Confessano i fidanzati romeni

Cronaca

09/02/2010

ANZIANO UCCISO DOPO UNA RAPINA

Confessano i fidanzati romeni

Accusati di un altro episodio analogo e sospettati di altri tre

TORINO

aggressione_via_daun_g.jpgHanno ammesso, pur fornendo versioni divergenti sulle rispettive responsabilità, i due giovani fidanzati romeni sono stati arrestati ieri dalla Squadra mobile di Torino con l’accusa di essere i responsabili della rapina costata la vita a Domenico Trichilo, l’anziano di 79 anni brutalmente aggredito e rapinato di 900 euro e morto in ospedale per le gravi ferite riportate. La coppia è accusata anche di un’altra rapina analoga commessa il 14 dicembre ai danni di una donna di 69 anni picchiata e derubata di 3.000 euro ed è sospettata di altri tre episodi analoghi accaduti da ottobre e sui quali sono in corso ulteriori accertamenti.

Un’indagine complessa e ’da manualè quella della Squadra mobile per la quale sono stati fondamentali i filmati dei circuiti di videosorveglianza, i pedinamenti, le intercettazioni. Fondamentale anche il collegamento fra i due episodi. Il 14 dicembre, infatti, la vittima era stata seguita dopo l’uscita dalla banca dove aveva prelevato 3.000 euro, fino nell’androne di casa qui un uomo le aveva chiesto se li abitasse una ragazza romena e l’aveva poi colpito violentemente al capo tanto da farle perdere i sensi. L’unico particolare che la donna ricordava era di aver notato una ragazza con degli stivali bianchi e il tacco alto, fatto di cui anche la guardia giurata della banca della vittima aveva parlato con gli investigatori. La giovane, che non aveva effettuato alcuna operazione nell’istituto di credito una volta uscita dalla banca era stata vista salire su uno scooter con a bordo un uomo.

Due giorni più tardi, il 16 dicembre, la giovane è stata nuovamente notata in banca dal vigilante che, in quel caso, era riuscito a prendere le prime due lettere della targa dello scooter. Si arriva poi al 5 febbraio, giorno successivo all’aggressione di Domenico Trichilo, quando una pattuglia della Sezione antirapine della Squadra mobile nota, in corso Agnelli, una ragazza che viene riconosciuta come quella descritta dalla prima vittima e dalla guardia giurata. Un agente la pedina per un pò a piedi fino a quando la giovane sale sul solito scooter e si allontana con il suo fidanzato.

Il poliziotto riesce però in questo caso ad annotare tutta la targa del motociclo e a risalire, tramite i dati dell’assicurazione, al nome di chi lo aveva acquistato proprio il giorno dell’aggressione. Un nome che si rivela falso così come la carta di identità fornita dal romeno al momento della stipula del contratto assicurativo dello scooter. In quel caso, però, il giovane fornisce anche un numero di cellulare e gli accertamenti successivi permettono di arrivare ad altri numeri intestati sempre allo stesso nome falso.

Scattano quindi le intercettazioni e nel frattempo gli agenti della Mobile riescono a risalire al nome vero e grazie alla collaborazione del consolato romeno di Milano ottengono una foto del giovane che viene confrontata con i fotogrammi mostrando la coincidenza. Fotogrammi fondamentali anche quelli di un supermercato che mostrano Trichilo seguito dai due giovani romeni poco prima dell’aggressione. L’ultimo tassello per gli investigatori è dare un nome anche alla ragazza e risalire all’abitazione dei due. Grazie alle intercettazioni gli agenti della Mobile riescono a seguire il romeno, in piena notte, dal suo posto di lavoro un circolo privato romeno in cui lui fa il buttafuori, fino a casa, nel quartiere Madonna di Campagna.

Proprio nell’abitazione dove i due ragazzi vivono insieme scatta l’arresto deciso ieri nel momento in cui dalle intercettazioni emerge che la coppia stava progettando la fuga in Romania. Nell’interrogatorio i due giovani sarebbero scoppiati a piangere e avrebbero ammesso la rapina. La ragazza era arrivata in Italia sei mesi fa per seguire la madre badante. A Torino, poco dopo il suo arrivo, ha conosciuto il giovane connazionale che era arrivato in Italia da diversi anni e che nel 2008 era stato espulso perchè considerato socialmente pericoloso, ma alcuni mesi dopo era rientrato in Italia con i documenti falsi. Nel suo paese d’origine l’uomo ha dei precedenti per maltrattamenti.

«Il dolore e la costernazione per questo episodio, così come per quello del brutale omicidio del 15enne romeno -ha detto il procuratore capo Giancarlo Caselli- non possono essere cancellati ma è indiscutibile è la soddisfazione di essere riiusciti a dare delle risposte robuste dal punto di vista probatorio in breve tempo, cosa che può essere anche una forma di relativa tranquillizzazione per il quartiere in cui sono avvenuto i fatti e un controbuto di serenità». I due giovani, che sono stati arrestati dagli agenti della Sezione antirapine della squadra mobile a quanto sembra avevano già speso tutti i soldi delle rapine in abiti, telefonini e nello scooter.

Confessano i fidanzati romeniultima modifica: 2010-02-10T11:00:00+01:00da sagittario290