Violentata alla festa di Capodanno:«Ho rischiato di morire soffocata»

04/01/2009

Violentata alla festa di Capodanno:
«Ho rischiato di morire soffocata»

di Raffaella Troili


20090104_fiera-roma.jpgROMA (4 gennaio) – La guardi con il pigiama da bambina, quello rosa con tanti pupazzi sulle gambe, i tatuaggi che spuntano ribelli dove finisce la stoffa e ti sembra che sia tutto  tornato alla normalità, che Eleonora è stata più forte dell’orrore di una notte. Poi vedi la flebo, l’altra mano a proteggere il ventre, gli occhi lucidi, i graffi sul corpo, i lividi sul collo, e capti quel senso di vergogna immotivato e involontario che scatta bastardo in chi è stato vittima di un abuso. Se torni alla realtà, riesci a intuire in che mare di dolore e rabbia stia annaspando la giovane violentata a Capodanno durante Amore 09, il megaraduno musicale in programma alla nuova Fiera di Roma. Capisci anche perché la sua testa si rifiuti di replicare ancora quel film dell’orrore. E la domanda più scema, esce solo per rompere il ghiaccio.

Come stai? Lunedì dovresti essere dimessa
«Come vuoi che sto? Non sto meglio, mi fa male tutto. E non passa, non passa…».

Cominci a ricordare qualcosa?
«Qualche flash mi torna in mente, però sono confusa. Da quando sono uscita dal padiglione, è come se avessi un vuoto. Forse è lo choc, forse sono io che non voglio ricordare. Ma tanto prima o poi lo troveremo, tanto me la paga».
Stringe gli occhi Eleonora, si sforza di mettere a fuoco immagini sbiadite di quella notte, le rincorre inutilmente. Scuote la testa arrabbiata, «ma non c’erano le telecamere?», chiede spesso. «E se m’avessero uccisa? Se m’avessero ammazzata? Io ho rischiato di morire soffocata».

Metti sotto accusa la scarsa vigilanza?
«Dico che non c’erano gli addetti alla sicurezza. E i buttafuori dove stavano? C’era gente che entrava con le bottiglie, droga e ubriachi ovunque. Un rave autorizzato, questo è stata la mega festa super organizzata dal Comune di Roma. Se lo sapevo andavo a uno illegale, lì uno stupro non si è mai sentito».

Pensi che la sicurezza non sia stata garantita?
«No, non c’era adeguata sicurezza, per 45 euro di biglietto. La polizia, i carabinieri, le ambulanze erano tutti fuori ai cancelli. Dopo essere stata violentata, con le calze strappate, gli indumenti spariti, sono stata io ad andare a cercare un vigilantes, a rifugiarmi in un gabbiotto all’entrata, a centinaia di metri».

Come avevi trascorso le ore precedenti?
«Ho lavorato fino alle 22,30-23 altrimenti sarei andata in montagna oppure avrei organizzato una festa nella sala hobby dei miei nonni. Sono andata a casa a cambiarmi, poi insieme a quattro amici – altri erano già andati per conto loro – verso l’una siamo arrivati alla festa, mi piace quella musica».

Poi sei andata ai bagni chimici
«Era buio, uno mi ha afferrato per la gola, stavo soffocando, sono scivolata, ho lottato fino all’ultimo, guarda i graffi, i lividi sulle gambe. Se ero drogata non mi difendevo, sarei morta. Ma non erano sette, più di uno sì».

E dove è avvenuta la violenza?
«Lì, nel bagno, mi sembra, altri tenevano la porta. Italiani, non so dire se del nord o del sud, una parlata strana».

C’era qualcuno che poteva aiutarti e invece ha coperto?
«Lui non era solo, altri erano presenti, alla porta, mi potevano aiutare. I vigilanti, no, erano lontani».

Tu avevi bevuto molto?
«Solo due consumazioni, gin tonic. Ma non ero drogata, manco so che cos’è la chetamina. Che scrivete queste falsità, un cuore ce l’avete? Mia nonna mi muore. Voi non potete vedere i miei esami tossicologici, ma vi dico che non c’è traccia di droga, solo di alcol».

Pensi di esser stata sprovveduta? Di non aver pensato al pericolo che può correre una donna?
«Quando vedi la tv, pensi che quelle cose sono inventate, invece è tutto vero. Allora dico alle altre: non allontanatevi mai dal gruppo, perché quando meno te lo aspetti… di bastardi in giro ce ne sono tanti».
Basta ora, Eleonora, non ha più voglia di parlare, tantomeno di scavare in quei pochi, confusi ricordi che ha, si affaccia solo in corridoio per ringraziare i suoi primi soccorritori che sono andati a trovarla (la ditta Sea gestiva l’assistenza sanitaria alla manifestazione). Il dottor Guido Damiani che la segue confida di dimetterla già domani; lei, sono tre giorni che forse pure per il nervoso ha una gran fame e le amiche esaudiscono ogni desiderio («ti prendo qualcosa da Mc Donald’s se non ti piace questo cibo, tu stai viziata qua…»). La notte, niente da fare, nemmeno le gocce riescono a farle chiudere un poco gli occhi. Quello è il momento peggiore della giornata, quando gli amici che la coccolano e la fanno sorridere se ne vanno e il buio sembra più buio. «Lasciatemi in pace», taglia corto, quasi implorando. Poi, però ha la forza di dire gentile: «Grazie, dei fiori».

Violentata alla festa di Capodanno:«Ho rischiato di morire soffocata»ultima modifica: 2009-01-05T11:49:00+01:00da sagittario290

Un pensiero su “Violentata alla festa di Capodanno:«Ho rischiato di morire soffocata»

  1. maledizione, l’ennesima violenza che resterà impunita! E’ questo che penso, nel nostro paese non ci sono leggi che tutelano le persone che hanno subito, ma piuttosto gli aggressori, che fra indulto e sconti di pena riesco pure ad avere gli arresti domiciliari dopo aver rovinato la vita ad una donna!!!! Non si può uscire da sole, non si può dar confidenza a nessuno, non si può indossare una gonna, non si può più andare avanti così!

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