Cronaca
1 giugno 2011
Polsarda, salvati cinquanta posti di lavoro
Sassari, dopo due mesi di protesta fine del presidio in piazza d’Italia
di Elena Laudante
SASSARI. Dopo quasi due mesi di occupazione in piazza d’Italia, si è conclusa la vertenza delle guardie giurate della Polsarda. I 50 lavoratori messi in mobilità dall’azienda passeranno al gruppo di coop che dovrebbero subentrare nei principali appalti della Polsarda. È stato stabilito ieri, durante un incontro tra rappresentanti dell’associazione temporanea di imprese e sindacati. E oggi alle 12, i lavoratori smantelleranno il presidio che dal 4 aprile campeggia davanti al palazzo della Prefettura. Saranno tutti assunti a tempo indeterminato.
È la fine di una vertenza iniziata con il mancato pagamento delle mensilità di dicembre da parte dell’azienda che fa capo a Giuseppe De Martis. Allora i lavoratori erano 220 in tutta l’isola, poi sono stati assorbiti da consociate in Ati (come avvenuto per l’appalto dell’aeroporto Costa Smeralda). Ma a Sassari restavano oltre 100 tra portieri, guardie giurate, amministrativi, rimasti a secco per la crisi di liquidità in cui versa la Polsarda, pressata da debiti con Equitalia. Per mesi, i dipendenti hanno prestato servizio, con tanto di arma d’ordinanza, senza percepire alcuno stipendio. E dopo una serie di proteste, avevano iniziato – era il 4 aprile – il presidio permanente in piazza d’Italia, con tanto di catene ai polsi e alle caviglie, e una tenda canadese in un piccolo accampamento, cresciuto come la loro delusione. Provocata inizialmente dalla promessa da parte della Asl 1 – principale committente di Polsarda – di versare loro quanto dovuto all’azienda. Poi dal susseguirsi di problemi e scogli procedurali che sembravano insormontabili.
A fine aprile Polsarda ha portato i libri in tribunale per chiedere che sia un giudice a stabilire con quale priorità pagare i debiti (procedura di concordato preventivo). Ma quel giudice potrebbe anche decidere che non c’è lo spazio per un’omologa, e dichiarare il fallimento. Ecco perché le guardie (nel frattempo a Sassari sono rimaste in 47 dopo alcune dimissioni e passaggi ad altri istituti) hanno iniziato a contattare, attraverso i rappresentanti sindacali, le società concorrenti della loro. E queste – Coopservice, Sgs, Vigilpol, Mondialpol e Vigilanza Sardegna – hanno promesso di assumerli per tre mesi fino alla nuova gara d’appalto per le postazioni nei presidi ospedalieri, negli ambulatori e davanti alle guardie mediche, su incarico dell’Azienda sanitaria. A quel punto – è la promessa strappata nell’ultimo, decisivo, incontro di ieri – i contratti diventeranno a tempo indeterminato.
Oggi i vigilantes che hanno mantenuto il presidio per quasi due mesi, nel centro della città, festeggeranno con i rappresentanti politici che hanno seguito con loro questo percorso, l’assessore provinciale del Lavoro, Rosario Musmeci, il presidente dell’ente Alessandra Giudici, e i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil.
Non è chiaro, infine, quale sia lo stato della ricognizione avviata dalla prefettura per valutare i requisiti della Polsarda a mantenere la licenza di vigilanza armata. Restano in piedi invece le cause per rendere esecutivi i decreti ingiuntivi: ai dipendenti nessuno ha ancora pagato gli arretrati.