I COMUNI SANNO COME SI FA SICUREZZA URBANA?

Città al setaccio

30/06/2010

I COMUNI SANNO COME SI FA SICUREZZA URBANA?

Spesso il problema della sicurezza si limita a richiedere più forze dell’ordine o a lamentarsi dei pochi vigili. Altri rimedi sono possibili, più concreti e duraturi. Per sconfiggere la paura.

Di Amato Lamberti

thumb.jpgLa sicurezza è diventata il maggior problema anche degli italiani, sia che abitino in grandi città come in piccoli Comuni. Per chi abita in villette isolate, la sicurezza è addirittura diventata una ossessione che impone l’investimento di significative risorse per blindature, impianti d’allarme, guardie giurate, cani da guardia, armamenti vari, oltre a polizze assicurative per ogni tipo di rischio, sia dentro che fuori casa. Si è sviluppata una vera e propria “industria della sicurezza” con centinaia di imprese e migliaia di lavoratori che vede crescere ogni anno il proprio fatturato.

Il fenomeno delle “ronde”, presente soprattutto nel Nord Italia, si spiega proprio con la paura dilagante e la richiesta di sempre maggiore sicurezza. Sono i dati forniti dal Censis, ma anche da altri Istituti di ricerca demoscopica, ma sono ormai accertabili dall’ascolto diretto dei cittadini in qualsiasi situazione di incontro. Si sta addirittura invertendo la tendenza ad abbandonare i palazzi condominiali per trasferirsi in villette circondate dal verde, che è stata molto forte a partire dagli anni ’80, per tornare a rifugiarsi in situazioni protette, come i “parchi”, sorvegliati notte e giorno da polizia privata. In Campania il fenomeno sta assumendo dimensioni preoccupanti, anche per l’aumento costante dei furti in appartamento e delle aggressioni in casa di persone anziane.

Senza dimenticare che anche le aggressioni a scopo di rapina sono in aumento, soprattutto a danno di donne e di giovani. A sentire la gente tra le cause dell’aumento dell’insicurezza c’è la presenza sempre più numerosa e vistosa di stranieri, comunitari ed extracomunitari. Anche i rom, gli zingari, sono fonte di forte preoccupazione, come dimostrano gli abbastanza recenti episodi di intolleranza a Ponticelli e a Scampia. Serve a poco dimostrare, dati alla mano, che a commettere reati sono persone native del territorio. Lo straniero, soprattutto se in condizioni evidenti di indigenza fa molta più paura del compaesano, anche se di truce aspetto.

Le amministrazioni locali non sembrano però aver percepito la gravità del fenomeno della crescente domanda di sicurezza, nonostante i tanti “protocolli per la sicurezza” firmati con la Prefettura e i tanti “contratti per la sicurezza”, anche tra Comuni associati, presentati sempre in pompa magna con grande spiegamento di autorità civili e religiose e di rappresentanti delle forze dell’ordine. L’impressione è che molti sindaci non abbiano compreso cosa caratterizza un progetto di miglioramento della sicurezza urbana, e, in particolare, perché normali attività quali la manutenzione dello spazio pubblico, oppure il sostegno alle fasce deboli della popolazione, o l’integrazione degli immigrati, ma anche il costante controllo del territorio, o la riqualificazione di un quartiere, possono riguardare la sicurezza dei cittadini.

Il problema della sicurezza viene ridotto alla richiesta di una sempre maggiore presenza di forze dell’ordine, accompagnata dalla costante lamentela riguardo l’insufficiente dotazione di vigili urbani. L’idea di fondo sembra essere quella che sul nostro territorio siano purtroppo presenti in gran numero persone dedite abitualmente alla professione delinquenziale, come scelta razionale di vita, tra le tante possibili, le quali non potendo essere individuate se non ad azione criminale commessa, devono essere messe in condizione di non nuocere grazie ad un controllo costante del territorio ottenuto con telecamere, sirene, sbarramenti, cavalli di frisia, riflettori capaci di illuminare a giorno strade e piazze, e, soprattutto, con auto di polizia e carabinieri, o, ancora meglio con autoblindati dell’esercito, sempre in movimento e pronti ad intervenire.

Il risultato di tale atteggiamento, vista l’impossibilità di mettere sotto controllo costante ogni angolo delle città, è che l’insicurezza, da parte dei cittadini,invece di diminuire continua a crescere con forti ripercussioni anche sulla vita quotidiana dei cittadini di ogni classe sociale. Il degrado del territorio, le inciviltà sempre più visibili, danno al cittadino l’idea di una situazione senza controllo da parte delle istituzioni. Se a questo si aggiunge la pressione costante delle organizzazioni criminali non ci si può meravigliare della caduta di nuovi investimenti anche da parte dei giovani.

In pratica, l’insicurezza aggiunta alla situazione di crisi economica, sta determinando l’asfissia dell’economia nella provincia di Napoli in modo ormai chiaramente visibile, ma non mancano segnali nella stessa direzione in tutta la regione. Se non si interviene rapidamente, da parte di tutte le istituzioni, c’è il rischio che da una situazione di insicurezza si passi ad una condizione di paura capace di bloccare ogni volontà di cambiamento e di sviluppo.

(Fonte foto: Daniele Veratti)

I COMUNI SANNO COME SI FA SICUREZZA URBANA?ultima modifica: 2010-07-01T11:30:00+02:00da sagittario290