Catturati nel cunicolo dopo il colpo in banca

Cronaca

IL CASO

02/04/2011

Catturati nel cunicolo dopo il colpo in banca

Corso Toscana, come in un film: 15 persone ostaggi per un’ora

Massimo Numa

TORINO

rapina-g_02.jpgMancano pochi minuti alla chiusura. Nell’agenzia Intesa-Sanpaolo di corso Toscana 133 ci sono quindici persone in tutto tra dipendenti e clienti.

Due rapinatori, passando prima da un tombino e poi da un piccolo tunnel, entrano nella sala centrale, armati di una pistola semiautomatica, perfetta riproduzione di un’arma vera e di taglierini. Volti coperti dai passamontagna, aria decisa e idee, almeno all’inizio, chiare. Ma sono nervosi, agitati, urlano e minacciano. Hanno trascorso la notte al buio, in quello stretto condotto ora ingombro di macerie e di resti di cibo, intenti a sfondare con le mazze da muratore la sottile intercapedine che separa il cunicolo dal sottoscala della banca. Sanno che da lì a poco arriverà un furgone portavalori, con circa 150 mila euro. E poi c’è il caveau da svuotare, con le serrature temporizzate. Costringono tutti a scendere nel caveau. I minuti passano, una donna si sente male e chiede aiuto.

Un inquilino del condominio (il portone è a pochi metri dal tombino usato dai banditi) sente le urla non perde un solo istante. Avverte il 113. Quattro pattuglie piombano in corso Toscana. Una la guida un assistente capo, Paola M. Una poliziotta dagli occhi turchesi. I due banditi hanno sentito le sirene e visto gli agenti con le pistole in pugno, già davanti all’ingresso della banca. Decidono di tentare la fuga attraverso il tunnel usato per entrare. Il primo, quello armato di pistola, si imbatte nella poliziotta che lo affronta, lo spinge a terra, lo disarma e lo ammanetta. Gli dice: «Stai fermo, non ti muovere».

Poi scende nel cunicolo e, con l’aiuto dei colleghi, arresta anche l’altro. I poliziotti riemergono con il sacco con il bottino, 5 mila euro razziati nelle casse all’ultimo istante e la grossa borsa degli attrezzi usati per sfondare l’intercapedine. Tutti e due in manette, caricati sulla volante e trasferiti prima nel comando di via Tirreno e infine in una cella delle Vallette. Si tratta del torinese Bruno Calvagno, 37 anni, casa in via Cavour, ma con passaporto tedesco e il catanese Damiano Micci, 21 anni. L’indagine è stata affidata alla sezione anti-rapine della squadra mobile, si scava nel passato dei due banditi, per cercare di ricostruire gli ultimi dettagli di un colpo progettato con una certa cura e con una notevole preparazione e anche sangue freddo.

Traditi solo da un pensionato che passava davanti alle vetrine della banca per caso, e che non s’è perso d’animo. Poi, un’ora e venti di tensione e di paura. Dopo, gli ostaggi, trattenuti dalla polizia per raccogliere le testimonianze sino a tarda sera, spiegano ai familiari, attraverso i cristalli, con i gesti, quanto è accaduto. In corso Toscana ci sono anche due ambulanze, la donna colta da malore viene accompagnata al pronto soccorso.

Colpo fotocopia. Il 10 ottobre 2000, quasi undici anni fa, una gang di rapinatori era entrata nella stessa agenzia attraverso il medesimo cunicolo utilizzato ieri. Allora era andata molto meglio. Bottino 300 milioni di lire, i banditi avevano il volto coperto da maschere di Carnevale, l’accento del Sud e una predilezione per le sigarette Philip Morris, trovate tra le macerie dell’intercapedine sfondata a colpi di mazza. Specialisti, in questo tipo di rapina, con lo scavo dei tunnel e il sequestro degli ostaggi, sono le gang catanesi. Arruolano basisti locale e poi passano all’azione nelle città del Nord.

http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/396126/

Catturati nel cunicolo dopo il colpo in bancaultima modifica: 2011-04-03T11:15:00+02:00da sagittario290