Poste a secco, pensionati respinti al mittente


Pisa

Cronaca

8 gennaio 2011

Poste a secco, pensionati respinti al mittente

Il furgone portavalori dirada le corse e i cittadini rimangono senza assegno

TVUD3rBn7QkJ.jpgPisa, 8 gennaio 2011 – AD ESSERE sempre più a corto di soldi non sono soltanto le famiglie. Sembra un paradosso, ma anche gli uffici postali possono ritrovarsi con le casse praticamente vuote. Senza la possibilità di liquidare la pensione a coloro che, ignari, si presentano allo sportello per riscuotere l’assegno mensile. Il motivo? Le corse dei furgoni portavalori sono state ridotte al minimo. Per timore delle rapine ma soprattutto perche troppo costose per l’azienda.

UN «TAGLIO» con evidenti e frequenti conseguenze sul servizio al cittadino, disagi che i pisani stanno iniziando a denunciare di mese in mese. A inizio dicembre decine di segnalazioni erano arrivate dai pensionati di San Giuliano Terme e Pontasserchio, rimasti con il portafoglio vuoto per mancanza di liquidità dell’ufficio postale di zona. L’ultimo «caso» di cittadino/cliente «respinto al mittente» è invece di ieri mattina.

E questa volta non ha come protagonista un anziano pensionato che — colto di sorpresa e senza un mezzo per andare a prelevare in un’altra sede — si trova costretto a tornare a casa senza quel minimo di soldi per arrivare a fine mese o saldare un conto urgente, ma il segretario generale della Cisl Gianluca Federici. Questa la cronaca di due ore trascorse tra un ufficio postale e l’altro per prelevare dal libretto postale 2mila euro, cifra necessaria per pagare la badante che assiste la mamma.

«HO UN LIBRETTO cointestato con mia madre, sul quale viene accreditata la sua pensione e attingo denaro ogni mese per pagare la badante. Il libretto — spiega Federici — è stato aperto all’ufficio postale di San Frediano a Settimo, ma da subito mi fu assicurato che avrei potuto presentarmi in qualsiasi ufficio postale per prelevare denaro da quel conto. Così ho fatto fino ad oggi. Ieri mattina mi reco, dunque, in via Emilia. Affronto una lunga fila ed arrivo allo sportello dopo 35 minuti».

E qui arriva la sorpresa: «Chiedo di poter prelevare dal conto duemila euro. Ma lo sportellista mi risponde che può darmene solo la metà. Motivo: non è arrivata la sovvenzione, ovvero il furgone che porta il denaro agli uffici postali». Federici si perde d’animo. Prende l’auto e si dirige all’ufficio di San Frediano. Anche qui una fila lunghissima di persone. Rinuncia. Di nuovo in auto per raggiungere l’ufficio postale di Navacchio. Sette minuti di fila e finalmente può ritirare il denaro. «Di fronte al diniego dell’impiegato, io non mi sono scomposto più di tanto. Ma come avrebbe reagito un ottantenne — si chiede il segretario della Cisl — psicologicamente fragile, alla notizia che il denaro regolarmente accreditato non poteva essere riscosso?».

«NON CONOSCO l’episodio specifico che ha interessato il collega sindacalista – commenta Patrizia Scacciati, segretaria di Cisl Poste. In generale posso però affermare che può capitare che un ufficio postale resti senza denaro. In passato un gruzzolo, avvertendo i carabinieri, lo si teneva in ufficio anche di notte ed al mattino seguente ogni operazione poteva essere garantita. Oggi, al mattino, la cassa è vuota e se i primi clienti non versano denaro, per poter liquidare una pensione dobbiamo attendere l’arrivo del blindato. Ma le corse del furgone, garantite da Sercupol, sono ridotte al minimo: perché costano caro all’azienda, perché ogni passaggio di denaro richiede tempo, attenzione e personale – tre requisiti che mal si concliano con numero di addetti e file di utenti; e per una questione di sicurezza: l’esperienza insegna che i ladri, se vogliono farsi dare contante, preferiscono agire nel momento del passaggio di denaro dai vigilantes all’impiegato, che entrare in poste ed aspettare che la cassaforte si apra».

di FRANCESCA BIANCHI

Poste a secco, pensionati respinti al mittenteultima modifica: 2011-01-09T11:30:00+01:00da sagittario290