proprio corpo pur di avere soldi per fare la “bella vita” all’insaputa dei genitori.

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