Bruciata l´azienda antiracket

PALERMO
 

(01 agosto 2007)

Devastata la “Guajana ferramenta”. Pochi dubbi sul dolo. Il proprietario ha aderito al manifesto contro gli estorsori e a marzo aveva trovato la colla nei lucchetti. Rogo nella notte. Oscurate le telecamere della vigilanza, le analisi escludono il rischio nube tossica

Bruciata l´azienda antiracket

Salvo Palazzolo

Poco dopo le quattro del mattino le telecamere di sorveglianza sono diventate all´improvviso cieche. E dalla centrale dei metronotte è partito subito l´allarme. «Guajana ferramenta, via Nenni 14, probabili ladri». Ma i primi vigilantes arrivati davanti al grande deposito hanno trovato solo fiamme. Nel giro di un´ora il rogo ha devastato un´azienda che si tramanda con orgoglio da cinque generazioni, sin dal 1876: l´ultimo proprietario, Rodolfo Guajana, ha aderito ad “Addiopizzo”, e proprio a marzo aveva denunciato ai carabinieri di aver trovato l´attak nella serratura del portone, e nel piazzale una bottiglia piena di benzina. Quel giorno di marzo, era l´8, furono diversi gli imprenditori che trovarono lo stesso inequivocabile messaggio. Ma Guajana fu il primo a denunciare ai carabinieri. Ecco perché, dall´alba di ieri mattina, è stata subito una sola l´ipotesi degli investigatori per questo rogo. «Attentato del racket». Come non se ne vedevano da tempo. Se lo diranno anche i rilievi della polizia scientifica, sarà la conferma a quanto i magistrati della Procura vanno dicendo da tempo: «I boss hanno necessità di rimpinguare le casse, lo fanno attraverso le estorsioni. E i loro metodi stanno tornando ad essere sempre più eclatanti». Forse non è un caso che il gesto più eclatante della nuova stagione del racket sia avvenuto nel territorio di Salvatore Lo Piccolo, ormai latitante da 25 anni, ormai il signore incontrastato della mafia palermitana.

Di certo, è uno dei magistrati che danno la caccia al padrino, il sostituto procuratore Gaetano Paci, ad occuparsi delle indagini sul rogo di Guajana. L´incendio del grande magazzino di ferramenta ha svegliato la città con un´intensa nube nera su viale Regione Siciliana. Solo il certosino lavoro di venti squadre dei vigili del fuoco ha evitato che quel fumo diventasse tossico: «Sarebbe bastato poco – spiega l´ingegnere Filippo Trovato, comandante provinciale dei vigili del fuoco – se le fiamme si fossero propagate in un vicino deposito di solventi le conseguenze sarebbero state ancora più pesanti. Soprattutto per l´aria». I vigili hanno lavorato in condizioni difficilissime. Col pericolo incombente di crolli. In prima linea sono rimasti anche i due figli di Rodolfo Guajana: Giovanni è rimasto intossicato, ed è stato soccorso dal 118.

Poco prima delle undici, le fiamme più alte vengono domate. Ma continui focolai continuano a far paura, fino al pomeriggio. Ecco perché in via Nenni sono rimasti i vigili dello speciale Nucleo anti-batteriologico. «Sin dall´alba siamo stati pronti per far evacuare residenti e lavoratori che si trovavano già in zona», dice l´ingegnere Mario Cerrone, che coordina la protezione civile comunale: «Ma non è stato necessario». Le condizioni dell´aria sono state comunque tenute sotto controllo dai tecnici dell´azienda regionale per la protezione ambientale: «I vigili del fuoco e la protezione civile hanno svolto un lavoro importante – dice Sergio Marino, direttore dell´Arpa Sicilia – la situazione è stata tenuta costantemente sotto controllo, ma riteniamo comunque che ci sia stata emissione di diossina nell´aria. Il risultato sui prelievi richiederà un paio di giorni – spiega Marino – l´aria nella zona non è ovviamente di qualità eccellente, ma non parlerei di pericolosità».

Le operazioni di spegnimento hanno portato alla chiusura dello svincolo di via Belgio. Con enormi disagi per la circolazione, che si sono stati avvertiti in tutto il centro città. Anche nel pomeriggio, perché le attività dei vigili del fuoco sono proseguite senza sosta.
«La temperatura all´interno del capannone è rimasta altissima – spiega il comandante dei vigili del fuoco – bisognerà attendere condizioni di sicurezza prima di entrare». Gli esperti del Gabinetto regionale di polizia scientifica sono rimasti in via Nenni. Ma dai vigili è arrivato il via libera solo per un´ispezione esterna. Il sopralluogo sarà effettuato probabilmente questa mattina. E ci vorranno alcuni giorni prima di portarlo a termine.

Intanto, gli investigatori della squadra mobile diretta da Piero Angeloni hanno ascoltato Rodolfo Guajana. Che ha confermato le minacce di marzo, ma ha spiegato di non aver ricevuto altre intimidazioni o richieste esplicite. Una traccia per le indagini è nel video consegnato delle telecamere che sono disseminate lungo la recinzione di Guajana. I poliziotti sono tornati ad esaminare i filmati di marzo, che erano già stati acquisiti dalla magistratura. Ma non sarebbe spuntata alcuna presenza sospetta. Gli investigatori non si arrendono: un testimone ha parlato di un bagliore prima dell´incendio; i poliziotti hanno già passato al setaccio l´area di 10 mila metri quadrati che raccoglie le attività dei Guajana. Chi è entrato per colpire deve aver lasciato delle tracce.

Bruciata l´azienda antiracketultima modifica: 2007-08-02T11:59:31+02:00da sagittario290