Lavoro, il Senato approva l’arbitrato. “E’ un attacco all’articolo 18”

Politica

3 marzo 2010

Lavoro, il Senato approva l’arbitrato. “E’ un attacco all’articolo 18”

Approvato l’articolo 31 del disegno di legge Lavoro. Il dipendente potrà chiedere l’arbitrato per risolvere controversie, evitando il giudice. Pd: “Sovvertito tutto il diritto del lavoro”. Sacconi: “Attacchi dai soliti noti”. Epifani: “Faremo ricorso”

ROMA – Via libera dell’aula del Senato all’articolo 31 del disegno di legge lavoro (144 sì, 106 no e 3 astenuti) che contiene la contestata norma sull’arbitrato e la conciliazione che, secondo l’opposizione, consentendo a qualunque lavoratore individualmente di chiedere l’arbitrato in qualunque stadio di eventuali controversie, è un attacco all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, che impedisce il licenziamento senza giusta causa.

Per il senatore Treu, infatti, si tratta “di una norma pericolosa e sovversiva di tutto il diritto del lavoro”. Certo, “ora c’e’ l’articolo 18, ma non c’e’ solo quello in ballo”. Con questa norma “il singolo puo’ dare mandato all’arbitro di fare strame delle norme del diritto”. E’ da un anno che lo ripetiamo: “In un sistema che non ha mai usato l’arbitrato adesso si passa da un uso nullo ad un uso selvaggio che non vedo neanche in Usa e Inghilterra. O la scelta è inconsapevole o è devastante per il diritto del lavoro”. Insomma, dice Treu in aula, “nel lavoro privato dire che un singolo puo’ firmare un pezzo di carta in cui c’è scritto ‘caro arbitro tu puoi fare quello che vuoi’, è difficile che possa resistere alla Corte costituzionale”.

sindacati.jpgSACCONI: “POLEMICA DEI SOLITI NOTI” – “La polemica dei soliti noti su un testo di legge alla quarta lettura in Parlamento, dopo due anni di esame, è l’ennesima prova della malafede di chi vuole sempre accendere la tensione sociale”. Lo afferma il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, a margine del congresso della Uil, in merito al disegno di legge che permetterebbe di aggirare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, con la possibilità di non reintegrare il lavoratore licenziato senza giusta causa attraverso un arbitrato. “Il lavoratore- spiega a proposito della nuova norma all’esame del Senato- avrà una possibilità in più di ricorrere all’arbitrato e tutto sarà regolato dai contratti collettivi. Non per nulla- chiude polemicamente Sacconi- tutti tranne la Cgil hanno condiviso questa norma. Punto”.

EPIFANI: “FAREMO RICORSO” – “Faremo ricorso”. Così Guglielmo Epifani a margine del congresso di Bologna della Cgil sull’eventualità di un arbitrato al posto del giudice nelle controversie tra datori di lavoro e lavoratori. “Stiamo denunciando da tempo questo disegno di legge che controriforma le basi del diritto del lavoro italiano, sostanzialmente portando a una forma di arbitrato obbligatorio, di conciliazione obbligatoria, che farebbe saltare le forme tradizionali delle tutele contrattuali e delle libertà del lavoratore di poter reagire a queste scelte”. In questo modo “si rende il lavoratore più debole. Se lo si fa addirittura dal suo ingresso nel mondo del lavoro lo si segna per tutta la vita. Speriamo non venga approvato. In ogni caso faremo ricorso”, promette Epifani.

ANGELETTI: “IL PARLAMENTO PUO’ FARE DANNI” – “Ogni volta che il Parlamento ha cercato di surrogare le parti sociali ha fatto danni”. Così Luigi Angeletti sulle nuove norme sul contenzioso di lavoro, all’esame del Senato. A margine dei lavori del XV congresso, il segretario generale della Uil sottolinea che “questi temi del lavoro devono essere oggetto di discussione tra le parti sociali, che sanno trovare soluzioni più efficaci del Parlamento”. In ogni caso, per il leader sindacale la situazione è diversa da quella relativa all’articolo 18: “Negli anni scorsi c’era l’intenzione di abrogare l’articolo 18, oggi si cerca di trasformare il reintegro in un rimborso, in una penale da dare al lavoratore. E’ diverso”. In caso di approvazione del ddl ci sarà una mobilitazione? “Dipende dalla gravità, se i danni saranno seri non staremo con le mani in mano”.

BONANNI: “LA POLITICA REGOLI SE STESSA” – “La politica regoli se stessa che già è abbastanza sregolata, sulla materia sociale sono d’accordo solo se sono le parti a regolarsi”. Così Raffaele Bonanni sulle nuove norme sul contenzioso di lavoro, all’esame del Senato. Interpellato a margine dei lavori del congresso della Uil, il segretario generale della Cisl sottolinea che “l’unica cosa da fare è affidare questa materia alle parti sociali. Altrimenti- chiude Bonanni- sono palloni che si sgonfiano”.

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