«Massacrati da belve della notte»

(30 agosto 2007)

L’OMICIDIO DI GORGO – I FUNERALI
In 500 a Concordia per l’addio a Lucia Comin e Guido Pelliciardi:
«Immolati sull’altare della loro fedeltà da nuovi barbari».
Il parallelo con Caino 

«Massacrati da belve della notte»

Nessun accenno al perdono per gli assassini nell’omelia del parroco 

CONCORDIA. «Lucia e Guido sono stati vittima di una nuova barbarie, un’orribile bestialità a cui noi però non dobbiamo cedere. Chiediamo sì che sia fatta chiarezza sulle dinamiche, senza però lasciare che ci questo ci immerga nella disperazione e ci tolga la fiducia nella vita». Il parroco di Concordia, monsignor Pierluigi Mascherin ha cercato così, nell’omelia, di confortare i parenti di Guido Pellicciardi e Lucia Comin, i coniugi trucidati otto giorni fa nella loro casa di Gorgo al Monticano, la dependance di una villa di cui erano custodi. Una coppia semplice, umile che «è stata immolata sull’altare della loro fedeltà – come ha detto il prete». Un parallelo è stato fatto con Caino «la belva che si muove nella notte per colpire, nascondersi e colpire ancora». Ma per il parroco di Concordia, Dio ha insegnato a rispondere dicendo «liberaci dal male Signore, quel male con la M maiuscola che cade nel malvagio».
Finalmente anche dai proprietari della villa, che per giorni non si sono fatti vivi coi parenti, è giunto un segno: una grande corona di fiori. Alla cerimonia ha assistito una grande folla, quasi 500 persone, per lo più gente del posto, che conosceva Lucia dalla nascita nella piccola frazione di Teson o l’aveva frequentata assieme al marito quando per 11 anni, dal 1982 al 1993, i due erano tornati a vivere nel paese di origine della moglie. C’erano però anche tante persone giunte da Gorgo al Monticano e Sesto al Reghena, gli uomini della vigilanza privata Carniel, colleghi del figlio delle vittime, che hanno formato una sorta di picchetto d’onore. Tanti hanno voluto firmare il registro in memoria dei coniugi e chi non è potuto entrare, ha seguito la funzione dagli altoparlanti. Alle 16 in punto, sono arrivate sul sagrato della cattedrale di Concordia, dove Lucia e Guido si erano sposati, le due Mercedes grigie con le bare, scortate dai parenti. In testa, il figlio Daniele, con il volto nascosto da un paio di occhiali scuri e una camicia nera, abbracciato stretto alla moglie Cristina e ai due figli. Dietro le due sorelle, Silvana e Argentina e i fratelli Gianni e Daniele, assieme ai parenti di Guido Pelliciardi, giunti da Mantova. Monsignor Mascherin, rispettando la volontà della famiglia di Lucia, non ha parlato di perdono. Ha cercato piuttosto di andare al di là di quei corpi martoriati di cui si è discusso per giorni, lasciando fuori dal discorso Dna, impronte, macchie di sangue e violenze subite. Analisi che del resto non hanno portato ancora a molto. «Per giorni i loro corpi sono stati oggetto di indagine, manipolati, ora possiamo finalmente ricollocarli composti nella bara», ha detto il parroco. Mascherin ha anche invocato prudenza nei giudizi. «E’ facile avanzare sulla piazza mediatica – ha detto – giudizi che hanno bisogno di tempo e pazienza. Se si cede alle ondate di piena dei sentimenti, c’è il rischio di straripare». Al termine, un timido applauso ha salutato la bara, diretta al cimitero di Concordia.

«Massacrati da belve della notte»ultima modifica: 2007-08-31T11:25:02+02:00da sagittario290