Licenziato, voleva darsi fuoco

Martedì 31 Marzo 2009 08:51 Redazione

Licenziato, voleva darsi fuoco

polizia_provincia.jpgL’animo in tempesta per aver perso il lavoro, la disperazione ha annebbiato la ragione, in tasca la lettera di licenziamento, sotto la giacca una bottiglia piena di benzina: il fuoco per cancellare il suo dramma, l’esistenza diventata inferno da venerdì scorso.

Giuseppe De Vita, 44 anni, brindisino, si è cosparso di liquido infiammabile davanti all’ingresso del Palazzo della Provincia per gridare il suo dolore di padre di tre figli rimasto senza reddito alla vigilia di Pasqua: è stato salvato da un vigilantes dell’Amministrazione che gli ha strappato l’accendino dalla mano.

Ieri mattina si è presentato in piazza Santa Teresa, assieme a sei brindisini, anche loro senza lavoro dal 27 marzo, da quando la ditta “Ferrari Costruzioni”, presso cui lavoravano come operai, ha comunicato la fine del rapporto per effetto della scadenza del piano d’impresa che la società “Brindisi Pubblici Servizi Provinciali” ha affidato a un consorzio di imprese per la manutenzione degli edifici scolastici di proprietà dell’Ente.Volevano chiedere spiegazioni, parlare con qualcuno dell’Amministrazione per tentare di strappare la promessa a cercare una soluzione. Magari una proroga. La salvezza per chi ha famiglia e senza reddito non può  garantire nulla. Neppure il pranzo a moglie e figli.

Il loro sarebbe stato un picchetto silenzioso. Sarebbero rimasti lì in attesa di un dirigente, del presidente Michele Errico o uno dei suoi assessori. Prima o poi sarebbe uscito qualcuno dagli uffici.
All’improvviso un grido: “Chiamate qualcuno che mi do fuoco”.

L’operaio, il più giovane del gruppo, ha aperto la giacca da lavoro, ha preso la bottiglia di plastica piena di benzina e se l’è versata addosso.

I colleghi hanno cercato di fermarlo, gli hanno urlato di stare fermo che avrebbero trovato una soluzione. Niente da fare. Ha svuotato la bottiglia e l’ha buttata per terra.

La guardia giurata in servizio all’interno del Palazzo è corsa fuori, si è trovata davanti un uomo completamente zuppo di benzina. Sarebbe bastata una scintilla, una sola per scatenare il rogo, per diventare torcia umana completamente avvolto dalle lingue di fuoco.

Ha gridato ancora, agitando nella mano destra un accendino. Il vigilantes gli ha parlato, lo ha fatto avvicinare e gliel’ha strappato.

Tragedia della disperazione scampata per un pelo. Attimi che sono sembrati lunghi una eternità, hanno tenuto con il fiato sospeso sia i dirigenti della Provincia che quelli del palazzo accanto che ospita la Prefettura.
Qualcuno ha lanciato l’allarme chiamando il 118 per chiedere l’intervento del personale sanitario, sono arrivati anche i vigili del fuoco e gli agenti della sezione Volanti e della Digos.

Sono arrivati il vice prefetto, Michele Lastella, e il segretario generale della Provincia, Antonio Gaballo, che hanno voluto parlare personalmente con l’operaio per sincerarsi delle sue condizioni di salute.

I passanti sono rimasti impietriti davanti all’operaio accasciato a terra, bagnato di benzina.

Si è fermato un funzionario dell’Amministrazione provinciale, l’architetto Luigi Resta, responsabile del procedimento legato ai piani di impresa: passava per caso, ha visto gente, ha sentito l’odore acre della benzina, ha chiesto e i colleghi dell’operaio hanno risposto facendo vedere la lettera ricevuta venerdì, appena terminato il turno, dalla ditta “Ferrari costruzioni”.

Licenziato, voleva darsi fuocoultima modifica: 2009-04-01T11:04:00+02:00da sagittario290