Campagna informativa sul funzionamento del presidio sanitario dopo le aggressioni

Edizione CASERTA

12/09/2007

Campagna informativa sul funzionamento del presidio sanitario dopo le aggressioni

NICOLA ROSSELLI Aversa. Soprattutto una grande campagna pubblica di sensibilizzazione, ma anche un percorso interno al pronto soccorso più snello per i pazienti e più idoneo a garantire sicurezza agli addetti ai lavori. Queste le azioni da intraprendere emerse nel corso di un vertice tenuto presso l’Asl Ce2 che ha fatto registrare la presenza, presso la direzione generale di via Linguiti, degli operatori vittime di aggressione presso l’ospedale San Giuseppe Moscati, la manager Angela Ruggiero, il direttore amministrativo Roberto Aponte e il direttore sanitario Gaetano D’Onofrio. Come primo atto, ci sarà un sopralluogo per studiare quali miglioramenti mettere in atto per l’accesso e i percorsi del triage (la selezione della gravità delle patologie presso il pronto soccorso) seguito da una campagna di sensibilizzazione e informazione sul funzionamento del pronto soccorso con il coinvolgimento di tutti quei comuni che si riversano sul Moscati per l’assistenza. Non solo dell’Agro aversano, quindi, ma anche di tutti quei centri della parte settentrionale della provincia di Napoli che si rivolgono presso il presidio normanno per le cure d’urgenza. Un ruolo chiave dovranno averle anche le strutture sanitarie territoriali presso le quali saranno dirottati gli utenti affetti da specifiche patologie. Utenti che riceveranno, in questo modo, risposte più puntuali e specialistiche, mentre si riuscirà a ridurre gli accessi al pronto soccorso. Insomma, risposte concrete dopo i due ultimi atti di violenza gratuita, a fine agosto contro alcuni operatori sanitari e sabato scorso contro un VIGILANTES, tutti addetti al pronto soccorso del Moscati. «Siamo qui – ha affermato la manager Ruggiero in apertura della riunione – oltre che per esprimervi la nostra vicinanza, per individuare insieme a voi che avete il polso della situazione, miglioramenti che possano potenziare i percorsi di sicurezza per i pazienti e per gli operatori così da evitare o, perlomeno, ridurre al minimo, episodi del genere». Da tutti gli operatori, tra cui la responsabile del pronto soccorso Mena Riccardi, è emersa la necessità di un controllo maggiore per quanto attiene la presenza di familiari o amici dei pazienti all’interno del pronto soccorso, facendo in modo di limitare la presenza ad una sola persona, oltre a creare un ambiente separato per la valutazione della patologia e la conseguente assegnazione del codice di priorità. «Il nostro punto di forza – ha concluso Ruggiero – è rappresentato dai servizi presenti sul territorio al quale possono essere indirizzati utenti con problematiche di un certo tipo, un esempio per tutti le patologie correlate all’alcol, così da alleggerire la pressione e gli accessi al Moscati e fornire un apporto specifico». A tal proposito sarà convocata a breve una riunione per incrementare i punti di contatto tra la struttura ospedaliera e i servizi territoriali e potenziarne l’organizzazione.

Campagna informativa sul funzionamento del presidio sanitario dopo le aggressioniultima modifica: 2007-09-13T11:59:58+02:00da sagittario290