«Addio, stavolta lo faccio» Si getta giù, muore a 17 anni

09 aprile 2008

«Addio, stavolta lo faccio»
Si getta giù, muore a 17 anni

Patrizia Albanese
(ha collaborato Federico Amodeo)

40b54a07d5a880d2bf4b8dfdc1afc905.jpg«Addio». Un sms secco, alla mamma, alle 8.30 di ieri mattina. Poi, Nadia C., 17 anni, s’è gettata dal sesto piano del parcheggio del centro commerciale “La Fiumara”, nel ponente cittadino. La schiena rivolta al vuoto, le gambe incrociate su un pilone sospeso a venti metri da terra, un ultimo sguardo a due guardie giurate della “Colombo”, che cercavano di fermarla, poi il nulla. Nadia s’è lasciata cadere. Senza un gemito.

E soprattutto, senza un perché. Non è bastata la telefonata della madre Delia, bidella all’istituto Abba – dove Nadia frequentava la IV – per fermare quel tragico gesto. Nadia aveva già deciso. Di più. Con estrema lucidità, la ragazza – atleta di ginnastica artistica per la società sportiva “Tegliese”, in corsa per i Nazionali – aveva lasciato a casa un bigliettino firmato con cognome e nome. Raccomandava di restituire un libro preso in biblioteca e chiedeva di sbrigare per lei altre piccole incombenze.

Ma nessuno, in famiglia, immaginava un gesto tragico e disperato come il suicidio. Specie in una ragazza allegra e carina come lei. Che – a parte qualche scivolone scolastico come la bocciatura, l’anno scorso – sembrava senza grossi problemi. Nella disperata ricerca di un perché, s’è ipotizzata una lite col fidanzatino. «Anche fosse – dice la zia – Nadia aveva questo filarino da una settimana… Una lite banale, ammesso che ci sia stata, non avrebbe certo portato a un gesto simile. Non era certo da Nadia».

Si dispera la madre Delia. E non si dà pace per non aver capito. «Perché non ho capito il suo disagio? Perché, perché? – sussurra lagiovane donna, invecchiata di colpo, col volto rigato da lacrime senza fine – Perché non ho capito il disagio di mia figlia? Mi porterò sempre questo peso». La sorella l’abbraccia e le dice che no, nessuno di loro – che sono tanto uniti – avrebbe mai potuto immaginare qualcosa del genere.

«Era una ragazza allegra – racconta la zia, mentre dentro casa il padre urla disperatamente che rivuole la sua bambina – Aveva un dialogo in famiglia. Nessuno poteva pensare che stesse meditando un gesto così». Eppure, il disagio c’era. Se davvero, come pare, Nadia aveva con sé un biglietto nel quale si scusava, dicendo «stavolta lo faccio davvero». Impossibile, però, capire i motivi di un tale disagio. Mai una lite. Mai discussioni. Famiglia modesta, ma unita. Fine settimana spesso insieme.

Domenica, la famiglia aveva accompagnato la ragazza a una gara ad Arma di Taggia. E sabato, ricorda la zia, erano andati tutti insieme a vedere “Giulietta e Romeo”, in un teatro alla Fiumara. «Era una ragazza a posto. Intelligente. Ma si vedeva che aveva qualche difficoltà a legare con gli altri – racconta Paola Cusimano, professoressa di matematica – Era solitaria. Molto chiusa in se stessa. Introversa e con qualche difficoltà a concentrarsi». E continua: «Era difficile instaurare un dialogo. Se non aveva studiato e le chiedevo perché, si chiudeva a riccio. Non era semplice comunicare con lei».

Come accade spesso tra studenti e docenti. Anche perché, l’insegnante sottolinea: «Era amica di un paio di ragazze più giovani. Stavano sempre insieme. Come con le compagne di squadra della ginnastica artistica». Insomma, un’adolescente come tante. Che la sera prima di togliersi la vita aveva mandato un sms a una compagna di classe.

Che fuori dall’istituto Abba, ieri ricordava con gli occhi rossi: «Aveva interrogazione d’italiano e chiedeva che cosa ripassare. Gliel’ho detto e mi ha ringraziato. Nulla poteva far pensare a una tragedia». Conferma il preside, Enrico Musso: «Era fragile come molti suoi coetanei. Che quando hanno difficoltà a scuola, si perdono e vanno in crisi. Ma non legherei il suo gesto alla scuola».

E a scuola Nadia avrebbe dovuto entrare alle 9. Alle 8.30, l’sms con la scritta «Addio», spedito alla madre. «L’ho subito richiamata. Lei era in lacrime. Le ho detto di non preoccuparsi, che stavo correndo da lei. Ma non ho fatto in tempo…». Alle 8.40, Delia è sfrecciata via dall’istituto.

Ma all’arrivo alla Fiumara, insieme al marito, Nadia era già volata giù. «Era una ragazza splendida – ricorda piangendo Antonio Truscella, presidente della società sportiva Tegliese – Era bravissima. Si era appena qualificata ai nazionali di Fiuggi. Domenica era triste. Ma anche questo era il suo carattere».

«Addio, stavolta lo faccio» Si getta giù, muore a 17 anniultima modifica: 2008-04-10T11:45:38+02:00da sagittario290