Pizzaiolo, addestratrice e vigilantes

Cronache locali

21 giugno 2011

Pizzaiolo, addestratrice e vigilantes La trama da film finisce in aula

Le case Aler di Rozzano sono state teatro di reciproche accuse di stalking e violenze tra due amanti, con il marito che forse reggeva il gioco al fine di guadagnare poche migliaia di euro

758619-21929282stalking.jpgRozzano, 21 giugno 2011 – Una tresca delle più classiche. Lui, lei e l’altro. E poi ancora i ricatti, le minacce, lo stalking telefonico a suon di decine e decine di sms, i pedinamenti e la tentata — e tutta da provare — violenza sessuale. Non si sono fatti mancare quasi nulla i tre protagonisti di una storia da romanzo popolare che ha avuto per teatro il pianerottolo di un caseggiato dell’Aler a Rozzano — vecchiette in grembiule e pantofole comprese — ed è ora finita davanti ai giudici del Tribunale di Milano a cui spetterà l’arduo compito di decidere chi è vittima e chi è carnefice in una vicenda in cui punte di squallore e di solitudine si mescolano in ugual misura.

Dovrà pagare dazio lui, giovane 33enne del sud alla fine accusato di stalking al punto da martellare l’ex amante di fuoco con decine e decine di sms? O lei, classica panterona 45enne dell’hinterland sud di Milano, addestratrice di cani, che arriva a dichiarare d’essere stata violentata e lo ricatta per chiedergli dei soldi? O ancora il marito di quest’ultima, guardia giurata con qualche precedente alle spalle, che regge il gioco della donna?

Pizzaiolo campano e panterona si conoscono su Facebook. Come due adolescenti. Ma la passione non conosce età, e infatti scoppia puntuale. Tanto che lui — invitato da lei — va a vivere nel piccolo appartamento dell’Aler. Sì, c’è anche il marito sotto lo stesso tetto. Tutti e tre appassionatamente insieme: il ménage sembra proprio funzionare. Almeno per quattro mesi, la primavera di un anno fa. Poi il gioco si rompe. La donna comincia ad accusarlo d’essere asfissiante. Non ne sopporta più la gelosia. Lui invece vuole averla tutta per sé e inizia a non amare più l’idea del marito di mezzo. Gli equilibri si spezzano.

L’estate e l’autunno passano fra crisi di gelosia, tentati riappacificamenti, liti, accuse di pedinamenti (è lei a muoverle). In effetti il pizzaiolo non demorde, e dopo essere stato cacciato di casa va addirittura a vivere sullo stesso piano della coppia prendendo in affitto una camera dalla vicina di pianerottolo. La segue, le citofona. La cerca. «Continua a seguirmi, mi sento minacciata», racconta ai carabinieri ai quali si rivolge. A gennaio, lui si dà poi una gran daffare col telefonino: arriva a mandarle novanta sms in dieci giorni! Tutti firmati.

E lei non è che sia da meno. L’accusa d’averla ripetutamente sottoposta a rapporti sessuali non consenzienti. E mette gli occhi con la complicità del marito su poche migliaia di euro che il pizzaiolo si ritrova sul conto corrente inaspettatamente. Ma è soprattutto con lui che le forze dell’ordine usano la mano pesante: prima il divieto di avvicinarsi alla donna a gennaio 2011, un mese dopo arriva il divieto di risiedere a Rozzano. L’uomo torna così nel paese d’origine, in Campania, dov’è addirittura sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Da marzo a fine maggio. Arriva addirittura a candidarsi al posto di consigliere comunale – siamo a Nocera Inferiore – per la Sinistra. Peccato che ai comizi non possa presentarsi. E quando i compagni di partito scoprono come mai non può uscire di casa la sera, lo sconfessano.

Oggi è difeso dall’avvocato milanese Francesco D’Andria. Intenzionato a smontare la gran parte delle accuse mosse al pizzaiolo. «La violenza sessuale è priva di elementi circostanziati, ovvero di un referto che la dimostri — spiega —. E dimostreremo anche come il giovane sia in realtà caduto nella trappola tesa da due mistificatori». D’Andria ha giudicato subito eccessivi gli arresti domiciliari a cui il Cupido tradito è stato sottoposto per alcuni mesi.

La misura verrà cancellata dal giudice per le indagini preliminari il 9 giugno scorso, quando è accolta l’istanza di scarcerazione presentata dalla difesa sulla base dell’eccesso di cautele: impossibile che torni a disturbare la panterona a settecento e più chilometri di distanza. Questa la tesi accolta. La parola passa ora ai giudici del tribunale ordinario. Il gip ha decretato il rinvio a giudizio. Pizzaiolo, panterona e guardia giurata si ritroveranno in aula a fine settembre.

di Ivan Albarelli

http://www.ilgiorno.it/legnano/cronaca/2011/06/21/529073-pizzaiolo_addestratrice_vigilantes.shtml

Pizzaiolo, addestratrice e vigilantesultima modifica: 2011-06-22T10:45:00+02:00da sagittario290