Un’azione di guerriglia in mezzo al traffico


INTERNI ESTERI

LE RAPINE DEGLI ERGASTOLANI IN PREMIO

07/07/2009

Un’azione di guerriglia in mezzo al traffico
Erano pronti a uccidere

Il furgone portavalori con a bordo tre guardie giurate viaggia in direzione sud con un milione e 260mila euro nella pancia, da distribuire agli uffici postali del sud pontino. I banditi entrano in azione in maniera clamorosa.

17276-blind.jpgUn’azione di guerriglia per dare l’assalto al furgone portavalori. Un piano studiato nei minimi dettagli, tranne uno: come aprire quel maledetto blindato. Per i sette uomini che volevano diventare d’oro è stato l’inizio della fine: polizia e carabinieri li hanno inseguiti e scovati in un casolare alle porte di Roma. Gli arrestati sono tutti pregiudicati e residenti nell’hinterland romano, tra loro anche due detenuti in semi libertà. L’inferno inizia alle 7.30 al km. 21 della via Flacca, alle porte di Gaeta. A quell’ora l’arteria è trafficata da numerosi mezzi, comprese le auto dirette alla vicinissima spiaggia di S. Agostino.

 
Il furgone portavalori della «Securitas Metropol» di Latina, con a bordo tre guardie giurate viaggia in direzione sud con un milione e 260mila euro nella pancia, da distribuire agli uffici postali del sud pontino. I banditi entrano in azione in maniera clamorosa: a bordo di un autocarro Fiat Iveco, rubato a Roma nei giorni scorsi, speronano e bloccano il blindato simulando un incidente. Le guardie giurate non hanno il tempo di reagire, quattro uomini del commando piombano sull’autocarro, altri tre scendono da un fuoristrada. Sono tutti armati di pistola e due kalashnikov, dai cui partono diversi colpi in direzione del vetro anteriore del blindato che non si sfonda. I banditi tentano di aprire il cassone del portavalori con una potente motosega elettrica ma non c’è nulla da fare.

Intanto sopraggiungono molti automobilisti che assistono attoniti all’assalto: troppo rischioso continuare, i banditi desistono per non rimanere bloccati nell’imbuto della Flacca. La loro fuga non dura molto. Mentre due guardie, ferite in modo non grave, vengono trasportate all’ospedale di Formia, polizia e carabinieri sanno già in che direzione braccare il commando. Come diranno più tardi alla stampa gli investigatori (il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, il comandante della Mobile di Roma Vittorio Rizzi, il comandante del Nucleo operativo dei carabinieri Salvatore Cagnazzo e del Reparto investigativo Lorenzo Sabatino), dopo un lungo inseguimento e attente ricerche il covo della banda è individuato in una baracca nei pressi di Pomezia, non distante dalla Pontina. I malviventi sono bloccati mentre stanno per rientrare. All’interno della baracca un mini arsenale: 2 kalashnikov, 1 mitragliatore M4, 7 pistole, 2 bombe molotov, 2 motoseghe, giubbetti antiproiettile e munizioni varie.

A capo della banda ci sarebbero i cugini Luciano e Mario Febi, di 54 e 53 anni, di Tivoli, attualmente in semi libertà e licenzia premio da Rebibbia, condannati all’ergastolo sempre per un assalto a un portavalori a Castel Madama, nel maggio 1991, nel corso del quale fu uccisa con una pala meccanica la guardia giurata Marco Chiari. Gli altri arrestati sono: Daniele Piana, 46 anni, (anch’egli coinvolto nella vicenda del 1991), Maurizio Di Giuseppe 47 anni, sorvegliato speciale, il figlio Marco, 25 anni, (unico incensurato), Fabrizio Toti, 34 anni, con precedenti per rapina e furto, e Diego Pedetta, 48 anni, quest’ultimo condannato in primo grado per rapina a una banca di Santa Maria delle Mole, il 16 giugno 2002, con l’omicidio di un carabiniere, e poi assolto. Il gruppo era tenuto sotto controllo dopo una analoga rapina a un portavalori, avvetuta il 7 novembre 2008 nella zona del Divino Amore, alle porte di Roma.

Fabio Benvenuti

Un’azione di guerriglia in mezzo al trafficoultima modifica: 2009-07-08T11:45:00+02:00da sagittario290